“But Here We Are”: la capacità di lottare è propria dei Foo Fighters

“But Here We Are”: la capacità di lottare è propria dei Foo Fighters
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Non stiamo piangendo, ci è solo entrato un Taylor Hawkins negli occhi. A distanza da un anno dalla morte del compagno e caro membro della band, i Foo Fighters si uniscono nuovamente per creare un album dal sapore di ricordi e col dolore graffiante di un cuore che non smette comunque di battere

Era il 25 marzo 2022 a Bogotà quando Taylor Hawkins ci lasciava creando un vuoto incolmabile nel mondo della musica rock mondiale, ma soprattutto nella sua amata famiglia e band dei Foo Fighters nonché nel cuore del suo inseparabile amico Dave Grohl. Dopo la pubblicazione del loro precedente album nel 2021 “Medicine at Midnight” tutti i fan della band made in Seattle erano pronti al tour estivo in giro per il mondo. Invece il destino beffardo ce l’ha portato via prima del tempo…

Come dimenticare poi le comunicazioni strazianti sui social da parte di tutti gli amici e le band che in questi anni hanno conosciuto uno dei batteristi più validi sul territorio “pianeta Terra”. Uno strazio, che si è reso ben visibile e sentito durante i due tributi per Taylor Hawkins tenutisi l’estate scorsa. Ricorderete il momento toccante del pianto sull’esibizione di Dave “Time Like These”…

Foo Fighters
Foto dei Foo Fighters nel settembre 2017 – con Hawkins alla batteria
Ma dopo il dolore, here they are!

Già dal primo brano “Rescue Me” del nuovo album “But here We Are” si coglie il mood che aleggerà per tutto il tempo: resilienza, dolore e tanta voglia di riprovarci. Una scelta, questa, non scontata per un ex membro dei Nirvana che subisce per la seconda volta la morte improvvisa di un membro della band, nonché suo caro amico. Eppure, eccoli qui.

La caratteristica preponderante dell’album è una tonalità lenta tendente alla calma e dolcezza, alternata con momenti di sofferenza nel cercare di rialzarsi. Dal terzo brano “Hearing voices”, si percepisce subito l’attaccamento sincero dell’amico Dave: “Sento delle voci, parlami amore. Ma nessuna di queste sei tu”.

Con “But Here We Are” arriva invece un grido di dolore che esce dall’anima di Dave Grohl e dal fuoco delle chitarre con un potente riff che si ripete, quasi a voler risvegliare dal sonno intorpidito l’ascoltatore.

Pain, severance, reverence
Arm in arm we are forever
Caught in illusion
Not an illusion

“But Here We Are”

È il momento poi della tenerezza come dicevamo. “The Glass” è la dedica d’affetto e di ammissione di dolore sano e sincero, che per quanto straziante fa bene all’anima sfogare e ammetterlo. Dave e Taylor erano uniti sin dai primi anni dei Foo Fighters, li accomunava la passione per la batteria e i Queen con i quali aveva un rapporto speciale. Come non biasimare Dave nel non riuscire a sentire il compagno Hawkins in tutte le note, come recita il testo?

I found a version of love
And just like that
I was left to live without it
Left to live without it
Waiting for this storm to pass
Waiting on this side of the glass

“The Glass”

Infine c’è una bella sorpresa, uno sprazzo di futuro che arriva con “Show Me How”. Un brano da una sonorità totalmente nuova, inciso con la voce in sottofondo di Violet, la figlia di Dave Grohl che avevamo già visto esibirsi al tributo di Hawkins lo scorso settembre a Los Angeles con una toccante esibizione di “Halleluja”. Nondimeno sono le emozioni che lasciano questo “Show me How” come una dichiarazione aperta all’amico Taylor da lassù: “non ti preoccupare, ora mi occuperò io di tutto”. Come si fa a non piangere?

But don’t you worry
Please don’t worry (ooh)
I’ll take care of everything from now on
Where are you now?

“Show Me How”

Foo Fighters
La batteria di Taylor Hawkins – foto Official Foo Fighters FB page
I combattenti del rock sono tornati

Ma non tutto è perduto. Questo nuovo esperimento ben riuscito dei Foos è probabilmente da considerare un prodotto in linea con il sound e marchio, ma con un’energia diversa, decisamente meno spinta. D’altronde le cicatrici rimangono per ricordarci quanto abbiamo dovuto passare per trovarci qui ed ora.

È proprio nell’ultimo brano che si rivela il filo rosso del mood di questo album. “Rest” è un lento, quasi fosse una preghiera che riecheggia in qualsiasi corridoio, incluso quello delle nostre anime con una voce spezzata ma piena di Mr. Grohl. È chiaro che nasconda un forte messaggio all’amico che ci guarda da lassù, Taylor. Dave e tutti i Foo Fighters hanno accettato la sua scomparsa, ma non senza lasciarli indifferenti, e Rest in chisura è semplicemente la traccia perfetta.

You will be saved now
Love and trust
Life is just a game of luck
All this time escaping us
Until our time is through

“Rest”

Riflessioni finali

I brani più energici dove si coglie quella voglia innata di rialzarsi sono proprio “Beyond Me”, “The Teacher” una traccia contenente una lyric con molte domande volte al futuro, mirate a voltare pagina e seguire il flusso di questo mondo al meglio.

Un album di sorpresa in tutto e per tutto, da cui aspettative assolutamente rispettate. I Foo Fighters sono tornati per ricordarci che ci rialza sempre, seppur in modo diverso.

Dove possiamo quindi finalmente rivederli? Le ultime notizie ci riportano che avendo arruolato a maggio scorso come nuovo batterista, Josh Freese (batterista anche dei Blink 182 ndr), conferma la ripartenza del gruppo, segnando una netta fine al capitolo della sua storia e sancendo l’inizio di una nuova vita dei Foo Fighters

Foo Fighters
Dave Ghrol frontman dei Foos – official Foo Fighters FB page

Aspettiamo solo più date in Europa e Italia per prendere i biglietti, e correre a vederli ed emozionarci insieme!

Ecco i brani del nuovo album:

  1. Rescued
  2. Under You
  3. Hearing Voices
  4. But Here We Are
  5. The Glass
  6. Nothing At All
  7. Show Me How
  8. Beyond Me
  9. The Teacher
  10. Rest

a cura di
Francesca Bandieri

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Francesca Bandieri

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