Lo Stato Sociale torna dove tutto ha avuto inizio, al TPO di Bologna. In questo nuovo tour la band è pronta a riscoprirsi e a rilanciarsi
Il TPO sembra essere rinato riaprendo il nuovo anno con una programmazione artistica davvero ricca di eventi, vedi i ragazzi de Lo Stato Sociale, Vasco Brondi, Kid Drast e tanti altri. Il TPO è un ottimo esempio di spazio rigenerato vicino al centro di Bologna e possibile luogo riscoperto di vita notturna studentesca ma non solo. Sul sito viene così definito:
Un centro sociale è uno spazio indefinibile e non recintabile per concetto, che ha nel proprio DNA una principale attitudine politica. Si distingue nell’agire politico quotidiano, nella creazione di dibattito e conflitto, divenendo poi un contesto sociale aperto, diffuso e partecipato.
Ad aprire le danze ci ha pensato Sibode Dj accompagnato da Kimberly, la sua “prima” e unica ballerina. Il set ha previsto la demenzialità come componente fondamentale con un Sibode Dj ben destreggiato con gli strumenti a sua disposizione. Un’apertura carina per iniziare la serata con il piglio giusto.
Il ritorno de’ Lo Stato Sociale
Lo Stato Sociale sembra essere ufficialmente tornato. La band si è esibita al TPO, dove vi è stato il primo live in assoluto nella formazione consolidata a cinque. Gli artisti bolognesi non sembrano però essere tornati solo in senso geografico in uno dei primi luoghi a vederli dal vivo, ma anche allo stile originale.

Se nei giorni odierni viene rilasciato l’album per poi “correre” in tour, Lo Stato Sociale ha ben pensato di esibirsi nei vari live e “presentare” nel frattempo molte delle nuove canzoni. In questo modo avviene un primo ascolto dal vivo accompagnato da una presentazione originale fatta direttamente sul posto dalla band.
Per i più curiosi i nuovi brani sembrano essere caratterizzati un po’ dal mood originale dei primi pezzi mischiato con la commercialità volente o nolente degli ultimi anni, seppur in una misura inferiore. Può essere quindi che siano tornati per davvero questa volta?
Lo Stato Sociale dopo un periodo di crisi d’identità tra mainstream e underground del post Sanremo sembra riavvicinarsi allo stile originale, quello che aveva saputo conquistare molti a inizio carriera.
In due è amore, in tre è una festa
Se il set fosse stato composto interamente da pezzi “sconosciuti” si sarebbe creato un effetto di “alienazione”, ma i regaz hanno ben pensato di ripercorrere la maggior parte della propria discografia eseguendo i pezzi più amati del proprio repertorio.
Gli elementi fondamentali nel puzzle de Lo Stato sociale sembrano esserci ancora tutti. Non è mancato il solito impegno sociale tramite un momento sponsor all’AIL, l’associazione contro leucemie, linfomi e mieloma.
L’alternanza dei componenti al centro del palco rimane un punto fisso per rendere tutti protagonisti e co-protagonisti durante il live. Infine non mancano nemmeno le critiche alla società, sia nei discorsi che nelle nuove canzoni con buona parte dei vecchi brani ancora attuali (“Sono così indie” adattata ogni volta in base agli accadimenti contestuali è un tocco di classe).
Per le due ore passate in fretta va dato anche gran merito all’ilarità della band, elemento fondamentale e inscindibile dei cinque componenti. Riassumendo, il concerto potrebbe essere racchiuso nell’espressione: “una balotta con i regaz” seppur non siano mancati momenti tranquilli e soft.
Lo Stato Sociale è presente e ha pensato di tornare a gran voce con un live sbilanciato sulla festa e il divertimento; d’altronde “In due è amore, in tre è una festa“.
a cura di
Luca Montanari
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[…] le logiche odierne di mercato del produci, consuma velocemente in tour e avanti un altro. Incuriositi dalle canzoni ascoltate dal vivo, percependo anche questa voglia di ritorno alle origini dai primi ascolti, abbiamo voluto studiare, […]