“Salutami tuo fratello”: la nuova sfida di Marco Ligabue

“Salutami tuo fratello”: la nuova sfida di Marco Ligabue
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I primi 50 anni di Marco Ligabue “Tra Via Emilia e Blue Jeans” raccontati in un libro

“La musica è roba fatta per chi ha un cuore che batte e per chi ne vuole far battere altri centomila; è per chi ha gambe per ballare e per chi vuol far ballare il mondo ed è per chi ha orecchie per ascoltare e per chi le fa traboccare di note”.

Apriamo con questa citazione tratta proprio da “Salutami tuo fratello. Cronache spettinate di un rocker emiliano“, il primo libro di Marco Ligabue, Pendragon Editore, disponibile dall’8 aprile in tutte le librerie, per far capire quanto la musica sia stata il motore di tutta la famiglia Ligabue.

Dettaglio Copertina “Salutami tuo fratello”

Sì perché tutto ha avuto inizio dal mitico “Tropical” la balera gestita da papà Giovanni e mamma Rina, un vecchio cinema sulla strada per Rovereto a Correggio. Cittadina immersa nella nebbia d’inverno e invasa dalle zanzare d’estate, oltre che dal profumo di Lambrusco e dal sapore dei cappelletti in brodo. Sui mitici divanetti rossi il piccolo Marco scopriva che la musica iniziava a piacergli e l’adolescente Luciano aveva i suoi primi approcci amorosi.

Un locale che ne ha vista di gente importante, di lì son passati i Nomadi, Mingardi, Pavarotti, Matia Bazar, Riccardo Fogli, Orietta Berti, Claudio Baglioni, i Pooh, Ricchi e Poveri, Ivan Graziani e un giovane dj chiamato Vasco Rossi. Non dimentichiamo Jimmy Fontana che con la sua “Il mondo” ha stregato mamma Rina.

Insomma la musica c’è sempre stata, l’esigenza di raccontarsi in un libro nasce dal suggerimento di un giornalista. Questo ha rivelato Marco Ligabue durante la conferenza stampa di presentazione del libro: “È stato liberatorio, sono il fratello di una leggenda della musica, ho vissuto questi anni da addetto ai lavori, prima come ‘buttadentro’ ai primissimi concerti di Luciano, poi come musicista e autore, ora come cantautore”.

Essere fratello di Ligabue non è stato semplice ma le soddisfazioni sono tante

Questo “titolo” non è mai pesato a Marco, anzi grazie a suo fratello ha avuto modo di conoscere un sacco di persone che non avrebbe conosciuto altrimenti. “Tanti giornalisti e discografici li ha portati a casa per fargli gustare la cucina di mamma Rina”.

Marco è sempre stato pronto a sostenere il fratellone sin dagli inizi, e Luciano di questo è sempre stato felice. Nel 1991 ha fondato e continua a coordinare “Ligachannel” e “BarMario“, rispettivamente sito e fan club ufficiali di Luciano Ligabue.

La poca delicatezza e scarsa educazione di alcuni è stata più pesante della parentela

Essere il fratello di un big non ha spianato la sua strada anzi: “Ho dovuto sudare tantissime camice per potermi affermare“, tantissime le porte in faccia ricevute soprattutto quando nel 2013, dopo l’esperienza da chitarrista ed autore di testi e musiche de i “RIO” e dei “Little Taver & His Crazy Alligators“, decide a 40 anni di fare il cantautore.

Luciano, che dopo la morte di papà Giovanni è diventato un pò un papà per Marco, quando capì che la musica era importante per suo fratello e che poteva essere ingombrante si è messo da parte, sempre pronto a dare consigli quando richiesti.

Scrivere questo libro è stata l’ennesima sfida

“Mi sono sempre piaciute le sfide, ho lasciato i Rio quando le cose stavano andando bene”. Ma la voglia di cantare le proprie canzoni è stata più forte: “Ci credevo talmente tanto che ho resistito alle critiche“. Non è stato facile accettare fischi e critiche del tipo “tanto non sarai mai all’altezza di Luciano”, ma la cosa che pesava di più era il modo non proprio educato e discreto di tanti di avvicinarsi solo per chiedere “Come sta tuo fratello? Me lo saluti?“.

Marco da buon emiliano è “un inguaribile ottimista” che riesce a vedere il rovescio del rovescio della medaglia. Il sorriso e la naturale simpatia sono caratteristiche comuni agli emiliani, gente concreta, che non molla, pronta a unirsi nelle difficoltà vedi in occasione del terremoto del 2012, “il giorno dopo erano lì a rimboccarsi le maniche senza ulteriori drammi”.

Un libro che restituisce uno spaccato di tre generazioni con la giusta dose di leggerezza, quanto mai necessaria oggi

In questo racconto dei primi 50 anni di vita di Marco Ligabue c’è spazio quindi per i ricordi d’infanzia nella balera di mamma e papà, le avventure giovanili e le imprese memorabili come la maratona corsa per papà Giovanni, già malato: “Mostrargli la foto con la medaglia per fargli capire che ero cresciuto come lui voleva, con la voglia di non mollare mai“.

Scrivere questo libro è stato sperimentare un tipo diverso di scrittura: “Nelle canzoni mi concentro più sulle frasi, nel libro ho dato peso a ogni singola parola per restituire al meglio le immagini, i profumi e i sapori della mia terra, degli incontri, delle esperienze vissute”.

Lo scorso anno Marco ha pubblicato “Tra Via Emilia e Blue Jeans” un disco che ha visto la collaborazione di Lenny, suo nipote, per festeggiare i suoi 50 anni. La title track, scritta durante i primi mesi di lockdown, preannunciava le cronache del libro. Non solo, nel disco c’era anche un estratto dello stesso in formato audiolibro.

Marco Ligabue – live –
“Diventare padre mi ha dato la consapevolezza necessaria a lanciarmi come cantautore a quarant’anni”

Così come per alcune canzoni è stato maggiore lo sforzo emotivo, è il caso di “Altalena” dedicata alla difficoltà di uscire da una storia d’amore e “Dentro” dedicata invece a sua figlia Viola lontana durante il lockdown.

Anche alcuni capitoli del libro è stato più difficile scriverli. “Non volevo risultassero autocelebrativi, ma poi ho pensato che erano esperienze e rapporti che meritavano di essere messe in luce”. Come quelli sul suo impegno a favore di organizzazioni no profit.

“Mi lascio ispirare dalla vita, dalle persone”

“Scrivere questo libro è stata un’esperienza esaltante – ha risposto così alla nostra domanda sulla possibilità di scrivere altri libri in futuro – la scrittura mi piace, se ci dovesse essere una storia che mi appassioni ci posso pensare”. Così come gli piacerebbe scrivere la sceneggiatura di un film o di una serie tv, ma il sogno di Marco è uno “suonare all’Arena di Verona“.

Una canzone insieme a Luciano?

Mi stimolerebbe molto ora, con un percorso mio alle spalle. Qualche tempo fa mi sarebbe sembrata una forzatura, quasi una raccomandazione”-

È stato proprio il fratello maggiore a scrivere la quarta di copertina di “Salutami tuo fratello”, nonostante l’essere diversi caratterialmente, la stima è reciproca e smisurata: “Le sue parole mi hanno emozionato e riempito il cuore“.

a cura di
Mariangela Cuscito

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