Amore disperato: una booklist no-gender per sopravvivere al caldo

Private Party in Metaverse, Alexey Kondakov. Foto da DesignCollector
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Non voglio fare la moralista di fine luglio, ma i sentimenti, così come le espressioni e le emozioni, non cambiano se spostiamo il pin di Google Maps. L’amore è uno di questi e la booklist suggerisce albi illustrati e romanzi per affrontare il tema della relazione sotto tanti aspetti: la separazione, il donare senza aspettativa, il rifiuto dopo essersi fidati e l’aspettativa di un ritorno per aver donato. Bonus: epistole d’amore.

L’amore di chi ha imparato ad amare: La meccanica del cuore

Uscito proprio in questi giorni con l’ultimo romanzo, Malzieu viene conosciuto in Italia già nel 2007 con l’uscita di La meccanica del cuore, testo francese di cui leggiamo la traduzione a cura di Cinzia Poli. Tutti i suoi romanzi hanno la grazia di avere la stessa traduttrice, dunque se avete voglia di cimentarvi in queste sue letture ritroverete la continuità di un linguaggio, quello dell’onirico misto al reale, di una mano grande che carezza come una piuma.

L’amore di questo romanzo è lontano dalle sdolcinate storie che siamo capaci di sceneggiare guardando la copertina illustrata da Benjamin Lacombe: Malzieu parla di un sentimento materno, quello della levatrice, e dell’amore passionale che rischia di ucciderlo. Un romanzo di contrapposizioni, di luci e ombre che ricordano senza dubbio Tim Burton e l’aspetto gotico di ogni sua idea.

La meccanica del cuore, Mathias Malzieu, Feltrinelli. Foto di Ylenia Del Giudice

Vedo gli strani meccanismi del suo cuore. Funziona con un sistema di protezione autodifesa legato alla mancanza di fiducia che lo abita. Un’assenza di autostima che litiga con una determinazione fuori dal comune.

La trama è di un banale scandaloso eppure funziona tutto, una matassa aggrovigliata che pagina dopo pagine si scioglie. Uno specchio per il lettore che non cade nel tranello della lettura riservata alle femmine e nel quale si può (ri)vedere: Jack nasce con un cuore di ghiaccio, la levatrice lo salva costruendo per lui un orologio a cucù che legherà questo bambino alla vita con il controllo dei sentimenti. Se si innamora, le lancette impazziscono e Jack muore. Il romanzo si apre proprio così, con delle regole meccaniche che contrastano con il battito del cuore. Per vivere devi essere rigido, controllante, non devi mai cedere al sentimento. Già da questo, si potrebbe passare un giorno interno a disquisire di come forse la paura della levatrice di vederlo morire si sia trasformata in un’ampolla in cui far vivere Jack. E a quel punto, la domanda: siamo disposti al rischio, per amare?

Una questione di leggi: Fisica delle separazioni

Da una fiaba al manuale di Fisica delle separazioni in otto movimenti. Giacomo Sartori non ha bisogno di traduzioni e tradimenti di lingua e si propone ai lettori senza intermediari. Un assurdo testo che non so dove mettere perché non è un saggio ma nemmeno una raccolta di racconti, né tantomeno un romanzo. Quindi, alla fine, ho pensato che fosse giusto provare a pensarlo come un manuale per ragionare sulle tante sfumature dell’amore e della conseguente separazione, compresa quella della morte.

Ma ora devo riuscire a dimenticare, dimenticare i piedi tanto carichi di passato doloroso ma anche vivaci e gai, nello stesso tempo anziani e infantili, saggi e sconsideratamente generosi, dimenticare le effimere tregue e quella scorata infelicità che amavo, devo raggiungere l’indifferenza necessaria per fare posto a un altro dono, un vento di acque pure e delicate fioriture, ostinato e fragile, che legittimamente pretende ossigeno e silenzio.

Tutto inizia e finisce perché si trasforma in altro e Sartori, con un linguaggio poco tecnico e più quotidianamente riflessivo, paragona l’inizio di una nuova relazione, per esempio, all’ingresso al supermercato con una shopper già piena: se entri che è già piena della spesa prima, come fai a metterci quella nuova?

Fisica delle separazioni, Giacomo Sartori, Exorma. Foto di Ylenia Del Giudice

E di queste domande il lettore potrà farsene tante durante tutta la lettura. Non serve arrivare alla fine, non c’è fretta di chiudere gli otto capitoli per alzare gli occhi dalle pagine e affrontare con uno sguardo nuovo i capitoli della sua vita.

Per le crepe: L’aggiustacuori

Come sono solita fare oramai, fra i consigli di lettura ci sono anche gli albi illustrati. Mattia e Beatrice sono i protagonisti di L’aggiustacuori di Arturo Abad e Gabriel Pacheco, protagonisti che grazie al nome lasciano il lettore nel suo posto sicuro: niente pressioni per costringerci a sentirci chiamati in causa.

Una notte d’autunno, proprio mentre stava per finire il regalo per Beatrice, Mattia, aprendosi il petto, trasalì nello scoprire che gli rimaneva soltanto un minuscolo frammento di cuore.

Pagine dalle illustrazioni con tratti duri e colori morbidi, un puzzle di corpi e sentimenti di cui riconosciamo immediatamente l’odore (si, è l’albo che sta bene con il primo romanzo di cui ho parlato) anche se per qualcuno è ancora solo “un libro per bambini”. Qui camminiamo in punta di piedi sulla linea di sabbia delimitata da qualcun altro, camminiamo dove i nostri passi, ad ogni onda che si riversa, scompaiono. Come succede a Mattia che, con impegno, prepara un cuore a Beatrice e a tutti gli abitanti del paese, lasciando un pezzetto di sé per ogni regalo. Mattia non cerca e non si aspetta qualcosa in cambio, lui dona per il piacere di donare, perché ha ancora qualcosa da poter condividere.

L’aggiustacuori, Arturo Abad e Gabriel Pacheco, Logos edizioni. Foto di Ylenia Del Giudice

Almeno fino a quando qualcuno non si accorge che Mattia non lascia più nulla. E scattano così le domande: approfittiamo dell’amore degli altri? Possiamo dare la colpa a chi è disponibile a dare? Lo stesso dare fino a che non resta nulla, è comunque un modo per sentirsi pieni e in pace con noi stessi?

Messaggera di Atena: Polline, una storia d’amore

«Dovresti amare solo per amore, né per dare qualcosa né per esserne ricambiata. Dovresti godere di ciò che hai, non di ciò che ottieni»

A differenza di quanto raccontato da Ovidio, la cornacchia di Polline, di Davide Calì e Monica Barengo, non è la protagonista (o forse si) di questa storia dove una giovane donna si prende cura di un fiore con tanta dedizione, al punto che quando il fiore smette di fiorire e dopo un anno si presenta nel giardino del vicino, lei non la prende bene. Inizia un vero e proprio tour di possibilità, di errori fatti senza volerlo, di “se io” e “ma forse” che fanno perdere il sonno alla ragazza.

Polline, una storia d’amore di Davide Calì e Monica, Barengo, Kite edizioni. Foto di Ylenia Del Giudice

Frustrazione che esplode in rabbia, che dimentica il tempo passato ad annusare il fiore nel tempo che è restato. Che torna fuori quando lo vede fiorire altrove. A interrompere questo gioco al massacro c’è una cornacchia che per ben due volte le ricorda che si ama per amore.

Ci si spezza? Lettere agli amanti

Quante lettere sono state scritte agli amanti? Sicuramente più di quante se ne siano scritte da quando esiste Whatsapp, ma il punto non è questo. Un tempo, anche per la rabbia della fine, si prendeva carta e penna, si scriveva e poi, forse, si spediva. O si lasciava dove il destinatario aveva la possibilità di trovarla.

Lettere agli amanti, di Lorenzo Gioielli, è il pezzo forte di questa booklist perché è lì a ricordarci – come fece Nettel con Petali e altri racconti scomodi – come ciò che per noi è amore, a partire dal soggetto amato, è diverso da quello del nostro vicino. L’amore qui ha mille forme come mutevoli sono i soggetti ai quali le 24 lettere sono indirizzate.

Lettere agli amanti, Lorenzo Gioielli, Giulio Perrone editore. Foto di Ylenia Del Giudice

Non ci sono punti specifici in cui scientificamente si può dire che ogni lettore si incrina, anzi. La lettura di queste proposte, che siano esse fatte sotto l’ombrellone o sul divano, credo risulterà sempre diversa l’una dall’altra, ogni storia con le sue sottolineature, con frane lì dove per qualcun altro è invece un terreno pianeggiante.

In queste storie ce ne sono tante, tutte diverse. Magari trovate anche qualcosa che parla di voi, ma se così non fosse potrete sempre dire di aver condiviso e (ri)trovato l’amore per la lettura.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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