Shining, il capolavoro di Stanley Kubrick torna al cinema
Shining di Stanley Kubrick uscì nelle sale italiane il 22 dicembre del 1980. A suo modo, negli anni, è diventato un film iconico. Grazie a Lucky Red il film torna in sala come evento speciale dal 7 al 9 ottobre in versione 4K.
«C’è qualcosa di intrinsecamente sbagliato nella personalità umana. C’è una parte malvagia. Una delle cose che le storie horror possono fare è mostrare gli archetipi dell’inconscio; possiamo vedere la parte malvagia senza doverci confrontare con essa in modo diretto»
Stanley Kubrick
La trama, in breve. Jack Torrance, aspirante scrittore, accetta l’incarico di guardiano invernale di un albergo in un luogo isolato sulle montagne del Colorado. Ma suo figlio Danny inizia a sperimentare delle visioni riguardo i terribili eventi accaduti nella struttura. Essa ha vissuto in passato una tragedia: un uomo, Delbert Grady, che si era offerto come guardiano, ebbe un forte esaurimento nervoso e sterminò l’intera famiglia (moglie e figlie gemelle).
Sembra che il luogo sia “maledetto” perché situato sopra un cimitero indiano. Col passare dei mesi la struttura rimane isolata e Jack Torrance comincia a dare segni di squilibrio mentale. Non solo, comincia ad avere anche lui visioni di una festa e gli appare Delbert Grady convincendolo che il figlio e la moglie tramano contro di lui.
Da quel momento inizia il delirio. Ma il piccolo Danny ha il dono della “luccicanza”, praticamente un dono di preveggenza e telepatia. Sarà questo dono che gli permetterà di resistere alla furia del padre, determinato a sterminare la famiglia. Non si tratta solo di un film horror, ma di un’esperienza che coinvolge lo spettatore. Il regista Stanley Kubrick si ispira al romanzo omonimo di Stephen King (che non ha mai apprezzato la trasposizione), ma crea la rappresentazione a modo suo.
Ci troviamo immersi in personaggi onirici e ossessivi sospesi fra immaginario e realtà. Shining è un’esperienza sospesa fra orrore e pazzia che l’arte di Kubrick sa rendere ancora più lucida e spiazzante. Mentre nella maggior parte dei film horror le ambientazioni sono claustrofobiche, ambientate al buio nell’Hoverlook Hotel lo spazio è immenso e i delitti vengono compiuti in piena luce.
Semmai la maestria di Kubrick è creare un luogo inquietante dove non si hanno punti di riferimento. I corridoi infiniti e la soggettiva dei personaggi invitano lo spettatore a vivere le visioni di Danny. Quella stessa soggettiva che segue il triciclo che vaga per i corridoi e che sta a significare lo sguardo del male che segue il bambino.
Shining è un’esperienza immersiva per lo spettatore, preparata nei dettagli da Kubrick. Addirittura hanno realizzato un documentario, Room 237, sui misteri che avvolgono il film, i suoi significati nascosti, le simbologie. Per Kubrick nulla è inserito a caso, un quadro, un numero, i pavimenti del corridoio. Ogni elemento risponde a un significato che si rivela inquietante.
Nel finale troviamo la chiave del film. Lo shining non è altro che l’istinto di un bambino che conosce le regole del gioco e riesce a trovarne la soluzione a differenza degli adulti, eternamente insoddisfatti e frustrati che rimangono prigionieri (in questo caso del labirinto).
Un film che visto e rivisto ha sempre significati nascosti in uno sguardo o in uno spostamento della steady cam, usata per la prima volta al cinema. E la visione al cinema rimane l’esperienza migliore che vi consigliamo caldamente.
a cura di
Beppe Ardito
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