“A sangue freddo”: un capolavoro rivoluzionario

“A sangue freddo”: un capolavoro rivoluzionario
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A sangue freddo (In cold blood) è il capolavoro che Truman Capote ha scritto nel 1966 e che ha dato il via ad un nuovo genere letterario. Un romanzo non-fiction (romanzo-verità) che riesce ad unire spirito giornalistico e indagine psicologica dei personaggi coinvolti. Possiamo dire, senza esagerare, che questa opera è la madre di tante trasmissioni televisive (di i vari canali come Fox Crime o delle indagini condotte da Carlo Lucarelli).

A sangue freddo fu pubblicato nel 1966 su Random House e precedentemente uscì a puntate sul New Yorker, fra settembre e ottobre del 1965. Una lavorazione costata allo scrittore sei anni e che segnò la sua carriera in maniera quasi definitiva.

Una vicenda tragica

Il romanzo parte da un episodio di cronaca avvenuto il 15 novembre 1959 nel villaggio di Holcomb, “un’area solitaria del Kansas occidentale“. Una piccola comunità di anime che si conoscono e si chiamano per nome: in questa realtà sospesa fra il Far West e la tranquilla borghesia americana avviene un fatto tragico.

Nella loro casa viene sterminata la famiglia Clutter composta dal padre Herbert, la madre Bonnie e i loro due figli Nancy e Kenyon. Gli autori del massacro sono Perry Smith e Dick Hickock, due rapinatori in libertà vigilata che si recano di notte nella casa, dietro suggerimento del detenuto Floyd Wells, secondo il quale c’era una cassaforte.

La cattura

Alla fine tutto va a rotoli, i banditi trovano solo pochi spiccioli e partono per una fuga rocambolesca in Messico spinti dalle fantasie quasi fiabesche di Perry Smith. I due, stanchi e delusi, torneranno a Kansas City e saranno definitivamente catturati. Il libro si conclude con la condanna a morte dei rapinatori.

Truman Capote ricostruisce in A sangue freddo l’intera vicenda, recandosi di persona nei luoghi dell’accaduto accompagnato dalla sua amica d’infanzia Harper Lee, autrice del famoso romanzo Il buio oltre la siepe. E’ testimone così della cattura, del processo e dell’esecuzione dei due imputati.

Un destino (quasi) comune

Sopratutto rimarrà personalmente coinvolto dalla frequentazione in carcere di Perry Smith che aveva in comune con Capote l’infanzia difficile e una madre alcolizzata. Smith è visto quindi dall’autore come una sorta di sodale, compagno di tragiche solitudini e abbandoni.

Sul piano narrativo e filologico la grandezza di questo testo è data dalla descrizione dettagliata non solo delle vicende ma anche dei personaggi. Questa soluzione quasi maniacale ha il pregio di descrivere una parte dell’America, quella più rassicurante. Con la stessa oggettività Capote descrive i due soggetti colpevoli, le loro difficoltà ad affrontare una vita normale e la sensazione di essere sempre fuori dai canoni.

In questa rappresentazione di fatti e personaggi, indirettamente, Capote riesce a dare risalto anche alla pena di morte come extrema ratio. Negli ultimi capitoli, pur non citandosi mai, Capote cambia registro ponendo l’attenzione sulla mancanza di imparzialità di una giuria guidata da personaggi compiacenti.

Romanzo-verità

Un libro che, oltre ad essere un tracciato di storia e costume americano e delle sue contraddizioni rimane un modello di romanzo verità che sa scavare nella storia e nella psicologia, che esamina in maniera lucida e spietata le inspiegabili pieghe del male e della natura umana.

Il cinema ha tradotto in pellicola quest’opera con due film interessanti. Il primo omonimo del 1967, diretto da Richard Brooks, è molto fedele all’opera. La maniacalità del regista lo spinse a girare le scene dell’omicidio dei Clutter nella stessa casa dove avvenne il delitto originario. Il secondo, Truman Capote – A sangue freddo, invece è visto più dal punto di vista dell’autore interpretato da Philip Seymour Hoffman che vinse l’Oscar nel 2006 proprio per quella parte.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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