“Council Skies”: L’arcobaleno di Noel Gallagher

“Council Skies”: L’arcobaleno di Noel Gallagher
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Il cantante mancuniano ha pubblicato il 2 giugno 2023 il suo quarto lavoro con i suoi “High Flying Birds”

Sembra passata ormai un’eternità da quando i fratelli più litigiosi del Regno Unito in arte “Oasis” hanno deciso di darci un taglio nel 2009. Tra paci fatte, nuovi litigi, prese in giro e frecciatine a suon di Tweet le strade dei Gallagher si sono (per il momento) assolutamente divise: il frontman Liam in maniera decisamente poco lineare, è riuscito a creare un’immagine a sé sganciandosi dal mito brit-pop: l’ultima diapositiva “C’mon you know” datata 2022.

Noel Gallagher’s High Flying Birds

Per Noel, il fratello maggiore, il percorso è stato ancora diverso e molto più particolare. Insieme agli “High Flying Birds” band definita “collettivo” e cioè costituita da una formazione non consolidata, Gallagher senior affronta questo nuovo capitolo della propria carriera musicale spaziando dal rock alternativo allo psichedelico, sebbene si sia comunque riappropriato dei brani Oasis in quanto ne è l’autore.

L’album d’esordio omonimo alla band datato 2011, entra direttamente al primo posto della classifica britannica degli album più venduti con oltre 120.000 copie in 6 giorni. Risulta il secondo album più venduto al mondo nella settimana seguente la sua uscita e nonostante sia stato pubblicato in ottobre, è il secondo album rock più venduto nel Regno Unito in quell’ anno. Il 2 marzo 2012 viene certificato dalla BPI doppio disco di platino per le 600 000 copie vendute nel Regno Unito.

Un ritorno al classico

Con il successo conseguito con gli High Flying Birds, rendendo nota al pubblico anche la capacità di arrangiamento e adattamento a nuovi generi musicali sebbene non estremamente calzanti con l’immagine al quale l’ascoltatore medio è solito associare il cognome Gallagher, durante il periodo del lockdown il cantautore britannico scrive le undici tracce che compongono il suo quarto album solista “Council Skies” virando letteralmente a sonorità molto classiche ed estremamente confortevoli: un chiaro enorme abbraccio al suo passato.

Nello studio di Lone Star al Nord di Londra, Noel circondato da oggetti e immagini a lui familiari, incide un album da lui definito “riflessivo” poiché i brani in esso contenuti fanno da sfondo ad un periodo non propriamente felice della sua vita privata. Periodo grigio dunque, un po’ come la copertina dell’album stesso e che coincide con il divorzio dalla sua compagna Sara Macdonald.

Traspare molta umanità: Noel, affronta la negatività con l’ausilio della propria musica ricordando momenti passati assolutamente felici e buttando un’occhio al cielo chiedendosi di quello che sarà il futuro. Ciò che ne consegue è uno degli album più validi post-Oasis: brani semplici, molto orecchiabili accompagnati da chitarre e dallo stile vintage che lo ha sempre caratterizzato.

UK

Noel sfiora di brano in brano le corde di diverse band britanniche a partire dai Beatles in “We’re Gonna Get There In The End”, agli Smiths (Johnny Marr suona in diverse canzoni) in “Think of a number” e “Council Skies” fino ai The Cure in “Pretty boy”(remixata da Robert Smith) . Dal mood malinconico , refrains liberatori e con l’ausilio di una band assestata, Noel consolida il suo percorso solista appropriandosi del ruolo di front man e abbandonando allo stesso tempo anche le sperimentazioni stilistiche dei precedenti album.

Sebbene l’idea di far pace con Liam sembra essere (per il momento) fuori discussione, ciò che è chiaro è che nonostante i tempi di “Don’t look back in Anger” siano finiti o forse solo momentaneamente assopiti, Noel Gallagher volta completamente pagina e si prepara a un nuovo florido inizio che lo vede interamente e finalmente protagonista.

a cura di
Valentina Pilotti

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Valentina Pilotti

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