TCBO Brass Band, “Blues Night” – Teatro Manzoni, Bologna – 14 maggio 2022
Secondo appuntamento al Manzoni per la TCBO Brass Band che si esibisce in Blues Night parte della rassegna Afro American Connection, sulla black music afro americana dei generi soul, blues e funk, con arrangiamenti originali
Secondo appuntamento al Manzoni per la TCBO Brass Band, stavolta dedicato al blues e con gli arrangiamenti originali del direttore Massimo Morganti.
L’incipit: alla ricerca della connessione con lo spettatore
A richiamare l’attenzione degli spettatori in un Teatro Manzoni gremito di amanti di questo genere musicale è proprio il tema della Rhapsody in blue di George Gershwin, che ha il potere di collocare immediatamente le menti dei presenti all’interno di un immaginario comune e condiviso: l’America del blues nella prima metà del Novecento.
Inizia così il concerto della TCBO Brass Band diretta da Massimo Morganti, introdotto dal racconto vivido di Pierfrancesco Pacoda, secondo una formula da tempo collaudata dal Teatro Manzoni che segue l’idea di un teatro inclusivo, che possa accogliere spettatori più o meno colti attraverso la narrazione di chi la musica la vive e può raccontarla, rendendola tangibile.
Da Hooker a Hendrix, passando per i Cream
A riscaldare il pubblico ci pensa immediatamente il tributo dedicato a John Lee Hooker. Alla chitarra c’è Emma Nolde, ospite d’eccezione che suona Baby please don’t go; seppur la sua voce non ricordi lontanamente il calore delle avvolgenti voci degli afroamericani bluesman, conserva quel graffio che suggerisce la rabbia scottante di cui è intrisa la musica afroamericana tutta e il blues in modo particolare.
Passando da Let the good times roll all’immancabile Boom Boom, arrangiate per l’occasione dal Maestro Morganti, la musica arriva al cuore dei presenti raggiungendo il suo apice proprio con Sunshine of your love dei Cream, in cui l’assolo di batteria emoziona al punto da generare negli spettatori reazioni di entusiasmo e coinvolgimento che manifestano battendo le mani a ritmo. Ci si dimentica per un attimo di trovarsi all’interno di un Teatro storico e, come sempre dovrebbe accadere, a far da protagonista sono le emozioni, il sudore, la bellezza, oltre ogni istituzione, convenzione, dogma: è sempre lì che si colloca la musica, quella che vale la pena di ascoltare dal vivo.
Segue poi una interessante versione di Red House. Il ruolo della riconoscibile chitarra solistica di Hendrix è affidato invece al corno di Giovanni Hoffer, il cui lungo assolo genera grandi applausi e consensi della platea.
Fra intimismo e urgenza, per una musica necessaria.
Il suono denso e pieno dell’orchestra lascia poi spazio a Emma Nolde, che esegue una versione quasi intima di Ain’t no sunshine che sembra dialogare col pubblico, cui racconta una storia, quella di un suono che attraversa epoche e spazi, di un genere che nasce da una sofferenza condivisa, diventando urgenza e necessità. Quell’urgenza di raccontare che tanta della musica contemporanea sembra aver dimenticato.
Il concerto si conclude con una ripresa di Let the good times roll e un abbraccio fra la Nolde e Morganti, che agli occhi di uno spettatore attento chiarifica il messaggio esplicitato nel titolo stesso della rassegna di concerti di cui Blues night fa parte, Afro American Connection. Creare connessioni, è questo lo scopo della musica.
Sono ancora disponibili i biglietti per il prossimo appuntamento di Afro American Connection dedicato alla musica funk!
a cura di
Letizia De Mase
foto di
Andrea Ranzi
Seguici anche su Instagram!