“Grida”, la voce di denuncia di Lu Xun contro la società ancorata al passato

“Grida”, la voce di denuncia di Lu Xun contro la società ancorata al passato
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呐喊 (Grida) è la prima raccolta di racconti del padre della letteratura cinese moderna Lu Xun, pubblicata in Cina nel 1923. Seppur quest’opera sia l’unione di storie indipendenti, tutti i racconti sono legati da un unico filo conduttore: l’urlo di denuncia dello scrittore nei confronti della società cinese di inizio Novecento

Nella raccolta Grida, Lu Xun mette nero su bianco il dramma di un paese che non riesce ad adeguarsi ai ritmi della modernizzazione imposta dalle potenze straniere, e a liberarsi da specificità culturali obsolete tramandate dalla lunga tradizione confuciana.

In ogni pagina, lo scrittore cerca di spronare il lettore a prendere consapevolezza della condizione retrograda e passiva in cui versava la popolazione cinese dei primi del Novecento. I temi trattati spaziano dall’arretratezza di pensiero alle superstizioni, particolarmente sentite dalla società cinese di quegli anni.

“Solo se si lancia un grido ai viventi e questi non hanno alcuna reazione, quando non hai nessuno che ti approvi o ti contrasti, allora è come ritrovarsi in una terra desolata senza confini. Che tristezza!”.

Un’ opera complessa

In pochi traduttori si sono cimentati nella traduzione dei racconti di Lu Xun, tant’è che la raccolta ad oggi più completa è stata curata dalla professoressa Nicoletta Pesaro a cui si deve la postfazione che funge da introduzione a chi si approccia per la prima volta a Lu Xun, la cui figura ancora oggi è considerata monumentale in Cina.

Non solo Lu Xun fu un grande scrittore ma anche un intellettuale critico. Il suo obbiettivo era quello di animare la società a prendere coscienza della propria condizione arretrata ma, per farlo, era necessario arrivare ai cuori della popolazione incapace di leggere i caratteri della tradizione letteraria classica cinese (文言).

Decise, quindi, di adottare per i suoi testi la lingua vernacolare (白话) o lingua parlata dal popolo, affinché tutti fossero in grado di comprendere al meglio gli insegnamenti trasmessi dall’opera.

Grida si apre con una prefazione dello stesso Lu Xun che apre la sequenza di quattordici racconti tra cui si ricordano i più conosciuti: Diario di un pazzo, Medicina, Paese Natale e La vera storia di Ah Q.

La nascita dell’Io attraverso il diario di un pazzo

Nel breve racconto Diario di un pazzo, l’autore esprime una profonda critica al sistema sociale e politico della Cina dei primi del novecento, attraverso il lungo monologo interiore di un uomo considerato da tutti pazzo.

Il protagonista è affetto da una radicata psicosi che lo porta a paranoie costanti con l’inestinguibile paura di essere ucciso e mangiato persino dai suoi stessi famigliari e amici.

L’uomo vive nella perenne paura di cadere vittima di un complotto contro di lui ed è certo che l’umanità sia costruita sotto un sistema che vede tutti contro tutti, a divorarsi l’uno con l’altro. Metafora questa, di una società cieca e malata che vede nei retrogradi retaggi culturali confuciani l’unico modo di tutelarsi davanti alla modernizzazione forzata.

L’accettazione del proprio destino sottomesso ad una rigida gerarchia promossa dalle cinque relazioni confuciane (sovrano-suddito, padre-figlio, marito-moglie, fratello maggiore-fratello minore, amico-amico) e l’annullamento delle proprie aspirazioni per non stravolgere l’ordine sociale arrivano ad annichilire il concetto di “Io”.

Diario di un pazzo rappresenta l’inadeguatezza della società cinese del Novecento di salvaguardare le ambizioni personali degli individui che la compongono, perché incapace di abbandonare l’ideale di unità tipico della morale confuciana.

La storia si chiude con un grido di speranza rivolto ai bambini. Secondo Lu Xun, le nuove generazioni saranno le uniche a spezzare la catena cannibalistica solo se verranno preservate dai limiti della tradizione confuciana.

“Ci sono forse ancora bambini che non abbiano mangiato altri uomini? Salvate i bambini…”.

Medicina e la lotta di Lu Xun contro le superstizioni

In Medicina, lo scrittore fa vivere al lettore il dolore di una coppia di genitori che tenta l’impossibile per salvare la vita del loro unico figlio gravemente malato di tubercolosi. Nonostante i progressi della medicina moderna noti anche in Cina, la coppia decide di affidare imprudentemente la guarigione del figlio alla medicina tradizionale cinese.

Secondo la credenza popolare, se un 馒头 (mantou, panino bianco) fosse stato inzuppato nel sangue di un condannato a morte e poi mangiato dal malato, quest’ultimo avrebbe sentito la malattia abbandonare il proprio corpo.

Inevitabilmente, dopo aver ingerito il panino, non solo il bambino non riuscirà a guarire dalla malattia ma morirà tra crampi e stenti sotto gli occhi increduli dei genitori. Del resto, il 馒头 era diventato ormai medicina garantita e consolidata nel tempo.

Ad avvalorare il crudo realismo della storia, Lu Xun pone l’attenzione sulle gocce di colore purpureo che macchiavano il telo avvolto intorno al mantou. Scelta non casuale, poiché il sangue è da sempre manifestazione dell’identità di una persona nella cultura tradizionale cinese, mentre qui viene mercificato e fatto oggetto di una raccapricciante terapia. Nuovamente Lu Xun evidenzia la scarsità di sviluppo sociale e culturale della popolazione cinese a lui contemporanea.

“Garantita, guarigione garantita davvero. Mangiato così, ancora caldo. Un mantou di sangue umano, garantito che guarisca ogni tubercolosi “.

Il grido di Lu Xun

In tutti i racconti di Grida, Lu Xun si sofferma su personaggi marginalizzati, talvolta inetti, ma capaci di suscitare profonde riflessioni ai lettori. Non c’è spazio nella narrazione “luxuniana” per il sentimentalismo e il pietismo, piuttosto si trovano scene dal carattere tragicomico dal tono amaro quasi grottesco.

La sua gelida ironia mette in discussione il lascito di anni di storia culturale della popolazione cinese, e i suoi personaggi sono sia vittime che carnefici di un sistema che non smette di avvilire ogni tentativo di affermazione personale, ma che loro stessi contribuiscono a far perpetuare accettando la propria condizione subordinata.

Le grida di Lu Xun hanno il compito di destare la società, affinché possa vedere la necessità di progredire culturalmente eliminando tutto ciò che può essere considerato ostacolo al moderno.

Nel complesso Grida è un libro intrigante, carico di riflessioni sulla natura umana straordinariamente adattabile anche al contesto odierno.

“Dentro di me, credo orami d’aver perduto il desiderio impellente di dire la mia, e tuttavia, forse, non riesco ancora a dimenticare il dolore e la solitudine di un tempo, perciò ogni tanto non riesco a impedirmi di lanciare qualche grido”.

a cura di
Elisa Manzini

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