“Sembrava Bellezza” di Teresa Ciabatti
L’adolescenza è per sempre
A pochi giorni dalla scelta dei dodici candidati al Premio Strega 2022 per la sua LXXVI edizione, prima di cimentarmi nella scoperta di questi nuovi titoli in gara, sento il bisogno di dare una possibilità al libro forse più controverso della scorsa edizione. Entrato a gran voce nella dozzina degli autori candidati al premio, infatti, l’anno scorso il romanzo di Teresa Ciabatti si fermava a tale stadio non riuscendo, inaspettatamente, a conquistare un posto tra i cinque finalisti.
Cosa ha arrestato la sua corsa? I commenti, a caldo, sono stati molteplici e, come sempre accade, non tutte le recensioni sono state positive. Proviamo dunque a rispondere a qualche perplessità (o a porne di nuove, chissà).
Sembrava Bellezza è la storia di una scrittrice che, dopo anni di delusioni e difficoltà, conosce finalmente il successo. La sua arte, e la fama che ne deriva, diventano il suo riscatto per un’adolescenza e una vita passata ai margini. Lei, la bambina goffa e bruttina, la ragazza invisibile del liceo, è finalmente invitata ai party più esclusivi, a cerimonie e feste. E’ sulla bocca di tutti.
Sarà proprio il successo, il suo biglietto per il futuro, a diventare invece la finestra sul passato. La sua vecchia amica d’infanzia, infatti, torna dopo anni nella sua vita e non lo fa da sola. Con lei la sua ingombrante sorella, Livia, con il suo passato di bellissima e biondissima reginetta del liceo.
Un moderno flusso di coscienza
Il romanzo, così, diviene fin da subito un flusso di coscienza dove la Ciabatti intraprende una vera e propria lotta personale che vede se stessa fronteggiare finalmente i ricordi e i volti che non l’hanno mai abbandonata e che, anzi, hanno accompagnato ogni giorno della sua vita.
Da sempre, infatti, ogni successo, insuccesso e accadimento, sono vissuti da lei in un continuo raffronto ideale con la vita dei suoi amici-aguzzini.
“Ce l’ho fatta – parlo agli ex compagni di scuola, in un discorso interiore che dura da anni, in una fantasia che me li riporta davanti, ricchi superbi. Parlo a voi, di continuo a voi, immaginazione, sogno – capita di sognarvi, piccoli egoisti…”
L’intero romanzo è uno sguardo feroce dell’autrice, impregnato dalla voglia di riscatto da un’adolescenza difficile e che ha lasciato un lungo strascico di traumi.
Ma quale ex adolescente non può dire lo stesso? Forse è proprio questa la cosa che più mi ha legato a questa narrazione. Scoprire che la cattiveria dei ragazzi è la stessa in ogni liceo, che l’adolescenza ha portato le stesse paure a tutti, che anche le voglie amorose avevano lo stesso prurito per tutti. I sentimenti, dolci o amari, sorti a sedici anni restano forse i più forti che abbiamo mai provato e il loro spettro ci segue, a volte inconsapevolmente.
Non saprebbe descriverli meglio Teresa Ciabatti, con una sincerità che disarma il lettore facendolo ritrovare precisamente nelle sue parole, scoprendosi anche colpevole nel riconoscersi in un astio che non sapeva di provare. O comunque non ancora in quel modo!
Una protagonista difficile
Ciò che invece più lascia perplessi del romanzo è forse una trama forte ma mai sviscerata fino in fondo, che non riesce a far legare il lettore ai personaggi e alla storia narrata, ma soprattutto il carattere della protagonista, anche voce narrante.
Effettivamente si fa fatica ad empatizzare con lei. Il rancore derivato dagli anni passati ha fatto si che la donna diventasse insensibile e aspra, sfuggente di fronte alle avversità, con una voglia di riscatto tale da farle abbandonare tutto ciò che possa oscurare le sue possibilità, senza voltarsi indietro.
“Facendo un esame di coscienza la mia intera vita va letta sotto la luce del desiderio di rivalsa. Ogni rapporto, dentro e fuori casa, ha preso la forma del torto da vendicare”.
La protagonista scoprirà, però, che il vero riscatto non sarà dato dal successo. Il passato tornato a trovarla, infatti, farà crollare il muro d’odio creato intorno ai suoi ricordi, come a proteggerli e a rinchiuderli allo stesso tempo. Scoprirà le carte della dolcezza, del perdono e di una vita che va avanti per tutti, sfigate e reginette, e che non sempre la corona si rivelerà un dolce onere.
a cura di
Rossana Dori
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