“Cara Luna…”, il firmamento di Fosca
Fino al 20 luglio la galleria Maja Arte Contemporanea ospita la mostra “Cara Luna…” dell’artista italo olandese Fosca, un viaggio nel firmamento personale dell’artista
Il progetto Cara Luna…, che nasce nel 2018, racconta di un viaggio in cui l’artista, come Virgilio, ci accompagna in un percorso quasi incorporeo fatto di sogni, creature fluide, tradizione e mutamento. Fosca cuce insieme mitologia, astrologia, sogni, sentimenti e fantasia restituendoci un arazzo scomposto e impalpabile che racconta un tutto.
Le sue creature sono esseri mutevoli così come la luna è un organismo variabile per sua essenza.
Forse è attraverso la foschia onirica della mutevolezza che i suoi personaggi scrivono una poesia al pianeta della sensibilità, dell’intuizione e della fertilità.
Mappa astrale
In equilibro tra cielo e mare l’artista si immerge nei propri ricordi, emozioni e desideri che prendono vita nelle sue tele, sullo sfondo del mare o della volta celeste. In questa fessura i ricordi assumono le sembianze di figure antropomorfe a cui l’artista cuce addosso nuova vita e nuove occasioni, senza lasciare indietro le tracce del passato.
[…] cucire pezzi di memoria, di sentimenti.
Fosca è la cartografa che sussurra percorsi per potersi muovere nella sua immaginaria mappa astrale e ci invita al tempo stesso ad una riflessione intima, alla scoperta di noi stesse e della propria strada.
La cartografia di Fosca è un lavoro stratificato realizzato con una precisione chirurgica in cui il dettaglio non arricchisce, non aggiunge ma crea le cartine geografiche del sogno.
Stratificazione
Il tratto quasi miniaturistico richiama la tradizione della pittura fiamminga da una parte e l’incisione veneziana dall’altra. Le opere, che sembrano incise sulla tela invece che dipinte, restituiscono una profondità che costituisce lo spazio e la plasticità delle figure realizzate, in realtà, col solo uso del pennello.
L’artista realizza i suoi lavori attraverso pigmenti di colore, sul quale viene applicata una cera che successivamente viene poi raschiata e levigata e sui si applica la pittura e talvolta una serie di chiodi che uniti da un filo creano le costellazioni.
Quello messo in scena non è quindi solo un lavoro di stratificazione, anche materica, ma un ulteriore processo di sottrazione, due concetti che insieme, oggi, sono assolutamente contemporanei.
Fosca recita col pennello una serie di poesie figurative, attraverso un linguaggio segreto che racconta di un sogno in cui possiamo sfogliare i ricordi dell’artista e guardare al nostro io interiore.
a cura di
Letizia Servello
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