Silvia Nair e il suo ultimo singolo “Ho visto un sogno”

Silvia Nair e il suo ultimo singolo “Ho visto un sogno”
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“Ho visto un sogno” è il titolo del nuovo singolo di Silvia Nair, che anticipa il terzo album di inediti in uscita in autunno che vanta la prestigiosa produzione olandese di Franck Van Der Heijden e Michael La Grouw.

La potente vocalità di Silvia è una caratteristica che spicca, ma non è l’unica peculiarità di una cantante che è anche performer, musicista (pianoforte), autrice e compositrice di canzoni e di colonne sonore per Cinema e Documentari molto apprezzata anche all’estero.

La sua carriera da artista nasce dopo l’abbandono di quella notarile e vanta già le collaborazioni prestigiose di Baglioni, Dalla, Bocelli, Battiato, Ron, oltre che le esibizioni per il presidente Lula in Brasile, per la famiglia reale in Giordania e per Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI.

Inoltre per il cinema ha scritto e interpretato numerose colonne sonore e recentemente ha pubblicato il brano “Freedom”, title track della colonna sonora de “El numero Nueve – Gabriel Batistuta” docufilm che celebra la vita e la carriera del campione argentino.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con lei per scoprire la sua interessante carriera e i suoi sogni nascosti.

Silvia Nair, foto promozionale di Ho visto un sogno
Ciao Silvia, comincio chiedendoti come sia stato prendere la decisione di abbandonare la carriera notarile per intraprendere un percorso artistico e generalmente più rischioso e quali i motivi che ti hanno spinta a farlo.

Gli studi giuridici sembravano una scelta naturale, con una famiglia di notai e avvocati alle spalle. Ma poi ho realizzato che stavo vivendo una vita e un ruolo che non mi appartenevano.

La mia essenza di artista così ha preso il sopravvento e alla vigilia del concorso notarile ho abbandonato tutto per inseguire il sogno della musica. Essere artisti è un modo di essere, di pensare e di vivere non omologato, diverso, che non puoi reprimere a lungo.

Quali sono le influenze musicali che più ti hanno ispirata nella tua carriera artistica?

Sono da sempre curiosa sia in campo musicale che in altri ambiti. In famiglia mamma era appassionata di opera, papà di musica sinfonica e i miei fratelli di rock e pop anglo-americano. Io ho studiato pianoforte in Conservatorio e canto.

Il mio stile vocale, la mia composizione fondono in modo originale la cultura musicale classica con il pop e il rock inglese. Amo Puccini, il compianto Morricone, Debussy; adoro Elton John, Pink Floyd, Queen e David Bowie; amo le voci di Barbara Streisand, Whitney Houston e Annie Lennox

Qual è la storia di “Ho visto un sogno”? Cosa dobbiamo aspettarci dall’album in uscita in autunno?

È un brano rock sinfonico con una strofa poetica che apre ad un inciso esplosivo, epico. Il brano lancia un messaggio forte: I sogni scrivono le storie individuali, i sogni cambiano la Storia dell’umanità! Il sogno, inteso come obiettivo da perseguire, ha un potere straordinario.

Infondendo forza e coraggio, aiuta a superare paure e ostacoli, consentendo così di raggiungere traguardi impossibili. L’album è poetico, potente e coinvolgente, pop e rock sinfonico, dalla straordinaria produzione internazionale e con prestigiosi special guest.

Ascolta “Ho visto un sogno” su Spotify
Silvia Nair, foto promozionale di Ho visto un sogno
Hai avuto il piacere di collaborare con alcuni dei nomi più importanti nella scena musicale italiana, da Battiato a Dalla, passando da Bocelli e Baglioni. Cosa ne pensi dell’evoluzione della musica italiana e della scena definita “indie” negli ultimi anni?

Oggi la musica indie fortunatamente ha trovato più spazio, divenendo grazie ad alcuni artisti mainstream. Al contempo la scena musicale appare letteralmente invasa da rapper e trapper.

A fronte di artisti hip hop validi, interessanti, innovativi, credo che altri siano motivati dalla moda e dalla popolarità del genere e non da una vera attitudine o ispirazione, per poter far breccia nel mercato. Così però si impoverisce il panorama musicale, penalizzando proposte artistiche originali e alternative.

Di recente hai pubblicato la title track della colonna sonora de “El numero Nueve – Gabriel Batistuta”, docufilm sulla carriera dell’attaccante argentino. Hai avuto altre esperienze in ambito cinematografico? Quali aspetti caratterizzano questo tipo di lavoro?

Ho scritto il testo del brano portante del film d’animazione franco-canadese “Ballerina”, campione d’incassi 2017 al box office.

Ho realizzato le musiche di due film prodotti da Rai Cinema, come “Questo è mio fratello” di Marco Leopardi, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2018; del film drammatico “Anja” di Pablo Benedetti di prossima uscita e del docufilm “Il triangolo della morte – I mostri di Firenze” dell’americana Andrea Vogt a settembre su La7.

Ho composto musiche per documentari trasmessi da Geo&Geo, da Discovery Channel e History Channel worldwide. Quando componi per il cinema devi mettere la tua creatività al servizio della visione e della sensibilità del regista, seguendo una narrativa precisa, una partitura visiva.
Quando scrivi per te stesso, sei libero, produci a briglie sciolte.

Silvia Nair, foto promozionale di Ho visto un sogno
La tua carriera e la tua esperienza hanno connotati internazionali, partendo dalla release in Giappone del primo album, arrivando alle esibizioni per il presidente Lula in Brasile e la famiglia reale in Giordania. Quali sono i passi da compiere per intraprendere questo tipo di percorso artistico?

Il mio percorso è davvero anomalo. Toni Verona, presidente della mia casa discografica Ala Bianca, capì dall’inizio il mio appeal internazionale legato al tipo di vocalità crossover e alle melodie di ampio respiro che compongo. All’estero amano il bel canto italiano, la nostra cultura melodica, come quella del genio Morricone.

Sono necessari passione unita a visione a 360°e a determinazione perché il percorso dell’artista è difficile, in salita come pochi. Studiare molto, essere curiosi, esplorare e sperimentare generi e stili diversi, per trovare la propria dimensione congeniale, esprimendo artisticamente qualcosa di nuovo, unico.

A proposito del tuo nuovo singolo, chiudo chiedendoti qual è il sogno che tieni nascosto nel cassetto e che speri di realizzare prima o poi?

Vorrei che la mia musica arrivasse ad un pubblico più vasto possibile per lanciare messaggi forti, potenti. Inoltre, sono uno spirito libero, non mi pongo limiti. Guardo avanti, guardo in alto, ma non indietro. Sono partita come cantante, poi cantautrice, oggi sono anche compositrice di colonne sonore. Chissà cosa farò da grande… Forse l’attrice.

a cura di
Matteo Delfino

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