Aida: “lo sai che c’è” è il nostro nuovo singolo
Lo sai che c’è è il quarto singolo della band fiorentina Aida, frutto dell’incontro con Francesco Pellegrini (Criminal Jokers, Zen Circus). Il brano, scritto e suonato dagli Aida, esce per l’etichetta BlackCandy, in collaborazione con Dischi Maestro. Noi abbiamo colto l’occasione per intervistarli e farci raccontare qualcosa in più sul loro nuovo lavoro!
Ciao ragazzi, e benvenuti. Per rompere il ghiaccio, non possiamo che ricorrere alla più classica delle domande: da dove deriva il vostro nome d’arte?
Ciaooo! Il nostro nome è un tributo a Rino Gaetano, in particolare all’album ‘aida’. Samu (cantante) aveva appena fatto la maturità portando in tesina e cantando “ad esempio a me piace il sud” e tutti eravamo parecchio infognati con Rino.
Siete di Firenze, città che da sempre culla e coltiva una scena musicale niente male: che rapporto avete con il vostro territorio, e qual’à la condizione di salute della scena musicale fiorentina?
Eh la situazione è strana, perché tra noi che suoniamo la voglia e anche l’unione è pa- recchia, ci sono collettivi, sale condivise e altro…. il problema è che i posti per suo- nare si contano sulle dita di una mano, sarebbe da creare più festival facendo venire anche da fuori artisti, riuscire a organizzare più serate di musica live e magari smuo- vere un po’ tutti gli universitari che ci sono. Purtroppo i fiorentini hanno un po’ la puzza sotto il naso e sono parecchio pigri.
Il vostro ultimo singolo, “Papaveri”, ha fatto notare il vostro nome anche agli editori di Spotify Italia, che vi hanno inserito nei loro cataloghi editoriali. Ecco, come avete accolto la notizia? E quanto davvero incidono, secondo voi, le playlist sul successo reale e concreto di un progetto musicale?
La notizia ce l’ha data un nostro amico scrivendoci sulla pagina, noi stavamo brin- dando e pensavamo ci stesse prendendo per il culo all’inizio, poi ci ha inviato uno screen. Incidono parecchio, gli ascolti che abbiamo avuto, che son comunque numeri minuscoli, per papaveri rispetto agli altri due pezzi che avevamo pubblicato sono tri- plicati e guardando dalle statistiche molti vengono dalle playlist. Sicuro a livello di streaming le playlist fanno, ma avere più stream non ha lo stesso valore del fare tanti concerti.
Arriviamo dunque al presente, con “Lo sai che c’è”: un brano prodotto, tra l’al- tro, insieme al Maestro Pellegrini degli Zen Circus. Come nasce il vostro rappor- to?
Gli scrivemmo su facebook mandandogli delle demo e lui incredibilmente rispose. Ci invitò prima a un suo concerto per far due chiacchiere e poi a un amasterclass che avrebbe tenuto a Pisa. In teoria la storia doveva finire lì invece ora se vai sulla sua pagina instagram e leggi la bio c’è scritto che è il nostro managaer e produttore. Ha pure fondato una sua etichettina (Dischi Maestro) per la quale stanno uscendo i nostri pezzi.
Il brano sembra essere un inno al movimento, al liberarci dalle cose che ci fanno sentire pesanti anche se sono cose che amiamo, e che vorremmo sempre tenere vicino al cuore. Esiste qualche particolare vicissitudine, dietro la scrittura del brano?
Beh, molto semplicemente il testo del brano è stato scritto dopo un palo. Poi cantato tutti insieme diventa il condividere un’esperienza, pensieri ed emozioni. Probabil- mente non ci fosse stato il gruppo ma solo il palo la canzone non sarebbe stata scritto. Tutto nel nostro gruppo diventa condiviso e collettivo.
Che rapporto avete con il “dimenticare” le cose? Nel senso, siete gente che si lega le cose al dito oppure preferite soprassedere, e magari “dimenticare per soprav- vivere”?
Preferiamo ricordare tutto, nel tempo si trova sempre qualcosa di divertente nelle esperienze fatte. Al massimo dimenticarsi di “sopravvivere” e ricordarsi di “vivere”.
A questo punto, dopo i singoli pubblicati, l’ultima domanda non può che essere d’obbligo: c’è forse un disco in vista?
Un possibile disco c’è. Se durante l’estate riusciamo a racimolare qualche soldo o dovesse arrivare un magnate magai ad autunno si registra pure.
a cura di
Redazione