La mitologia sarda nella saga fantasy di Nadia Frau

La mitologia sarda nella saga fantasy di Nadia Frau
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The Golden Hat Saga è una tetralogia fantasy scritta da Nadia Frau che prende spunto dalla mitologia sarda per raccontare una storia magica ma che affronta tematiche estremamente attuali

Avete mai sentito parlare delle Janas? Io no fino a quando non ho avuto il piacere di leggere Sorelle della Notte, primo romanzo di una saga fantasy scritta da Nadia Frau (o, come leggiamo in copertina, Cora Hurley).

Si tratta di una tetralogia ambientata tra Nedar (un luogo inventato che però richiama alla mente la Sardegna) e alcune capitali europee (per ora Berlino e Parigi…ma chissà cosa avrà in serbo Nadia per il futuro). The Golden Hat Saga, di cui per ora sono usciti soltanto due volumi, Inverno e Primavera, ci porta in una dimensione magica ma fortemente legata alla realtà che noi conosciamo. Cora, la protagonista, si trova ad affrontare, infatti, problematiche, dubbi e situazioni che tutti conosciamo molto bene…

Amore, amicizia, magia e tradimenti vi terranno con il naso incollato alle pagine e vi garantisco che staccarsi sarà molto difficile, complice anche uno stile di scrittura veloce, incalzante e ironico.

Ma adesso lasciamo che sia Nadia, o meglio Cora, a raccontarci qualcosa di più su The Golden Hat Saga!

Ciao Nadia, bentornata su TheSoundcheck. Partiamo con una domanda che potrebbe incuriosire chi non ha letto i tuoi libri…chi sono le Janas? Perché hai scelto proprio loro come protagoniste della tua saga?


Ciao Laura, grazie mille a te per l’invito, sempre gradito. Per rispondere alla tua domanda… Immagina delle donne forti e impavide, che servono la Dea Madre nelle notti di un’isola millenaria attraverso il controllo degli elementi naturali. Donne la cui vita è scandita da regole e rituali antichi e che farebbero di tutto per proteggere il pianeta dalla crisi climatica che sempre di più sconvolge le nostre esistenze. Ecco, queste sono le Janas, esseri leggendari della tradizione sarda rivisitati in chiave fantasy: una sorta di fate dai poteri soprannaturali, bellissime e, per usare un eufemismo, leggermente anticonvenzionali. Durante la mia permanenza per lavoro a Berlino ho sentito la necessità di raccontare una storia legata alla mia terra e, da brava appassionata di archeologia, la scelta è stata abbastanza immediata.


Il Tempio della nebbia si svolge in parte a Nedar, una nazione immaginaria che ricorda la tua Sardegna, e Parigi. Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questa città?


Parigi, oltre a essere una delle mie città preferite in assoluto, è anche il luogo in cui ho vissuto per diversi mesi dopo la magistrale. Essendo The Golden Hat la mia prima esperienza di scrittura narrativa, ho preferito fare una scelta “comoda” parlando di ciò che conosco meglio. Per questo la trama si svolge in un contesto reale e contemporaneo, sia per agevolare me da un punto di vista creativo, che per avvicinare al fantasy anche i non amanti del genere.


La saga è narrata dal punto di vista di Cora che ha una voce ironica e pungente. Quanto è complesso riuscire a dare voce a un personaggio simile?

Qui gioco in casa, perché il tono di voce di Cora coincide con il mio, sempre a proposito di “comodità” creativa. Per fortuna poi ci sono gli altri personaggi, con cui mi posso sbizzarrire, ma diciamo che l’ironia è il marchio di fabbrica del mio stile narrativo.

Nel primo volume abbiamo visto “nascere” il rapporto tra Cora e Daret mentre ne Il Tempio della nebbia lo vediamo evolversi…cosa dovremo aspettarci in futuro?

Ci saranno senz’altro ulteriori evoluzioni, ma non posso sbilanciarmi. Diciamo che non mancheranno le sorprese, con qualche picco di tachicardia. Una cosa però posso affermarla: sono un’inguaribile romantica, fidatevi di me.


The golden hat saga è nata fin dall’inizio come una tetralogia o è una decisione che hai preso durante il processo di scrittura?


È una decisione giunta qualche mese dopo l’inizio della stesura, quando il processo di pianificazione era ancora a un livello piuttosto nebuloso. Mi sono innamorata dell’idea di dedicare ciascun volume a una stagione e tutt’ora penso sia una scelta azzeccata. Al momento sto ultimando Estate ma, prima di
Autunno, ultimo capitolo della saga, ho in mente di pubblicare un prequel. E lì sì che uscirà fuori la mia vena romantica, roba da glicemia alle stelle.


Se dovessi scegliere una citazione per convincere i lettori a leggere Il tempio della nebbia quale useresti?

Sceglierei questa, che è un po’ l’emblema del mio modo di raccontare l’amore:

Mi bacia con una delicatezza struggente, di quelle che hanno cosmi da raccontare ma li accennano appena, perché non vogliono salire sul podio prima di aver disputato la gara, né esaurirsi alla velocità di una candela lasciata vicino alla finestra aperta. È un bacio che grida desiderio a ogni contatto, ma si prende il suo tempo, perché, nonostante la concettualizzazione universale dei secondi che si rincorrono sul quadrante, ogni attimo è solo nostro, e non abbiamo fretta di viverlo.

a cura di
Laura Losi

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Laura Losi

Laura Losi è una piacentina classe 1989. Si è laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l’Università degli Studi di Parma con una tesi sulla Comunicazione Politica di Obama. Avrebbe potuto essere un medico, un avvocato e vivere una vita nel lusso più sfrenato, ma ha preferito seguire il suo animo bohemien che l’ha spinta a diventare un’artista. Ama la musica rock (anche se ascolta Gabbani), le cose da nerd (ha una cotta per Indiana Jones), e tutto ciò che riguarda il fantasy (ha un’ossessione per Dragon Trainer). Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo “Tra le Rose” e a breve vedrà la luce anche la sua seconda fatica, il cui titolo rimane ancora avvolto nel mistero (solo perché in realtà lei non lo ha ancora deciso).

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