“Le Cronache dell’Acero e del Ciliegio” il Giappone di Camille Monceaux

Cronache dell’Acero e del Ciliegio è la saga d’esordio della scrittrice francese Camille Monceaux che ci porta nel Giappone feudale del XVII secolo
Quando ho iniziato leggere Le Cronache dell’Acero e del Ciliegio di Camille Monceaux pensavo di avere tra le mani un fantasy di ambientazione orientale. Mi aspettavo di leggere un romanzo simile alla dilogia del Sangue delle Stelle o a La Stirpe della Gru.
Invece, fin dalle prime pagine, mi sono resa conto che le mie convinzioni erano sbagliate. Quello che stavo leggendo era un crossover di generi diversi: romanzo di formazione, romance, avventura e soprattutto storico. Sotto il mio sguardo si muovevano personaggi reali che non avevano nulla di magico ma, pagina dopo pagina, mi hanno stregata con le loro vicende estremamente umane.
L’opera di Monceux è una tetralogia e, ad oggi, in Italia sono usciti i primi due volumi editi da Ippocampo.
L’io narrante dei romanzi pubblicati fino ad ora è Ichiro, il protagonista maschile, mentre nei volumi successivi il compito passerà ad Hinahime, la sua controparte femminile.
La storia in breve e senza spoiler
Seguiamo le vicende del giovane Ichiro, un orfano apprendista samurai, che dopo una serie di tristi vicissitudini si ritroverà a lasciare la montagna su cui è cresciuto per trasferirsi nella caotica Edo (antico nome di Tokyo) spinto dal desiderio di vendetta. Scoprirà ben presto che la vita in città è più dura del previsto e si ritroverà a vivere come un criminale subendo pestaggi e maltrattamenti.
La sua vita cambierà grazie all’incontro con Dachi, uno scrittore senza soldi, che lo toglierà dalla strada e gli troverà un impiego in una fabbrica di sakè. Il nuovo posto di lavoro, però, si rivelerà essere anche palcoscenico di rappresentazioni clandestine di kabuki, una nuova forma di teatro. Grazie a Dachi incontrerà anche Shin, un ragazzo timido e delicato che lo accoglierà nella sua famiglia e resterà sempre al suo fianco. A Edo, poi, farà la conoscenza della giovane Hinahime, una misteriosa ragazza il cui volto è nascosto da una maschera del teatro Nō.
Tra i due nascerà una profonda amicizia che, sera dopo sera, si trasformerà in un sentimento più profondo. Entrambi troveranno nell’altra persona un confidente e un amico con cui condividere sogni, speranze e paure in un mondo tormentato dalla guerra e dai pregiudizi.
Le loro strade però, in seguito ad uno sfortunato “incidente”, si separeranno e Ichiro farà tutto il possibile per ritrovare Hinahime…
Una questione d’identità
Ichiro e Hinahime sono due personaggi estremamente diversi, eppure complementari, circondati da un’aura di mistero.
Il volto della ragazza è sempre celato da una maschera. Nessuno, lei compresa, sa quale sia il suo vero aspetto ma una cosa è certa: è stata sfigurata da un incendio. Il suo intero mondo, prima di conoscere Ichiro, è confinato alla casa e al giardino in cui è segregata.
Al contrario il volto di Ichiro è scoperto ma qual è la sua vera identità? E’ un samurai, un attore di teatro o un inserviente di una casa da saké? I
Ogni volta che assume una nuova identità Ichiro cambia nome in quella che ho percepito come una costante ricerca di se stesso e del suo posto nel mondo.
Mi chiamo Ichiro. Sebbene sia stato conosciuto sotto altri nomi, rimango legato a questo come ci si affeziona a un abito liso e informe, che non è più degno di essere indossato ma che si conserva per la nostalgia di un momento, di un incontro il cui ricordo ci rimanda all’immagine di chi si sarebbe voluti essere o di chi si era convinti di poter diventare.
Il ragazzo non sa nulla delle sue origini, lui vuole diventare un samurai, per seguire le orme del suo maestro…ma come è possibile farlo in una società profondamente divisa in caste?
L’arco di crescita del protagonista, però, è visibile ancora prima di iniziare a leggere grazie alle splendide copertine. Nell’illustrazione che troviamo su La maschera del Nō vediamo il ragazzo ritratto come un umile viandante, in quella de La Spada dei Sanada, invece, veste i panni di un grande samurai.

L’ambientazione
Quello che più colpisce e affascina dell’opera di Camille Monceaux è senza dubbio l’ambientazione e lo scrupoloso lavoro di ricerca che l’autrice ha svolto per rendere al meglio il Giappone dell’epoca.
Ci troviamo agli albori dell’era Tokugawa, iniziata nel 1600 con il trionfo di Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Sekigahara. Questo periodo storico del Giappone coinciderà con la chiusura dei confini e l’isolamento dell’isola (sakoku).
Leggendo compaiono sotto i nostri occhi usi e costumi di un’epoca lontana ma che affascina sempre il tutto però non risulta finto o artificiale. Assistiamo al declino del teatro Nō e alla nascita del Kabuki, che doveva essere praticato di nascosto perché il governo era convinto che incitasse alla prostituzione e poi all’omosessualità (quando divenne prerogativa maschile).
Vediamo la difficile condizione degli orfani e delle prostitute, le lotte e le invidie per mantenere il proprio posto. Ma accanto alle vicende quotidiane e ai problemi dei più umili, nel romanzo irrompe anche la Storia,
Ne La Spada dei Sanada, ad esempio, l’autrice mette in scena la sanguinosa guerra civile, in particolare la battaglia di Osaka, che vide contrapporsi le forze fedeli ai Tokugawa a quelle di Toyotomi Hideyori.
Monceaux ci parla anche di una pagina poco conosciuta del passato del Giappone; quella che riguarda i pregiudizi e le ripercussioni a cui erano sottoposti gli stranieri. Le persecuzioni ai cristiani, visti spesso come spie dei governi esteri, erano iniziate prima dell’ascesa dei Tokugawa ma, una volta salito al potere, Ieyasu decise di inasprire le persecuzioni contro i kirishitan che iniziarono a nascondersi per sopravvivere.
Un Giappone feudale crudele e sanguinario che, per certi versi, mi ha riportato alla mente le vicende e l’estetica presenti nel manga Kenshin, samurai vagabondo di Nobuhiro Watsuki (nonostante le vicende siano ambientate nell’epoca Meiji).
Monceaux è riuscita a fondere insieme realtà storica e finzione letteraria creando una storia avvincente ricca di intrighi e mistero.

Una lettura consigliata da recuperare prima del 12 ottobre, data d’uscita de L’Ombra dello Shogun, terzo volume della saga!
a cura di
Laura Losi