Il mondo del gioco d’azzardo, con i suoi eccessi, simboli e suggestioni iconiche, ha spesso ispirato la musica italiana, proprio come avviene con tematiche più note come l’amore, la storia o la politica. Gli artisti in generale prendono spesso in considerazione il gioco. Basti pensare ai numerosi film basati sulla tematica o ambientati in luoghi tipici del settore, come i migliori casinò di Las Vegas. Certo, non sono ancora arrivati a rappresentare protagonisti intenti a giocare partite di poker online o a leggere un articolo sui migliori bonus di benvenuto per i casino online. Ma i tempi sono maturi per aspettarsi uno scenario simile. Nel cinema come nella musica, perché anche i cantautori e i cantanti italiani e internazionali hanno spesso fatto riferimento esplicito al gioco, sia usandolo come metafora, sia citandolo in senso proprio. Ecco, quindi, cinque celebri canzoni italiane che parlano di gioco d’azzardo, tra realtà e metafora.
Las Vegas, Tancredi
La canzone di Tancredi, uscita nel 2021, si ispira in modo esplicito alla città simbolo del gioco nel mondo. Nel testo si rincorrono riferimenti a casinò, fiche e hotel di lusso, ma Las Vegas si trasforma anche in una cornice ideale per una fuga d’amore. Il gioco qui diventa sfondo e metafora: scappare a Las Vegas diventa sinonimo di evasione e desiderio di una vita più intensa, dove le scommesse non sono solo al tavolo verde, ma riguardano i sentimenti stessi. La città, quindi, è sia tentazione che promessa di felicità, sospesa tra sogno e realtà.
Slot Machine, Marracash ed Emis Killa
Questo pezzo del 2011 utilizza la metafora del gioco per raccontare le insidie della vita. La slot machine, come si evince dal testo completo, diventa simbolo delle scommesse da affrontare ogni giorno nella società attuale, soprattutto in certe realtà. Il ritornello recita: “Se la vita è una slot, mi gioco tutto e punto al jackpot”, lasciando intendere come la voglia di riscatto e il rischio siano elementi costanti da affrontare. Il gioco d’azzardo rappresenta qui l’incertezza della vita e il bisogno di tentare la sorte anche quando “la fortuna non gira”.
Gioco d’azzardo, Paolo Conte
Paolo Conte, artista raffinato e malinconico che ha appena ripubblicato il suo storico concerto “Nel cuore di Amsterdam” del 1988 al Royal Theatre Carré, nel brano “Gioco d’azzardo” del 1982, parla di gioco in senso più psicologico e sentimentale. Nel brano “Gioco d’azzardo”, l’amore tribolato viene paragonato a una scommessa persa, in una relazione dove la posta in gioco è il cuore stesso. Il testo carico di immagini poetiche recita: “C’era tra noi un gioco d’azzardo, ma niente ormai nel lungo sguardo spiega qualcosa…”. Il gioco diventa così metafora delle emozioni rischiose e del prendere decisioni senza garanzie, in balia dell’imprevisto e della perdita.
Giocala, Vasco Rossi
Vasco Rossi, nel brano “Giocala”, dall’album Bollicine del 1983, utilizza il lessico del gioco per spingere l’ascoltatore ad agire, a rischiare, a non farsi bloccare dall’orgoglio. Il ritornello sottolinea: “Corri e fottitene dell’orgoglio, ne ha rovinati più lui che il petrolio. Ci fosse anche solo una probabilità, giocala!”. Il verbo “giocare” è qui una potente esortazione a cogliere l’occasione, qualsiasi sia la posta in palio: non si parla di carte o slot, ma della propria possibilità nella vita. Il gioco è scelta di coraggio e autenticità.
Superenalotto, Afterhours
Con il brano “Superenalotto”, uscito nel 1999, gli Afterhours si avvicinano al tema dell’azzardo come desiderio di svolta e di riscatto. Anche se il gioco è introdotto in modo più contestuale, il richiamo al famoso concorso italiano evoca immediatamente la speranza di una vincita che può cambiare tutto. La canzone esplora il rapporto tra desiderio e delusione, come accade spesso a chi punta tutto sull’azzardo, avendo nell’immaginazione la possibilità di un colpo di fortuna che cambi il corso della propria esistenza.
a cura di
Staff
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