Marta Tenaglia: “Bonsai è una lettera d’amore che ho scritto a me stessa e a voi”

Marta Tenaglia: “Bonsai è una lettera d’amore che ho scritto a me stessa e a voi”
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Marta Tenaglia è una cantautrice milanese, presenta il suo singolo d’esordio Bonsai, frutto di un ricco, audace e profondo lavoro legato alla consapevolezza di sé e di conseguenza del suo progetto artistico.

Nelle sue canzoni beat vocali morbidi e testi veri, lucidi come specchi. Prima di uscire la sua voce fa il giro largo, perde tempo e scende finché può, per risalire e toccarti con delicatezza, ma senza chiedere il permesso.

Un percorso del quale risulta a volte protagonista, altre co-protagonista, e in qualche occasione anche quasi antagonista, ma in cui è sempre presente con tutta se stessa. Bonsai è un brano manifesto per l’artista, in cui, grazie anche al suo produttore Federico Carillo, Marta tira fuori tantissimo di sè, facendo percepire la potenzialità della sua arte e palesando inequivocabilmente una sensibilità da fuoriclasse, che mette a nudo un’anima che sa coccolare, consolare, ma anche scuotere, con forza. Quella di una donna.

L’ho intervistata ed ecco cosa mi ha raccontato.

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Marta Tenaglia, su di te poco info biografiche, sappiamo che sei una cantautrice milanese ma raccontaci delle tue origini…

Sono nata a Milano nel ’92, mamma genovese ma bisnonna milanese, papà milanese ma nonna emiliana e nonno abruzzese. Mi sento milanese ma il mare ligure e le sue spiagge spigolose sono il mio habitat naturale, sono cresciuta a piedi nudi sugli scogli mangiando focaccia e trofie al pesto. L’Abruzzo invece pensa un po’ l’ho scoperto solo quest’estate andando a trovare un amico, e sono stata proprio nel paesino originario di mio nonno, Orsogna, dove la maggior parte degli abitanti fa ‘Tenaglia’ di cognome.

Con maggior parte intendo che quasi qualsiasi citofono del paese ha un Tenaglia tra i cartellini e quasi ogni persona con cui parli ne ha uno tra i parenti. Ho scoperto di avere molto in comune con gli abruzzesi, sono persone con il cuore trasparente, infatti guarda quasi quasi mi piacerebbe diventare famosa solo per ritornare trionfante ad Orsogna e portare onore al cognome Tenaglia, mi sono già flashata tutta la parata con la banda che suona Bonsai. Forse un po’ troppo auto celebrativo, va beh comunque il prossimo singolo è in abruzzese.

Cosa hai fatto fino ad ora e perché non avevi ancora pubblicato nulla di inedito?

Fino a ora ho fatto tante cose apparentemente sconnesse, eppure sono convinta che tutto sia servito a costruire la strada fino a qui. Se non avessi fatto il liceo classico non avrei coltivato il mio amore per le parole, se non avessi studiato scienze politiche all’università non sarei riuscita a convertire nello stesso modo la rabbia in energia per conoscere, se non facessi la truccatrice in teatro non avrei imparato sulla mia pelle che cosa realmente significa un palcoscenico e da quanta passione e frustrazione e energia e conoscenza di tantissime persone è formato un singolo istante visibile al pubblico.


Mi chiedono spesso perché io non abbia pubblicato nessun inedito prima di adesso, credo che sostanzialmente sia perché per gran parte della mia vita ho pensato che quello che avevo da dire non fosse abbastanza interessante.

Sul tuo profilo Spotify si trovano alcune cover molto interessanti, con quale artista italiano o straniero ti piacerebbe duettare?

Mi piace suonare e cantare con altre persone, fondere gli stili e creare sinergie, più o meno per ogni canzone che sento vorrei un featuring. In Italia mi piacerebbe tantissimo lavorare con Venerus, mentre andrei a Londra a piedi se potessi cantare con Puma Blue. Oppure facciamo a metà strada tra lì e Milano e ci incontriamo tutti e tre, google maps mi dice che Joncreuil in Francia dovrebbe essere un buon compromesso.

Bonsai è il titolo del tuo nuovo singolo e sembra quasi una lettera verso te stessa. Sbaglio?

Un po’ tutte le mie canzoni sono lettere a me stessa, sono verità che riesco a dirmi solo in quel modo, sono fasi di una ricerca personale infinita che cerca di elaborare quello che mi succede. Quindi sì in qualche modo lo è, ma è anche una lettera d’amore a chiunque voglia far parte di un cammino comune, di un ascolto reciproco.

La Santa Rosalia che nomini evidenzia legami con la Sicilia ma anche con un certo tipo di credenze religiose. Chi è il tuo Dio?

Sì io sono nata e cresciuta in una famiglia cristiana cattolica praticante, questo sicuramente ha avuto delle influenze sulla mia educazione e formazione. Io non mi ritengo cattolica, ho una grande considerazione e rispetto per il messaggio umano della Bibbia ma mi sono allontanata dalle sue istituzioni e riti, non li sento miei; non sono particolarmente arrabbiata con la Chiesa, insomma non più che con qualsiasi altra istituzione umana monopolizzata e plasmata da uomini bianchi eterosessuali cisgender tendenzialmente benestanti.
Ho sicuramente un Dio, ma più che a un creatore onnipotente somiglia più a un qualcosa la cui esistenza dipende dal mio voler amare la mia vita. Ed è non-binary, di sicuro.

Dopo questo brano immagino che ce ne saranno altri fino ad arrivare ad un Ep o ad un album. Hai già in mente la strada da percorrere o è tutta in divenire?

Non so se ci sia qualche aspetto della mia vita che possa non essere tutto in divenire in questo momento così complesso. Sto costruendo una strada che adesso so riconoscere, ho degli obiettivi a medio lungo termine ma non escludo di rivederli e rimpastarli per adattarmi alle cose che ultimamente succedono così in fretta (così in fretta!!). Ci sono altri singoli in arrivo, questo è certo.

Spesso dicono che le donne sono poco solidali tra di loro ma sfatiamo questo mito. Fammi 3 nomi di musiciste che apprezzi particolarmente.. 

Secondo me invece lo siamo, esattamente come sanno esserlo tra di loro tutte le persone che fanno parte di gruppi sociali oppressi. C’è certamente tanta competizione, parlo per me e per il campo musicale italiano, siamo poche e quasi sempre messe a confronto solo perché donne.

Sinceramente penso che, stavolta in generale, uno dei motivi per cui a volte sappiamo essere subdolamente avversarie è che non ci è permesso di essere esplicitamente rivali, nel senso sportivo del termine. Quindi spesso si finisce per sorridersi a denti stretti e tentare di reprimere antipatie sacrosante, sacrosante!


Mi vengono molti più di tre nomi in mente che apprezzo in modo particolare, di sicuro Margherita Vicario, Serena Brancale, Jamila Woods, Erykah Badu, Naty Peluso, Jain, Charli XCX, Caroline Polachek…

a cura di
Giulia Perna

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Giulia Perna

2 pensieri su “Marta Tenaglia: “Bonsai è una lettera d’amore che ho scritto a me stessa e a voi”

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