Bright Side of the Moon: il “Plenilunio” di Filippo Cattaneo Ponzoni

Bright Side of the Moon: il “Plenilunio” di Filippo Cattaneo Ponzoni
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Con il suo ultimo singolo, uscito lo scorso 30 settembre, il giovane cantautore bergamasco ha voluto raccontare in maniera estremamente lucida la fine di una storia d’amore. Ricordi vividi e nostalgici che, come un flusso di coscienza, si susseguono in un pezzo con un sound perfettamente bilanciato tra passato e presente.

Luce e buio. Amore e avversione. Esperienza e ricordo. Sono questi i contrasti che Filippo Cattaneo Ponzoni, giovane cantante e chitarrista classe ’99, ha voluto esprimere nel suo ultimo singolo Plenilunio. Un continuo accostamento di passione e malinconica nostalgia che nei quasi tre minuti attraverso i quali il pezzo si snoda, racconta in maniera estremamente lucida gli ultimi istanti di una storia d’amore ormai giunta al termine

Una narrazione sincera, chiara come il Plenilunio, metafora di uno stato fisico e mentale libero da ogni pregiudizio, che consente di riconciliarsi e di riaffermare le proprie certezze e sicurezze. Proprio come quando la faccia della luna si mostra nella sua pienezza, illuminata dal sole.

Oltre ad essere il chitarrista di Ghemon dal 2018 – dopo il singolo sanremese Rose Viola (2019), ha collaborato anche alla realizzazione degli album Scritto nelle Stelle (2020) ed E vissero feriti e contenti (2021) – Filippo ha deciso di intraprendere un progetto musicale solista, inaugurato due anni fa con il suo primo EP La Tua Alternativa.

Mi piace ascoltare musica senza mettere barriere di genere e credo che questo poi si rifletta inconsapevolmente nel mio modo di scrivere

Trait d’union del suo sound è un’attenta miscela tra suoni analogici e digitali. Un efficace pot-pourri di atmosfere vintage, a metà strada tra Disco Music anni ’70, Pop e R&B, e basi elettroniche contemporanee. Il tutto impreziosito da linee vocali che, utilizzando spesso metriche inusuali, rincorrono e giocano con l’accompagnamento musicale. 

Una strada che il cantautore 23enne ha voluto mantenere anche per il suo ultimo singolo, con il quale vorrebbe portarci tutti sul suo lato luminoso della luna.

Ciao Filippo, benvenuto a The Soundcheck. Come stai?

Ciao, grazie mille! Sto bene, è stata un’estate in cui ho fatto parecchi concerti e lavorato a nuova musica, sono molto felice.

Nel tuo ultimo singolo, Plenilunio, racconti in maniera estremamente lucida la fine di una storia d’amore. Fa riferimento a un’esperienza personale oppure ai racconti di amici?

Nelle mie canzoni fino a oggi ho parlato di storie ed esperienze personali, cerco sempre di esprimere il mio punto il di vista riguardo aspetti e tematiche in cui le persone che mi ascoltano possono ritrovarsi.

A livello di sound, è un singolo con un’attenta miscela tra Pop, R&B e cantautorato. Durante la sua composizione hai ascoltato o ti sei ispirato a qualche artista in particolare?

Quando lavoro a nuova musica quello che ascolto ha sicuramente un’influenza. Mi piace ascoltare musica senza mettere barriere di genere e credo che questo poi si rifletta anche inconsapevolmente nel mio modo di scrivere. Il cantautorato è un elemento imprescindibile nella mia scrittura e l’idea di provare a fonderlo e di trovare dei punti in comune con altre sonorità è molto stimolante, ritengo che la contaminazione sia fondamentale. Quando ho scritto Plenilunio ero in fissa, e lo sono tuttora, con Giveon, Frank Ocean e Omar Apollo.

Il mix tra Pop e R&B è una ricetta che sta prendendo sempre più piede nella scena musicale italiana grazie al contributo di artisti come Venerus, Tropico e Ghemon, con cui tra l’altro collabori.Potrebbe essere il segnale per la rinascita di questo genere nel nostro Paese? 

È un processo che richiede tempo. Sicuramente è nata una tendenza grazie anche alle energie che negli anni hanno investito gli artisti che hai citato. Il segnale di rinascita è evidente, le persone si stanno appassionando sempre più e si sentono vicine a questo mondo.

Nella chiusura del tuo brano hai inserito un assolo di chitarra, un suono che si sente sempre meno spesso nella musica pop contemporanea. Credi sia uno strumento che merita di essere riscoperto?

La chitarra sorridenon morirà mai. Per me resta un punto fermo visto che il più delle volte le mie canzoni nascono chitarra e voce. Nelle produzioni poi cerco sempre nuovi modi per inserirla e questa è un’altra sfida. Qualche anno fa forse era un elemento lasciato più in secondo piano nelle produzioni pop ma dal mio punto di vista negli ultimi anni sta ritrovando un proprio spazio, in alcuni casi addirittura da protagonista.

Dopo aver prestato la tua chitarra a Rose Viola, il singolo con cui Ghemon ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2019, ti piacerebbe tornare sul palco dell’Ariston come protagonista?

Suonare in quella canzone e sentire le mie chitarre all’Ariston è stata una grandissima soddisfazione. Sanremo è un’esperienza che mi piacerebbe fare da protagonista, c’è tempo.

a cura di
Luca Barenghi

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