La Storia e Io: “La Mesmerista”

La Storia e Io: “La Mesmerista”
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Dopo La principessa di Ys, Il guardiano di Ys e DolomitesSara Simoni è uscita la scorsa estate con La Mesmerista, edito dalla casa editrice Acheron. La scrittrice, classe 1992è stata ben due volte semifinalista al Premio Campiello Giovani. Ha vinto, poi, nel 2014 il Premio Chiara Giovani ed è stata pubblicata l’anno successivo sulla rivista Linus con il racconto breve Mal di stelle

La prima cosa che mi ha fatto cadere l’occhio sul romanzo è stata l’ambientazione. Si presenta infatti come un libro fantasy e lo è, anche se è difficile da confinare in quest’unica definizione, ma invece di avere come sfondo luoghi inventati o più classicamente fantastici la storia si svolge nella Livorno degli anni Venti.

Livorno è uno dei miei posti del cuore, ero quindi molto curiosa di leggere quale versione Simoni ne avesse riportato e non sono stata delusa. Attraverso gli occhi di Lena, la protagonista, la città si svela magica. Così come i personaggi che la abitano.

Sara Simoni, fonte: sarasimoni.com
Di ladre e magia

Soprattutto Lena Moroder, la mesmerista e la ladra, che è stata costretta ad abbandonare la valle trentina in cui il suo mesmerismo era solo un gioco, e che troviamo alle prese con il colpo della vita. Quello che le permetterebbe di tornare a casa e mettersi alla ricerca della famiglia scomparsa

Come se non avesse mai trovato quelle gabbie e il mesmerismo fosse ancora il suo gioco preferito da bambina e niente di più. Come se avesse potuto continuare a salire per sempre, senza mai tornare giù.

Il colpo non va come dovrebbe e lei si trova ad avere a che fare con Doria, un ispettore che le chiede di mettere i suoi poteri al servizio del regno, per un colpo ben più grosso, e in cambio di quello che più desidera. Accettare la porta nella vita e nel palazzo di Bastiano Adimari – Bas – e ad avere a che fare con altri tipi di magia.

Come accennavo prima è difficile incasellare il romanzo in un’unica categoria; abbiamo si una matrice fantasy, ma non mancano il romance e una punta di giallo. Le descrizioni degli abiti, delle ambientazioni e delle interazioni tra i personaggi ci riportano subito indietro nel tempo, come solo uno storico ben scritto sa fare.

I personaggi sono caratterizzati e non banali. Ho amato Lena e l’ho percepita molto coerente nelle sue reazioni e nei rapporti che crea, pagina dopo pagina. In questo caso è difficile parlare di viaggio o crescita del personaggio, è stato più come avere a che fare con una matrioska. Pezzo dopo pezzo, racconto dopo racconto, arriviamo al nocciolo della ragazza, comprendendola appieno.

Poco scontata anche l’evoluzione di Bas e Doria che, anche se non in maniera canonica, in qualche modo si contrappongono nella storia e nella vita di Lena.

Le scene in cui la mesmerista fa sfoggio del suo potere, dalle più giocose alle più crude, sono perfettamente descritte. Il tono è cinematografico e non è difficile immaginarla circondata da fili dorati, pronti a rispondere al suo tocco.

Hai capito come funziona, no? In pratica ognuno di noi emana dell’energia. Magnetismo animale, così lo chiamava il Fondatore. […] Il Fondatore un giorno ha scoperto che se utilizzi la polvere ferromagnetica puoi amplificare quell’energia. Che c’è di crudele? Poi si è accorto che la tua energia lascia come un’impronta sulla polvere, che da quel momento si riattiva solo in presenza del tuo magnetismo animale. E così sono nati gli attivatori.

Il mesmerismo, a differenza dalla maggior parte dei poteri con cui siamo abituati ad avere a che fare, non è innato. Basta infatti studiare e fare pratica, ed ovviamente avere gli oggetti giusti, per acquisire la capacità di piegare la volontà altrui.

Il mesmerismo è raccontato quasi in maniera scientifica ma, soprattutto, è argomento di dibattito etico e motivo di discriminazione. Questo porta a guerre e estremizzazioni.

Perché, in un fantasy o nella realtà, quando si parla di potere – per usare le parole di Bas – l’essere umano è sempre capace di trasformare qualcosa di naturale in un’arma e trascinare tutto nella crudeltà.

a cura di
Andrea Romeo

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