5 canzoni per capire che Piero Pelù solista non ha fatto solo cose orribili

5 canzoni per capire che Piero Pelù solista non ha fatto solo cose orribili
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Tra un “Hua!” e una borsetta scippata all’Ariston, il frontman dei Litfiba ha realizzato anche brani apprezzabili

È da poco uscito Pugili Fragili, il nuovo album di Piero Pelù. Cosa c’è di meglio per festeggiare 40 anni di carriera (Mugnions e Litfiba compresi, ovviamente), se non un nuovo lavoro da dare alle stampe?

Preceduto da Picnic All’Inferno e da Gigante (brano presentato a Sanremo), Pugili Fragili è il classico disco del Pelù solista: qualche buona idea (Fossi Foco, duetto con Andrea Appino dei The Zen Circus), qualche spunto curioso (Luna Nuda), qualcosa che non funziona (Ferro Caldo), un paio di brani azzeccati (Nata Libera, la cover di Cuore Matto).

Nulla di nuovo per chi segue l’El Diablo da tempo: chi è grezzo nell’animo e riuscirà a sorvolare su testi non esattamente memorabili, godrà nei brani più roboanti e tirati; gli episodi più pacati denotano invece un’ispirazione spesso superiore e apprezzabile.

Delle volte vengo deriso perché seguo Pelù, “Quello di Toro Loco hai quel fuocoah” (la versione 2013 è fantastica, giuro), “Quello dell’Ammmmore immaginatoah”, “Quello del capostazioneah”, “Quello che fa hua”.

Ma il frontman dei Litfiba non ha realizzato solo episodi discutibili, che persino lui stesso evita di inserire in scaletta da sempre (Gatte e Topi, da UDS, mai eseguita live, per fortuna).

Ha fatto anche cose pregevoli. Ecco dunque 5 brani (più qualche consiglio buttato lì per incuriosire ulteriormente) che costituiscono un piccolo vademecum per capire che Piero Pelù, come solista, non ha fatto solo cose orribili.

Viaggio (Album: Tutti Fenomeni, 2008)

Una ballad delicata, che cresce poco a poco. Un testo d’impatto nella sua semplicità. Un inno a ritrovrarsi per capire verso quale direzione procedere nella propria vita. Altri ascolti consigliati dallo stesso album: Parole Diverse, Amor Diablo.

Lentezza (Album: In Faccia, 2006)

Bella lotta. In Faccia è l’album più riuscito del Pelù solista. Lentezza, tuttavia, è un pezzo speciale. L’elogio a prendersi il proprio tempo, capire quale sia il proprio equilibrio interiore per affrontare al meglio la vita. Altri ascolti consigliati dallo stesso album: Segni n’ Faccia, Velo, Fiorirà.

Anche A Piedi (Album: Soggetti Smarriti, 2004)

Probabilmente il capolavoro della sua discografia solista. Gianni Maroccolo dà una mano con le musiche, Piero ricorda che a volte una scrittura semplice è anche la più efficace. Davvero una gemma memorabile. Altri ascolti consigliati dallo stesso album: Dea Musica, Soggetti Smarriti.

Nata Libera (Album: Pugili Fragili, 2020)

La conferma di ciò che dico da un po’ di tempo: quando rallenta il passo, Piero Pelù torna a scrivere bei testi, e anche gli arrangiamenti giocano a suo favore. Altri ascolti consigliati dallo stesso album: Cuore Matto, Fossi Foco, Pugili Fragili, Canicola (solo se siete tamarri inside).

Io Ci Sarò (Album: Né Buoni Né Cattivi, 2000)

Rock melodico, testo non così scemo come inizialmente sembra (“Io mi vesto d’assassino col mio passato / Ho esagerato ma è più forte di me, per ora”, riferimento ai Litfiba). Non fatevi ingannare dal videoclip tamarro. Altri ascolti consigliati dallo stesso album: Perfetto Difettoso, Né Buoni Né Cattivi.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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