Il “Sabato Sera” secondo Da Blonde

Il “Sabato Sera” secondo Da Blonde
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La musica di Da Blonde è una delle cose più interessanti che scoprirete questa settimana: dopo un’assenza dalle scene durata due anni (e inaugurata dalla pubblicazione, nel 2020, di un disco capace di stupire e convincere pubblico e addetti al settore, “Parlo ai cani”), la cantautrice partenopea inaugura l’estate con un brano sospeso tra luci della ribalta e necessità di intimità, quasi di nascondimento; una hit da disco-dance che non cede allo spegnimento celebrale, anzi, esalta la capacità autorale di una penna da valorizzare, e non perdere più di vista.

Da Blonde, è un piacere poterti fare qualche domanda all’alba del tuo ritorno con “Sabato Sera”; un singolo, il tuo, che segue diversi mesi di silenzio: cos’è successo durante questo tempo, e come stai oggi, all’alba del tuo ritorno?

Piacere mio! Sì, mi sembra quasi di essere stata zitta o in apnea durante questo periodo. Non ho mai smesso di scrivere, dopo il disco avevo voglia di fare qualcosa di diverso, di sperimentare per quanto riguarda le produzioni. Ogni canzone è una sfida principalmente con me stessa da cui vorrei sempre qualcosa in più e per me è sempre molto interessante lavorare con persone nuove e scoprire cosa si può fare insieme. Sto bene direi, sono solo cresciuta ancora un po’.

Raccontaci di te, perché la tua sembra una scrittura che necessita di essere compresa conoscendo un po’ di più l’artista. Come, dove, quando e perché nasce il progetto Da Blonde?

Sono sempre stata innamorata della musica e della scrittura, all’inizio ero molto spinta dalla curiosità, dalla voglia di fare. Ci sono stati i primi progetti, le prime cose le ho scritte in inglese e lavoravo sempre con beat di altri. Poi ho iniziato a scrivere in italiano e ho sentito sempre più forte l’esigenza di mettere tutta me stessa nelle canzoni, di trovare il mio modo, il mio suono, ho iniziato a scrivere i pezzi accompagnandomi con la tastiera e credo che lì sia venuta fuori sempre più la mia identità. In tutta quella ricerca ho dovuto dare ascolto alle idee che gli altri avevano di me, e credo che questo non abbia fatto altro che rafforzare le mie .

Nel 2020, nel pieno della pandemia, esce il tuo disco d’esordio: ti senti legata alla Daniela di allora, oppure oggi credi di essere tutt’altro rispetto a ciò che eri?

Assolutamente sì, ogni canzone mi rappresenta ancora appieno. Certo la pandemia è stata destabilizzante, forse crescendo ci fai un po’ l’abitudine a essere destabilizzato, sembra che il segreto stia nello spirito di adattamento .

Esiste, a tuo parere, un filo rosso che potrebbe collegare fin qui le varie tracce che hai pubblicato? Oppure si tratta di processi di scrittura e produzione completamente diversi?

Sicuramente c’è qualcosa che collega tutte le mie canzoni, è la voglia di comunicare, di arrivare alle persone, di trasmettere qualcosa, di lasciare qualcosa di te, di suscitare un’emozione in chi mi ascolta.

“Sabato sera” è un brano pop che ammicca al dancefloor, ma allo stesso tempo sembra volerci far scendere una lacrima amara ripensando al passato. C’è qualcosa, nel tuo passato, che non smette di perseguitarti? Come si fa a gestire quei pensieri che ci fanno male, secondo te?

“Sabato sera” l’ho scritto mentre vivevo delle vicende personali che indubbiamente mi hanno segnata molto, quel tipo di cose su cui non hai alcun controllo, puoi solo fare del tuo meglio per conviverci, e quel periodo così duro mi ha costretta a guardare tante cose in modo diverso. Il pezzo parla proprio di questo, di voglia di leggerezza, della nostalgia per momenti in cui era tutto più facile perché non avevi mai affrontato cose così grandi. Non direi che c’è qualcosa che mi perseguita ma di sicuro ci sono delle cose che ancora faccio del mio meglio per superare. Sono molto riflessiva per natura, mi faccio mille domande, quello che cerco di tenere a mente è cercare di non identificarmi con tutti i miei pensieri.

La produzione è stata curata da e con Blindur: come hai conosciuto il noto cantautore, e com’è stato lavorare con lui?

Esatto, da Massimo De Vita e Luca Stefanelli. Ho conosciuto Luca qualche anno fa ad un concerto e tramite lui Massimo: sono una grande fan della loro musica ed ero entusiasta di poter lavorare a qualcosa insieme. Collaborare è stato stimolante, hanno colto perfettamente lo spirito del pezzo trasmettendo sia la nostalgia che la voglia di

guardare avanti.

Hai già pensato a come portare dal vivo il lavoro che stai producendo? E sopratutto, cosa dobbiamo aspettarci dall’immediato futuro di Da Blonde?

Come sempre ci sarà con me la mia band a portare in giro questo brano, e ci sono diverse nuove canzoni a cui sto lavorando, di cui però non vi anticipo altro.

a cura di
Redazione

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