Siete pronti per un ultimo imperdibile viaggio nel Sottosopra? Giovedì scorso sono state rilasciate da Netflix le prime quattro puntate della stagione conclusiva di Stranger Things, la Serie TV evento che si accinge a chiudere i battenti a 10 anni di distanza dal suo debutto sul piccolo schermo. Pronti a seguire Undi, Will, Mike, Dustin e Lucas nello scontro finale, giù – o per meglio dire “sotto” – nella tana di Vecna? Ultima fermata, Hawkins!
Un caloroso bentornato a Hawkins, la ridente e pacifica cittadina dell’Indiana (forse un po’ meno radiosa e tranquilla di come ce la ricordavamo), l’unico punto nel mondo dove tutto – ma proprio tutto – sembra accadere.
Perché tra una caccia al Demogorgone e l’altra, l’annuale ricerca del bambino scomparso, militari ovunque e l’ormai ricorrente “Missing Vecna”, possiamo proprio dirlo: certe cose non cambiano mai. Quindi, bentornati a casa, ragazzi!
In queste prime quattro puntate la posta in gioco si alza notevolmente, mentre, in una forsennata corsa contro il tempo, assistiamo alla disperata ricerca di Holly Wheeler, rapita dal mostro più iconico di tutte le serie tv, che non sembra decisamente aver perso il suo smalto.
Con Hopper e Undi dispersi nel Sottosopra in seguito a una ricognizione finita male, Joyce impegnata nel disperato (e noioso) tentativo di proteggere William – vi prego, ridatemi la signora Byers delle prime due stagioni! – e l’enigmatica figura del Signor Cosè da decifrare, anche questo capitolo finale sembra promettere tutto ciò che ha contribuito alla fortuna dei precedenti: mistero, azione, un pizzico di horror e… tantissime citazioni degli anni ‘80!
*Attenzione: il resto dell’articolo potrebbe contenere spoiler e teorie sulla stagione finale.*

Una stagione più cupa
Con un debutto record di 59.6 milioni di views (il miglior lancio mai visto per una serie in lingua inglese su Netflix) e un rating dell’85% su Rotten Tomatoes, il gioiellino della celebre piattaforma si candida già ad indiscusso successo.
Tuttavia, alcuni fan hanno espresso il loro disappunto per i toni eccessivamente gravi di queste prime puntate, caratterizzate da una componente decisamente più dark e più cupa. Complice l’ambientazione stessa – ci troviamo in una Hawkins profondamente mutata, a causa dell’apertura del varco che ha squarciato la cittadina – e le vite condotte dagli abitanti, scandite da una coesistenza sempre più intensa con l’esercito.
Le battute e le gag si fanno meno frequenti, lasciando spazio a momenti carichi di tensione e discorsi pieni di pathos, in un’escalation visiva ed emotiva da cardiopalma.

Tutto è greve e l’intensità trasuda da ogni parola, da ogni scambio, da ogni sguardo. Il presagio di morte è evidente ovunque e le uniche scene caratterizzate da una certa luminosità e vividezza sono quelle ambientate a “Camazotz”, il mondo-prigione costruito dalla mente di Henry. Una gabbia dorata, un’allucinazione fatta di ricordi dove il serial killer più famoso del Sottosopra&dintorni ama rinchiudere i suoi bersagli, privandoli di ogni possibilità di fuga. O almeno così crede.
Nel prossimo rilascio, previsto per la notte del 26 dicembre, troveremo sicuramente qualche risposta in più nel sesto episodio, intitolato La fuga da Camazotz (Chapter Six: Escape from Camazotz).
Insomma, il finale di stagione si avvicina e la serie stessa ci sta preparando a un epilogo che si promette epico e ricco di sorprese. Incluso un inaspettato ultimo addio a qualche personaggio tanto amato.
L’elemento che non convince: la prigione mentale di Vecna e la triste sorte di Max
Pur avendo decisamente apprezzato queste prime puntate, uno degli elementi in cui ho riscontrato maggiore fragilità – esclusi alcuni spiegoni facilmente sostituibili e diversi buchi di trama (Derek che entra con una ricetrasmittente nella valigetta in una base militare di massima sicurezza e Murray che riesce a trasportare armi e oggetti proibiti di ogni tipo in uno dei posti più sorvegliati d’America? Oh, ma andiamo!) – è sicuramente “Camazotz”, il luogo nella mente di Vecna dove sono rinchiuse Holly e Max.
Mentre la prima è stata infatti scelta da Henry per un piano più grande, Max era stata maledetta dal mostro come ultima vittima e la sua morte aveva consentito l’apertura del quarto grande portale, al centro di Hawkins. Salvata da Undi alla fine della scorsa stagione e attualmente in coma, la ragazza si trova nella mente-prigione di Uno, impossibilitata ad uscire nonostante, dopo aver smarrito più volte la strada, avesse trovato una via di fuga, richiusasi malauguratamente con la fine della cassetta di Running Up That Hill (A Deal With God) che Lucas le stava facendo ascoltare.

Camazotz è un luogo che conserva tutti i ricordi di Henry, imprigionando le sfortunate vittime in uno spazio indefinito “nelle pieghe del tempo”, all’interno della vecchia casa dei Creel, tra le anguste stanze del laboratorio, nel buio eterno del Sottosopra.
Ma cosa rappresenta la caverna tanto temuta da Henry? E come faranno Max e Holly a fuggire da quel luogo?
Vecna imprigionerà lì anche gli altri bambini di cui si è impossessato?
La funzionalità di questa precisa scelta narrativa verrà sicuramente spiegata a tempo debito, tuttavia la mancanza di regole e di una costruzione più specifica la rende abbozzata e ancora tremendamente confusa. Un elemento, quindi, dall’enorme potenziale, che potrebbe tuttavia rivelarsi un’arma a doppio taglio, se non utilizzato adeguatamente.
Anche se con un pizzico di scetticismo, riponiamo la nostra fiducia nei fratelli Duffer, con la speranza che sappiano fornirci l’incastro perfetto per l’ennesimo pezzo di questo irrisolvibile grande puzzle.

Nuove alleanze
Elemento sicuramente più interessante è la formazione di nuove e vecchie alleanze, che lavorano tutte rispettivamente ad una parte del mistero di Vecna, ritrovandosi invischiati in nuove complicazioni e ricomponendo pian piano il grande disegno, con lo scorrere degli episodi.
Fa così la sua ricomparsa sulla scena Dustin, in una versione più aggressiva e arrabbiata che non mi dispiace affatto, diretta conseguenza della morte di Eddie. L’atteggiamento del ragazzo causerà non pochi battibecchi e più di qualche occhiataccia torva all’interno della nostra ship suprema: quella formata da lui e Steve, in gara aperta con Jonathan per il cuore di Nancy.
I quattro dovranno affrontare insieme un viaggio multidimensionale, alla scoperta di un insolito muro che – guarda caso! – circonda e trova il suo epicentro proprio nel laboratorio presente nel Sottosopra. Il quale potrebbe riservarci ben più di una sorpresa, per quella che si sta dimostrando una delle storyline più intriganti di questa stagione.
Una vera e propria rivelazione (e forse l’evoluzione migliore riservata ai personaggi in queste quattro puntate) è inoltre il rapporto instauratosi tra Will e Robin, il quale rappresenta indubbiamente molto più di un’amicizia per il giovane Byers: la ragazza abbandona il suo ruolo macchiettistico, diventando per lui una sorta di mentore. L’unica persona in grado di comprenderlo realmente, una vera e propria confidente in grado di fargli capire che ciò che sta veramente cercando non si trovi nella persona amata, ma vada trovato in se stessi.

Ultimi (ma non per importanza): Hopper e Undi, che si riprendono la scena tornando ad agire insieme con il loro consolidato rapporto padre-figlia. Dopo aver accuratamente approfondito, nel corso della scorsa stagione, il legame tra la ragazza e il dottor Brenner, è splendido osservare questi due personaggi intenti ad interagire in solitaria sullo schermo. E se il dono ricevuto dallo scienziato era stato (tralasciando i metodi utilizzati) il pieno sviluppo dei suoi poteri, dalle parole di Undici emerge quanto la figura di Hopper sia stata fondamentale per il suo percorso di crescita, avendole trasmesso tutti quei valori in cui crede e che la spingono all’azione (“testa calda” compresa).
Stranger Things si dimostra, dunque, molto di più di un’ottima serie horror: un racconto di formazione e di crescita, dove i nostri beniamini cadono, imparando così a rialzarsi.
Un viaggio dell’eroe dove, affrontando peripezie e difficoltà, i nostri protagonisti si devono infine confrontare con l’avversario più temibile di tutti.
Loro stessi.
William, lo Stregone
Arriviamo, infine, al colpo di scena finale. Il plot twist inaspettato (ma davvero così tanto?) riguardante Will, il quale, dopo essere stato schernito da Vecna (probabilmente ignaro di ciò che ha creato e dei seri problemi che il giovane Byers gli causerà), vede minacciati tutti i suoi più grandi affetti e, ricordando le parole di Robin, riesce a sbloccare il suo potenziale, diventando apparentemente ineluttabile (e con gli occhi rovesciati e vitrei).
Will Il debole lascia posto a William Lo Stregone, in una profezia che sembrava scritta fin dai primi minuti del pilot.
Perché se all’interno della serie le pedine di D&D rappresentano in un qualche modo i nostri protagonisti, il ruolo interpretato dal ragazzo era sempre stato quello del mago saggio, una figura capace di sconfiggere il Demogorgone a suon di “palle di fuoco”.
Il movimento della telecamera in avanti, proiettato verso il viso trasfigurato di Will, sui suoi occhi vitrei e verso quel rigolo di sangue sgorgato dal naso, ci fa capire come il giovane abbia raggiunto il traguardo finale, la forma più completa di sé, sbloccando quel potenziale di cui persino Vecna ignorava l’esistenza.

Questi nuovi poteri rappresenteranno sicuramente un aiuto nella battaglia finale, in quel probabile scontro tra Will ed Henry che potrebbe portare alla fine del Sottosopra, ma anche di entrambi.
Ci vediamo il 26 dicembre!
Molte sono le domande ancora irrisolte: come faranno Max e Holly a fuggire dalla mente di Henry? Quale sarà il ruolo di Otto in questo capitolo finale? I poteri di Will si dimostreranno il frutto di un potenziale sbloccato e recondito in lui, o sviluppati successivamente al rapimento di Vecna?
Per queste risposte (e molto altro), non ci resta che attendere il prossimo 26 dicembre!
a cura di
Maria Chiara Conforti
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