Gurriers – Covo Club, Bologna – 27 ottobre 2024
I Gurriers hanno fatto tremare le pareti del Covo Club di Bologna, portando sul palco il loro caos e l’energia del loro album di debutto “Come and See”
Formatisi sullo sfondo della pandemia globale, i Gurriers sono una delle voci più promettenti e potenti della scena alternativa di Dublino. Il quintetto, composto da Dan Hoff, Charlie McCarthy, Ben O’Neill, Mark MacCormack e Pierce Callaghan è un mix esplosivo di personalità e suoni taglienti. In loro convivono post-punk, noise rock e shoegaze, generi che la band interpreta con un’urgenza e un’energia contagiose, in studio così come sul palco.
Ad aprire le danze del live di Bologna, preceduto la sera prima da una data all’Arci Bellezza di Milano, i Rude Cinno. Il duo della bassa bolognese dal cuore punk ha saputo scaldare l’atmosfera con il suo “Ròssc n Roll” (ròscc da “rusco”, in bolognese “spazzatura”) e una cover omaggio ai compaesani Skiantos, “Gelati”. Tra amici di lunga data e nuovi volti, sono riusciti a trasmettere la giusta scarica di adrenalina per preparare i presenti al concerto travolgente dei Gurriers.
Un live serrato e potente
Alle 22:30, puntualissimi, ecco i Gurriers. La band irlandese si fa strada attraverso la folla, diretti verso il palco del club (chi conosce il Covo sa che i camerini sono lontani dal palco e può godersi lo spettacolo dell’ingresso della band appostandosi sul lato destro). Si parte subito alla grande con “Nausea”, un’esplosione di suoni che dà il via a un set tiratissimo.
La scaletta segue un ordine selvaggio di brani tratti da “Come and See”, il loro album di debutto: da “Close Call” a “Des Goblin”, ogni pezzo è un pugno nello stomaco. I Gurriers non si limitano a suonare, ma si fondono con il pubblico, scendono tra la folla, fomentano mosh pit e wall of death. Si percepisce una connessione genuina con i presenti, occhi negli occhi, mentre ogni nota trova comprensione e risonanza tra la gente.
Sorso dopo sorso di Guinness, un omaggio per non sentire la mancanza di casa, i Gurriers suonano come se fossero nati per fare nient’altro che questo. Il concerto si chiude con le graffianti “Sign of the Times”, “Approachable” e la title track “Come and See”. Le ultime note vibrano nell’aria, ma la fame di musica resta.
One more song!
Il pubblico ancora non è sazio e chiede a gran voce un ultimo pezzo. I Gurriers ringraziano calorosamente, ammettendo di avere nuovo materiale ancora in lavorazione e chiedono ai presenti cosa vogliono come bis, con la promessa di andare “fuckin’ crazy”. Si riparte così da “Nausea”, dove tutto era iniziato, tra crowd surfing e ultime sgomitate nel pogo, in conclusione di un live travolgente.
Con influenze che spaziano dai primi dischi di The Strokes e Arctic Monkeys, ma con un’anima che ricorda gli IDLES e i connazionali Fontaines D.C., i Gurriers con “Come and See” hanno realizzato un album che è molto più di un debutto: è una dichiarazione d’intenti, un grido di chi ha deciso di non restare ai margini. La loro musica urla la frustrazione di chi non accetta di camminare in punta di piedi nel caos e preferisce affrontarlo con energia e spirito ribelle. Una band che promette di lasciare il segno e che non si può proprio perdere di vista.
La scaletta:
- Nausea
- Close Call
- Des Goblin
- Boy
- Today’s Not Enough
- Dipping Out
- No More Photos
- Prayers
- Interlude
- Top of the Bill
- Sign of the Times
- Approachable
- Come and See
a cura di
Chiara Serri
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