Portobello: “Andate a vivere in provincia, si sta bene”

Portobello: “Andate a vivere in provincia, si sta bene”
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Romolo Dischi presenta Farfalle, singolo che segna il ritorno dopo quasi un anno e mezzo di Portobello, progetto musicale di Damiano Morlupi nato nel 2017.

Durante il lockdown il pezzo viene registrato in casa, con l’aiuto di Matteo Agozzino (batteria), Luca Sabatini (chitarre) e Stefano Donato (basso, mix e master), le sonorità sono un giusto compromesso fra il dream pop e il pop classico italiano, un cambio deciso di direzione dalle sonorità che fino ad ora hanno definito il sound del progetto Portobello.

Portobello è Damiano Morlupi da Civitavecchia: la provincia e la vicinanza al porto hanno sempre condizionato il mood delle sue canzoni così come i musicisti che lo accompagnano, rappresentanti della vivace scena civitavecchiese.
Già nel 2017 con il primo EP 1980 cattura l’attenzione delle più importanti community della scena musicale indipendente. Nel 2019 esce il primo album Buona Fortuna che piazza Un Attimo e basta per diverse settimane nella playlist Scuola Indie di Spotify e nella Viral 50 e Cerotti nella New Music Friday Italy.

Nel 2020 il progetto Portobello torna con Romolo Dischi lasciandosi guidare dall’istinto e dalla voglia di sperimentare nuovi sound. Ecco cosa ci ha raccontato.

Torni sulla scena musicale dopo quasi un anno e mezzo di silenzio, come hai passato questi mesi?

Come un po’ tutti fra libertà e lockdown. Ho fatto tanto sport, sono andato a correre e mi sono allenato in palestra praticando pugilato. La musica e tutto quello che ci gira intorno negli ultimi anni, soprattutto in Italia mi ha un po’ stomacato, quindi l’ho volutamente lasciata da parte. Avevo però due canzoni finite e una terza in testa che volevo registrare e quindi eccomi qui.

Non ti spaventa tornare in un momento così difficile? Che ruolo pensi possa avere la musica?

Non mi spaventa perché non me ne frega niente, nel senso, penso che la musica sia arte, non mercimonio, quindi se ho la necessità di far uscire delle canzoni lo faccio senza farmi troppe domande, se il periodo aiuta a farla arrivare a più pubblico meglio, altrimenti pazienza, comunque rimane lì, anche se la ascolta una sola persona mi va bene, faccio le cose per me e non per gli altri.

“Se le crisalidi, si trasformassero in farfalle ed invadessero la città,
saresti qui al mio fianco, godendoti lo spettacolo insieme a me”, insomma sei un romantico d’altri tempi…

Dipende dai momenti, in quel momento lo ero, anche adesso lo sono, forse in maniera diversa ma lo sono. Ora che sono single da un po’ sinceramente mi sto desiderando una storia con la S maiuscola, vediamo cosa accadrà, qui bisogna vivere alla giornata.

Il nome d’arte che hai scelto per rappresentarti fa riferimento anche alle tue origini, al mare… che rapporto hai con il post in cui vivi?

Lo adoro, ultimamente l’ho riscoperto da runner, quando vado a correre sul lungomare capisco ancora di più quanto sono fortunato a vivere qui, con tutti i problemi che una provincia può avere per carità, ma io ci sto da dio.

Durante l’ultimo anno sei riuscito a trovare la giusta ispirazione per scrivere o hai subito il famoso blocco della creatività?

Ma ho un’ispirazione diversa, momenti in cui mi forzo ed escono cose fighissime (almeno secondo me) e altri dove ho l’ispirazione divina, farfalle è nata a metà fra questi due mondi, era un periodo in cui ascoltavo molto dream pop e alternative rock anni 90, Smashing Pumpkins, Sonic Youth, robe così e avevo proprio voglia di scrivere la mia 1979. Quindi è stato un compromesso fra un espediente diciamo artificioso e uno più naturale perché poi è venuta da sola quasi subito.

Cosa dobbiamo aspettarci adesso da te?

Almeno altri due brani, poi non so, magari qualche live quando si potrà oppure il silenzio, magari mi ritiro, ci devo pensare.

a cura di
Giulia Perna

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Giulia Perna

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