Mosè Santamaria: “Come cani per strada”, il suo terzo album
Al suo terzo lavoro in studio, il giovane cantautore Mosè Santamaria propone un pop in linea con lo stile in voga nell’ultimo periodo e con testi interessanti
Sonorità pop con un pizzico di elettronica che contraddistingue da tempo il panorama musicale di questo genere, ma testi che in un qualche modo tentano di incidere e di scavare nel profondo ora dell’animo, ora della quotidianità. Mosè Santamaria concede tutto se stesso in “Come cani per strada”, terzo album in una ancora giovane carriera che, tuttavia, sta già donandogli qualche soddisfazione (esibizione al MEI di Faenza, finali del Premio Bertoli, premi della critica, partecipazione al premio Tenco e alla trasmissione di Rai Radio 1 “Music Club”).
Le premesse per una buona opera ci sono tutte
Sei brani più intro, tra ricerca di pace interiore attraverso la consapevolezza di sé (“Come un Buddha sotto un fico”, “Yoko Ono”) e tentativi di ripresa da una delusione d’amore (“Skinny”). Mosè Santamaria si destreggia tra questi temi in una rete di artifici elettronici con forti vibes da riscoperta di un certo pop anni ‘80 (forte uso di sintetizzatori e batteria elettronica molto retro). Buoni alcuni fraseggi di chitarra delicati, non imprescindibili ma che impreziosiscono l’arrangiamento, come nel caso di “Festivalbar”.
Quasi paradossale come il momento migliore dell’album arrivi alla fine, con “Epitaffio”. È un brano, questo, che induce l’ascoltatore a premere nuovamente su “play”: risulta a conti fatti il più solido dell’intero lotto sia a livello di testi, sia a livello di arrangiamenti e linea vocale.
In definitiva…
“Come cani per strada” è una buona terza opera. Pur con qualche sbavatura che può risaltare nell’ascolto del singolo brano (la prima strofa di “Come Un Buddah sotto un fico” dà la sensazione di non essere perfettamente in metrica con il resto della base; qualche passaggio nei testi un po’ banale, come “Quando mi abbracci forte come un Trudi” nella pur bella “Occhi Nudi”), nell’insieme il nuovo album di Mosè Santamaria si dimostra orecchiabile, con soluzioni che nel complesso funzionano e fanno rimanere coeso tutto il lavoro.
Non esente da difetti, ma in grado sicuramente di indurre curiosità e suscitare fiducia nel prosieguo della futura produzione artistica di Mosè Santamaria.
a cura di
Andrea Mariano
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