Luca D’Elia in arte Groviglio Deforme

Luca D’Elia in arte Groviglio Deforme
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Oggi attraversiamo lo stivale per arrivare in Salento, per l’esattezza a Gallipoli, e scoprire qualcosa in più su Luca D’Elia, meglio conosciuto dal popolo di Instagram, grazie alle sue illustrazioni, come Groviglio Deforme.

Luca non è solo un illustratore, è molto di più, ed è proprio attraverso la sua arte che riesce a dare forma a tutto ciò che vede, sente, ascolta e legge ed è attraverso le sue illustrazioni che prende vita il mondo visto attraverso i tuoi occhi con tute le possibili sfumature, sia di luce che di emozioni.

Se dovessi definire il suo modo di comunicare direi: “senza nessun filtro” perché c’è talmente tanta verità e tanta vita nei suoi disegni che arriva in maniera lampante la sua totale libertà di espressione, il suo pensiero e la sua idea, senza la preoccupazione di risultare eccessivo con l’uso dei colori e delle immagini, ma preoccupandosi solo di far trasparire sentimenti veri, nudi e crudi.

Che si tratti di una poesia, di un libro, di un momento sociale (presente e passato) o di una persona, Luca riesce comunque ad arrivare dritto al punto con le sue illustrazioni d’impatto, che hanno sempre un messaggio chiaro e forte e sono sempre un invito a fermarsi e guardare bene, guardare “oltre” per imparare a cogliere e dare valore anche a ciò che a volte ci sfugge o sembra nascondersi bene.

Ma scopriamo insieme qualcosa in più a proposito della sua persona e della sua concezione di arte…

Rompiamo subito il ghiaccio con una domanda inevitabile da fare: da dove nasce il tuo nome d’arte Groviglio Deforme?

Nasce dalla voglia di accostare un nomignolo bizzarro, simpatico che identificasse questo mio genere di illustrazioni. Groviglio perché composte da elementi confusi tra loro, Deforme perché dall’aspetto e struttura diverse da ciò che è definito regolare, appunto per potermi avvicinare a quel surrealismo che piacevolmente mi allontana dalla realtà, dalla razionalità cercando di andare oltre.

Raccontaci un po’ anche quand’è nata la tua passione per l’arte e nello specifico il tuo progetto di illustrazioni…

Questa è una passione che mi ha sempre accompagnato, fin da bambino. Ho sempre disegnato da autodidatta e anche sotto la guida di un’altra grande Artista. Soltanto in età avanzata ho deciso di intraprendere la strada che poi mi avrebbe portato a frequentare la Scuola Internazionale di Comics, un anno a Roma e due a Firenze. Da qui è partito il progetto di utilizzare l’illustrazione come strumento di comunicazione visiva interpretando a mio modo messaggi, concetti, racconti, slogan o pensieri. L’illustrazione non solo deve essere bella o esteticamente accattivante ma deve essere soprattutto efficace, convincente e deve far arrivare con chiarezza il messaggio conquistando l’attenzione del pubblico e devo dire che non è affatto semplice, è un continuo mettersi alla prova.

I colori che utilizzi prevalentemente sono il rosso e il nero, c’è un motivo dietro questa scelta che in qualche modo va ad identificare il tuo stile oppure è una semplice casualità?

In realtà mi piace adoperare tutti i colori, dipende dalle circostanze, tranne che per le mie illustrazioni e i “non colori“, chiamati così, che preferisco utilizzare sono appunto il nero e il bianco del foglio stesso o del pennino. Il loro contrasto mi crea una sorta di dipendenza e mi affascina così come lo stile Gotico, Dark, l’unione tra il mostruoso e l’angelico, l’orrido e il bello, l’inquietante e il risplendente, il romantico e il tragico. Per quanto riguarda il colore rosso ho cominciato ad aggiungerlo successivamente per creare ancor più contrasto ma soprattutto per incrementare emotivamente la forma del disegno e i sentimenti di chi lo osserva.

Bianco come la luce, la speranza, la purezza, la fiducia, la spiritualità, la libertà, l’inizio della fase vitale.
Nero come l’oscurità, la negazione, la ribellione, il sacrificio, la tenacia e la conclusione della fase vitale.
Rosso come il sangue, la forza di volontà, la passionalità, la creatività e l’unione con l’energia vitale.

Le tue illustrazioni hanno diverse varianti, spaziano da immagini se vogliamo anche “crude” ad altre decisamente sentimentali, qual è la tua fonte d’ispirazione e soprattutto come nascono e prendono poi realmente vita le tue opere?

La fonte d’ ispirazione è il mondo, tutto quello che lo compone, la vita ed i suoi fatti di cronaca passati o attuali. Basta osservare tutto quello che ci circonda e prenderne spunto, far nascere idee da tutto questo e così si rivelano quelle immagini “crude“ o sentimentali che compongo. Provo a sensibilizzare me stesso e chi osserva le illustrazioni. Cerco di creare quanto più impatto possibile per far cogliere il messaggio e se mi azzardo ad essere crudo e schietto è fortemente voluto, che piaccia o meno, proprio così com’è la nostra esistenza.

ULTIMO SORSO DI TE… E POI SMETTO.
Dal tuo profilo Instagram emerge una sorta di “arte nell’arte” perché spesso i tuoi disegni sono accompagnati da poesie e da frasi tratte dai libri, c’è un artista a cui fai riferimento o che ami particolarmente e perché?

Le illustrazioni sono spesso accompagnate da poesie o frasi tratte dai libri perché riescono a coinvolgermi emotivamente ed a spronarmi la fantasia per la creazione dei miei disegni. Il mio avvicinamento a questo lo devo appunto, appunto, ad un poeta, Andrea Donaera quando anni fa mi chiese di illustrare un suo libro di poesie, cosa che non avevo mai fatto, ma fu bello provare ad interpretare la parola, i sentimenti e pensieri altrui anche se complicato e da quel momento ho continuato a farlo. Grazie a lui ho conosciuto poeti come Alda Merini, Chandra Livia Candiani, Patrizia Cavalli, Michele Mari per citarne alcuni, ma son tanti gli artisti ai quali faccio riferimento come ad esempio Charles Bukowski, Jacques Prévert, Edgar Allan Poe, Jim Morrison, Fabrizio De Andrè per citarne altri ma devo ancora entrare in contatto con molti.

Mi affascina e incuriosisce la loro vita privata e il modo di pensare e agire. Per quanto riguarda lo stile di disegno ho preso spunto da Aubrey Vincent Breadsley, un illustratore e pittore di fine ‘800. Mi hanno conquistato le sue opere fin da subito, le sue composizioni con colorazione a campitura piatta in bianco e nero così grottesco, satirico, onirico, satanico, erotico influenzato dallo stile giapponese, dallo stile Liberty come Alphonse Mucha, dal puntinismo e dal simbolismo.

Quali sono le tue passioni, oltre questa?

Altre mie passioni sono gli animali, la musica, il cinema, il teatro, la lettura, i musei, le gallerie d’arte, viaggiare e per finire il Nettare degli Dei e la marijuana.

Siamo in un periodo particolare soprattutto per le menti creative come la tua, che può sfociare in un blocco o in un’esplosione di idee, tu come lo stai vivendo?

Lo vivo molto tranquillamente. Ho avuto blocchi in molti periodi e continuo ad averne. Può succedere che ci si innervosisca, ci si agiti e può salir la noia, ma col tempo ho imparato che bisogna avere pazienza e saper aspettare. Può capitare a chiunque, credo sia una cosa normale. Per queste cose è difficile avere delle idee sempre a disposizione e quando arriva il vuoto, il nulla, bisogna temporeggiare e nel mentre distrarsi, pensare a qualcos’altro così da liberare completamente la mente. Serve a ripulire ed alleggerire il tutto. Non si conosce mai la durata, possono essere ore, giorni, mesi, l’unica cosa che si sa è che quando la scintilla si ripresenta e tu sei carico, allora non ti ferma più nessuno. Si ritorna ad essere esplosioni di appagamento, di idee, di sogni per sé stessi e per gli altri.

a cura di
Claudia Venuti

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Claudia Venuti

Claudia Venuti nasce ad Avellino nel 1987, a 14 anni si trasferisce a Rimini, dove attualmente vive e lavora. Oltre ad essere il responsabile editoriale della sezione musica di TheSoundcheck, è responsabile dell’area letteratura dell’ufficio stampa Sound Communication. Studia presso la Scuola Superiore Europea di Counseling professionale. Inguaribile romantica e sognatrice cronica, ama la musica, i viaggi senza meta, scovare nuovi talenti e sottolineare frasi nei libri. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, la sua più grande passione è la scrittura. Dopo il successo della trilogia #passidimia, ha pubblicato il suo quarto romanzo: “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio” con la casa editrice Sperling & Kupfen del Gruppo Mondadori.

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