Fernandhell. fuori con “Extra Ordinary”

Fernandhell. fuori con “Extra Ordinary”
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Fernandhell., esce con il singolo “Extra Ordinary” attraverso il quale si parla di problematiche psicologiche legate alla nostra società.

Fernandhellè il nuovo progetto musicale di Livio Montarese, cofondatore dei Peawees con Hervè Peroncini (ex The Manges) nel 1995 di cui ne ha fatto parte fino al 1998 e poi ancora dal 2005 al 2008. Nel mezzo ha fatto una carriera da promoter di concerti per grandi artisti ma non ha mai smesso con la musica suonata.

L’ultimo singolo che il complesso ha recentemente pubblicato è “Extra Ordinary” (Moquette Records), attraverso il quale sondare problematiche psicologiche strettamente legate alla nostra società egoriferita. Un argomento interessante, che abbiamo approfondito con lui attraverso una serie di domande.

Ciao Livio, passi per la prima volta dalle nostre pagine, vorremmo quindi conoscerti meglio. Come ti sei avvicinato alla musica?

Ciao e grazie per avermi invitato! Sono molto contento di parlare con voi 🙂 La musica è parte del mio dna: già da piccolo ne ascoltavo parecchia, arrivavano molti dischi in casa, tramite le mie sorelle ed un mio zio collezionista di vinili. Il primo disco fortemente voluto è stato la colonna sonora di Rocky IV, era davvero incredibile. Anni dopo (6 per l’esattezza) è arrivato il punk, tramite un compagno delle superiori. Lì é cominciato il mio vero percorso formativo. Credo di non aver passato un singolo giorno della mia vita senza musica. E’ l’aria che respiro.

Il nuovo singolo “Extra Ordinary” dei tuoi Fernandhell. è molto interessante. Da un lato, perché è vero punk e il punk sta tornando, o forse è già tornato, dall’altro perché senza peli sulla lingua dici la tua sulla nostra società sempre più egoriferita…

Penso che non  se ne sia mai andato. Se parlo di punk mi vengono in mente termini come “ribellione” , “do it yourself”,  elementi sempre ben presenti in ogni generazione. Poi, a livello stilistico, di produzione e/o sonorità, va a fasi alterne: si parlava di un ritorno del punk anche nei primi anni ’90, quando ho cominciato; è sicuramente il genere più affascinante, perchè alla portata di chiuque inizi ad ascoltare musica o a farne.

Il testo di “Extra/Ordinary” è molto diretto perché scritto di getto: sono riflessioni emerse vivendo la nostra contemporaneità e notando questa grande necessità di affermarsi come disturbati per poter essere ben accetti dalla comunità. lo trovo alquanto bizzarro. In più, da ragazzo stagionato quale io sono, ho pensato di potermi finalmente permettere il lusso di dire la mia senza troppi peli sulla lingua!

Nella vita ti è mai capitato di sentirti come il protagonista della canzone, anche involontariamente?

Certamente! Ho vissuto in prima persona forti difficoltà psicologiche, ho fatto un lungo percorso personale, sono stato seguito e rimane a tutt’oggi parte fondamentale del mio cammino. Non ne ho mai fatto un segreto, perchè credo che sia del tutto naturale curare se stessi in caso di necessità, alleviare il peso della propria vita.

Non mi è mai capitato di doverlo sfoggiare come arma vincente però, quello no. Vedi, prima andare da uno psicologo o essere in cura da uno psichiatra per sanare un tuo disturbo era  motivo di imbarazzo, vergogna. Ed era sbagliato. Ora è la gif gigante e fluorescente con cui completi il tuo selfie. Ed è sbagliato anche questo. Non c’e’ una via di mezzo, capisci? L’argomento è serio, bisogna parlarne assolutamente e non nascondersi. Ma giocarci è irrispettoso.

Quali sono le soddisfazioni maggiori che la tua carriera musicale ti ha dato?

Sicuramente la possibilità di esprimermi, e di farlo nel modo più divertente che conosca. Suonare in giro, magari su palchi prestigiosi o di spalla alle tue band preferite é bellissimo, non c’e’ alcun dubbio. Ma la fonte principale rimane sempre e comunque comporre, produrre qualcosa di personale e reputarlo bello ed emozionante.

Che poi tu non solo stai sui palchi, ma sei anche stato un addetto ai lavori. Differenze e punti in comune?

Il punto in comune  è la passione. Per passione ho cominciato a suonare e sempre per passione ho iniziato a produrre e promuovere concerti. Il ruolo di promoter mi ha aiutato molto a portare avanti quello di musicista; sono convinto che per far funzionare bene un progetto musicale non basti solo l’inventiva, o il talento, ma serva anche una buona dose di conoscenza sul lato pratico e gestionale.

Maggiore è la tua visione sui vari aspetti, migliore sarà la tua resa sia sul palco che fuori. La grande differenza tra i due ruoli invece e che, paradossalmente, sono uno contro l’altro: l’artista tende a voler esprimere la sua opera nel modo più emotivo e poetico possibile, non tenendo quasi mai conto della parte concreta e razionale; Il promoter dal canto suo deve mettere in pratica l’idea dell’artista e  contenere i costi del tutto per la riuscita logistico/economica dell’operazione. E’ come la vecchia diatriba tra architetti ed ingegneri, hai presente?.. (ah ah)

La musica in generale in Italia come sta secondo te?

A livello numerico spaventosamente bene direi, con un solidissimo mercato domestico. Gli streaming e relativi incassi di biglietteria sui live sembrano andare alla grande, apparentemente. Se poi mi chiedi qualitativamente, beh, salverei ben poco personalemnte. Questione di gusti personali, s’intende.

E questo punk? Magari hai sentito Le Carie, il nuovo progetto di Salmo…

Guarda, l’unica carie che ho sentito è quella che mi ha torturato per circa un mese finchè non ho visto il mio dentista venerdì scorso!! ah ah.. Scherzi a parte: mi capitato di leggere distrattamente qualcosa, ma non ho approfondito. So che Salmo è un grande appassionato di Punk ed HC e che proviene da lì, quindi non mi sorprende che abbia voluto omaggiare le sue radici. Si torna sempre a casa, prima o poi 🙂

Tu però citi i Jawbreaker tre le tue influenze principali, cult band di quel periodo nel quale il punk virava verso l’emo. Cosa ti lega a loro?

“Dear You” è uno dei miei dischi preferiti in assoluto. Pensa che feci uscire, assieme ad un amico, alcune copie di una fanzine intitolata “Save Yoir Generation”, proprio come il titolo della canzone di apertura di quel disco. I Jawbreaker mi hanno fatto assaporare un tipo diverso di punk, quello più elegante ed elaborato. Loro ed i Bad Religion, sicuramente. Ho seguito molto la scena emo della seconda metà dei ’90, in particolare Sunny Day Real Estate, Sense Field e Samiam. I dischi di queste bands sono dei veri e propri capolavori.

E con i Fernandhell. verso che direzione stai andando?

Lo scopriremo nelle prossime puntate!

a cura di
Redazione

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Matteo Cantergiani

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