Algiers – Bronson, Ravenna – 17 febbraio 2023

Algiers – Bronson, Ravenna – 17 febbraio 2023
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La furia degli Algiers arriva sul palco del Bronson di Ravenna per presentare i pezzi inediti del nuovo disco in uscita il 24 febbraio

Gli Algiers sono band originaria di Atlanta, attiva sulla scena musicale dal 2015, anno di debutto dell’omonimo album Algiers, e in tour proprio in questi mesi con un quarto disco in canna – Shookin uscita il 24 febbraio.

Uniscono caratteristiche molto diverse, sono grandi appassionati di musica e si sente: voci gospel, hip hop, elettronica dura, linee di pianoforte in loop e testi che vanno dal gioioso al furioso. Elementi che sembrano essere in antitesi, tanto da sembrare in apparenza un miscuglio non troppo omogeneo, ma che fanno in realtà da carburante per gli Algiers.

E infatti, appena posizionati agli strumenti ci fanno capire immediatamente cosa dobbiamo aspettarci. Quando salgono sul palco del Bronson di Ravenna, alle 22.30 circa, dopo una serie di suoni distorti e loop, dagli amplificatori si diffonde un pezzo di Elisa, la cantante italiana, e poco dopo – tra le urla del pubblico divertito – partono con la loro elettronica, mai così ruvida. 

Il primo pezzo è “Cleanse Your Guilt Here”, tratto dal disco in uscita, seguito da un altro nuovo singolo – “Irreversible Damage” – che vede il featuring con Zack de la Rocha. Il batterista Matt Tong – in canotta traforata e lucidissimo mocassino firmato Gucci – pesta sui pedali, mentre Ryan Mahan, basso e synth, si dimena. È lui a contendere a Franklin James Fisher il ruolo del frontman.

Sempre tratta da Shook, c’è anche “I can’t stand it”. Una canzone molto personale scritta da Fisher, sulla fine di un amore e la perdita di una persona che, come ha dichiarato lui stesso, credeva fosse l’amore della sua vita. Una brutta storia che è quasi finita con il suo suicidio. “Ogni volta che canto quella canzone ora mi sembra di guarire un po’ di più” ha dichiarato recentemente in un’intervista.

Ma non c’è solo l’amore. Sull’aspetto politico, che poi è l’assenza degli Algiers, non mi dilungo. Basti sapere che perfino il nome della band è stato scelto per sottolineare una mentalità anticoloniale e una ferma resistenza alla violenza e al razzismo. 

“Walk Like a Panther”, che incarna tutto questo, è uno dei loro pezzi più potenti. L’omaggio a Fred Hampton delle Pantere Nere, con il campionamento di un suo discorso, la voce selvaggia di Franklin James Fisher e le chitarre graffianti, incendiano il pubblico. Alle spalle della band scorrono immagini di proteste, artisti neri e leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

Con “Bite Back” gli Algiers riprendono la strada del synth-rap. Nervoso ovviamente, come nel loro stile, ma intenso. 

L’ultimo pezzo prima degli encore è “Death March”, una canzone che parla di capitalismo e fascismo come di un virus mortale. L’esibizione è prolungata, così come altre del set, in un loop eterno, per dare ancora più forza al brano.

Gli Algiers sono davvero una band grandiosa, la loro sfortuna è di fare musica complessa in un periodo storico in cui tutti hanno meno tempo – e voglia – di ascoltare. Sono difficili e non cercano le copertine, eppure dovrebbero essere ascoltati da un pubblico molto più vasto di quello che hanno. In un altro momento sarebbero i primi nomi sui cartelloni dei grandi festival, ma pazienza. Auguriamoci che la loro musica non venga mai corrotta e conservi intatto questo meraviglioso furore.

Scaletta della serata

Cleanse Your Guilt Here
Irreversible Damage
Cry of The Martyrs
Cold World
I Can’t Stand It!
Blood
Walk Like a Panther
A Good Man
Out of Style Tragedy
73%
Hour of the Furnaces
Bite Back
Losing Is Ours
Death March

Encore:
Green Iris
The Underside of Power / Animals

a cura di
Daniela Fabbri

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

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