“Un amore” di Sara Mesa: comunicare l’incomunicabile

“Un amore” di Sara Mesa: comunicare l’incomunicabile
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Un amore, così dice il titolo del romanzo di Sara Mesa edito da La Nuova Frontiera. La prima volta che l’ho visto su un gruppo Facebook ho provato fastidio. Una donna al centro di una copertina, un’illustrazione molto bella ma pur sempre troppo semplice, di quelle che si dimenticano facilmente, forse. Una delle tante storie viste e riviste.

Perché a te, che leggi circa 50 libri l’anno, il dubbio ti viene. E per Un amore sono iniziate molte domande, come ad esempio se fosse una storia d’amore, un romanzo comune o se invece, per essere stato pubblicato da LNF, fosse davvero qualcosa in più rispetto ad altri. L’ho preso e ho iniziato a provare paura.

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Un amore: vivere altrove

Nat è la protagonista di questa storia, una giovane donna che lascia tutto per andare a vivere altrove, in un paese di poche anime, in una casa in affitto in decadenza e lontana dalle strade più frequentate. “Ha il suo fascino, un po’ mi ci ritrovo magari”, penso.

La Escapa è un luogo che non sembra permettere errori, una parte di entroterra spagnolo che tutto è tranne che accogliente. Una casa in affitto con enormi problemi strutturali, infiltrazioni e perdite da ogni angolo. Un cane preso in adozione che chiama Fiele e una manciata di personaggi che si muovono in questa storia che ha i colori del thriller. Un amore di Sara Mesa è però una storia fortemente claustrofobica, con picchi in cui il lettore alza gli occhi dal libro e vede macchie di muffa alle pareti di una casa che non è più così sicura come crede.

Un amore: paura della lingua

La mettono in soggezione le parole che un’altra persona ha scritto prima di lei, parole scremate con cura, selezionate tra tutte quelle possibili, ordinate in un’unica forma nell’infinità delle combinazioni scelte.

Disegno di Daan Noppen

Nat è una traduttrice che ha lasciato casa sua per un errore commesso. Ha paura delle parole, non le comprende come vorrebbe, si pone domande su domande restando quasi sempre ferma, scatenando, grazie anche alla narrazione in terza persona, un grado di frustrazione che sale e scende. Il lettore non ha un attimo di respiro come se camminasse, alla cieca, su un terreno pieno di spilli.

La comunicazione, che resta con la lingua un aspetto fondamentale per la socializzazione, sembra bloccata. Si blocca Nat, si bloccano La Escapa e tutti i residenti, compresi i forestieri come il Tedesco. E quando non hai più molti appigli puoi solo continuare a metterti in discussione e a sperare che qualcosa cambi, finendo però rovinosamente a spogliarti delle ultime certezze rimaste e perdendo così anche i punti di riferimento.

È un’ossessione? Sì, chiaramente è un’ossessione. Ma non soltanto, si dice. È un impeto, una metamorfosi, una trasformazione radicale delle aspettative. Ciò che era fuori, nella lontananza del paesaggio, ciò che era invisibile e privo di interesse, è ora dentro di lei, la abita e la scuote.

Un amore: l’esclusione

Si torna al baratto, alla relazione primordiale e basilare, quella che permette agli esclusi di tirare avanti. Il lettore, inquieto, si guarda attorno mentre prosegue la lettura chiedendosi anche dove finisca la storia, quale sia la morale o cosa succederà: perché qualcosa dovrà accadere se consideriamo l’intero pacchetto emotivo che ci permette di ascoltare La Escapa.

Reinterpretations 2021 di Shane Griffin

L’esclusione e la condizione in cui verte la casa in affitto entrano nelle ossa, sentiamo e proviamo l’immobilità e la paura nello stomaco che si stringe: da lettori possiamo solo scappare, cercare un angolino e sperare che in tutta questa storia ci resti almeno l’amore per noi. La lettura diventa una febbre e noi le vittime di un delirio, l’ossessione e la paura ci fanno rabbrividire.

Un amore: una storia di corpi muti

Il romanzo, dal formato più tascabile di altri, non può essere ignorato. Non c’è motivo per lasciare incompiuta una storia di corpi distanti che non parlano la stessa lingua. Le stesse emozioni, espresse dai movimenti dei corpi, sono lontane le une dalle altre, così come i bisogni di ognuno dei personaggi.

E noi, dove siamo in questa storia? In ogni singola particella di polvere di La Escapa, di Fiele e di Nat.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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