“Borderlands” – la recensione in anteprima

“Borderlands” – la recensione in anteprima
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Quante volte abbiamo pensato: “Ma perché non fanno un film sul mio videogioco preferito?”. Negli anni, in realtà, molte major hanno provato a portare sul grande schermo titoli di enorme successo, ma non sempre il risultato è stato quello sperato. In questo 2024 è il turno di “Borderlands”, una trasposizione che può considerarsi riuscita?

Quando uscì il primo trailer di Borderlands ebbi paura. Solitamente, infatti, il biglietto da visita di un film può veicolare l’interesse o meno nei confronti dello stesso: ed è esattamente ciò che fa un teaser. Ricordo, ad esempio, l’uscita del primo di Suicide Squad, che mi stregò completamente. Niente a che vedere con la pellicola, una delusione totale.

Lo scorso 21 febbraio, uscito il trailer di Borderlands su Youtube, rimasi stupito fin dalle sue prime immagini, poiché la mia idea sul videogioco sembrava perfettamente trasposta su pellicola e ciò creò in me un hype in continuo aumento.

Prima di arrivare a parlare del film, però, cerchiamo di capire cos’è Borderlands e perché è una delle saghe videoludiche più longeve e col maggior numero di fan al mondo.

Correva l’anno 2009. Sulle console dell’epoca fa capolino un looter-shooter, con gli elementi tipici di sparatutto in prima persona e light action RPG, quattro personaggi e un solo obiettivo: ritrovare la cripta sul pianeta Pandora ed impossessarsi della preziosa tecnologia e di tutti i segreti dal valore inestimabile al suo interno.

Quel primo gioco diede il via ad una saga che ad oggi conta 3 capitoli principali, uno spin-off e due sequel, raggiungendo quota 74 milioni di copie vendute al 2022, anno di annuncio della lavorazione del film di Eli Roth, in uscita nelle sale oggi, mercoledì 7 agosto.

Cercando Tina

Una voce fuori campo introduce la storia, raccontandoci di Pandora e dei suoi abitanti, che hanno nascosto un segreto inestimabile all’interno di una cripta mai più ritrovata nei secoli.

Stacco.

Ci troviamo su una base spaziale dove il soldato Roland (Kevin Hart) sta salvando la piccola Tina (Ariana Greenblatt) dalla prigionia.

Stacco.

Conosciamo Lilith (Cate Blanchett), una cacciatrice di taglie spietata che preferisce non uccidere, avvicinata in un bar dagli sgherri di Atlas (Edgar Ramírez), al fine di ritrovare la figlia rapita e portata su Pandora senza un apparente motivo.

Questo è l’incipit della storia che verrà, dove Lilith arriverà sul pianeta e si riunirà agli altri personaggi, capendo la vera essenza di tutti loro per poi portare a termine la missione.

Tante le similitudini col primo gioco, ma molte anche le differenze. Il regista ha, infatti, attinto a piene mani dall’universo videoludico, senza però perdere mai la bussola e mostrandoci ciò che voleva racontare. Spalancando le porte del mondo cinematografico alla possibilità di creare una saga che potrà, in futuro, unire insieme cinema e console.

Colori sgargianti ed umorismo sottile

Siamo abituati ad un Eli Roth cupo, uno dei re indiscussi dell’horror contemporaneo e creatore di alcune piccole perle come Hostel, dove i colori e le ambientazioni sono distanti anni luce da Borderlands. Qui, invece, le tonalità vengono esaltate all’ennesima potenza, così come le ambientazioni che rimandano direttamente al videogioco.

Una scelta stilistica premiante che riesce a conferire quell’illusione cartoon alla pellicola, inserendola perfettamente nel mondo scritto ormai 15 anni fa da parte di Gearbox Software.

Sicuramente con questo ultimo film Eli Roth ha dato prova di poter dirigere non solo film horror, ma anche grandi blockbuster, mantenendo intatto il suo tocco magico fatto di coinvolgimento e riprese serrate. Un pregio che si è ormai perso sull’onda di filmetti leggeri e senza apparente necessità.

La scelta di un cast altisonante sarebbe potuta risultare un vero e proprio boomerang per la produzione, ma è invece stata la giusta amalgama conferendo quel valore aggiunto al film e creando il giusto hype fin dal primo trailer.

Esplosioni e scoperte

1 ora e 41 minuti sono la giusta durata per un film che potrebbe essere considerato come un vero e proprio pilot di una serie televisiva. Il perfetto biglietto da visita per un mondo da esplorare, con infinite possibilità di futuro per una serie, essendo tanto vicino (ma al tempo stesso avendo mantenuto le dovute distanze) da quella portata negli anni sulle varie console.

Una pellicola che non è dedicata solo ai fan di lunga data, ma è adatta a tutti coloro che vogliono godersi un po’ di esplosioni, divertimento, ambientazioni cartoonesche e un cast di primo livello, che non sfigura di certo in un film distante dalla loro carriera.

Borderlands è senza ombra di dubbio consigliato a tutti coloro che vogliono divertirsi e sono orfani del re dell’estate Deadpool e Wolverine. Forse non sarà il film d’autore che vi farà uscire dalla sala pensierosi, ma sicuramente col sorriso e l’appagamento di aver visto – forse – l’inizio di una saga che porterà tante soddisfazioni e moltissimi Kaboom.

Merito di un comparto visivo e di una sceneggiatura riconducibile a pellicole di più alto pensiero, inserite in un contenitore diretto discendente dei film cult anni ’80 (Interceptor Docet). Un’opera candidata a diventare un vero e proprio punto di svolta per tutti i film a tema videogiochi RPG.

Buona visione!

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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