I SUMMIT e la ribellione dei vent’anni
“Sì però” è l’ultimo singolo dei SUMMIT, fuori dal 30 novembre
I vent’anni sono quel periodo in cui si vorrebbe solo partire in cerca della propria strada, in mezzo a mille dubbi da risolvere man mano che si va avanti. Salutare il nido, zaino in spalla, per andare verso quell’ignoto della vita adulta che spaventa ma al tempo stesso attrae come fa la luce con le falene.
È lo stesso dilemma che cantano i SUMMIT nel loro nuovo singolo, Sì però, una ballad indie-rock energica che incarna quella naturale esigenza di costruirsi il proprio percorso fuori dalle claustrofobiche mura della casa dei genitori.
I SUMMIT, sono cinque, sono giovani e del loro gruppo parlano come una squadra calcistica. È così che all’attacco ritroviamo Paolo (voce, piano e synth) e Matteo (voce, chitarra e produzione), seguiti da un centrocampo con Andrea alla batteria e Riccardo come basso e produzione; chiude la formazione Tommaso, con batteria e percussioni.
Ciao ragazzi, benvenuti a The Soundcheck! Parliamo del vostro ultimo singolo, Sì però: come nasce questo grido generazionale?
PAOLO: Sì però è una creatura partorita nel lockdown 2020 ma la sensazione che vuole gridare viene concepita e covata ormai da qualche anno. Raccontiamo l’esigenza naturale di andare via di casa perché è quello che viviamo noi e le persone che ci circondano. Ho composto e scritto il brano interamente al piano ma insieme ai ragazzi abbiamo fatto un lavoro di arrangiamento e di ricerca sonora mirata a trasformare una piano ballad in un’energica hit indie-rock.
Volersene andare alla ricerca della propria indipendenza, scegliere d’impulso, dimostrare il proprio valore: semplicemente avere vent’anni. Lo raccontate spesso, nei vostri brani.
RICCARDO: È la realtà che viviamo tutti i giorni, e cerchiamo di rimanere molto veri a noi stessi. Ci piace quando la musica rispecchia la persona, anche negli altri artisti. Non ci sono dubbi che la nostra è la generazione che ha sofferto di più l’isolamento in questo periodo: con Sì Però abbiamo voluto raccontare i desideri di scoperta ed indipendenza già insiti nella nostra generazione ma soffocati ancora di più dal recente trascorso.
“Che cerco non lo so
L’aria che mi manca respirare
Forse solo andare al mare
Ti prego andiamo al mare
Non importa dove andrò
Subito via da queste strade
Lontano da queste case”
E cosa significa invece per voi avere vent’anni e fare musica in un periodo difficile come questo?
ANDREA: Effettivamente approcciare alla musica, oggi più che mai, è diventato facile ed immediato, sempre più artisti stanno cercando di farsi spazio nel mercato ed escono migliaia di singoli alla settimana. Penso che con “periodo difficile” tu intenda questo. Proprio per questo però, fare musica in questo periodo per me è molto stimolante, hai più possibilità di sperimentare, unire generi, “rinfrescare” qualche vecchio sound, è come se servissero nuovi orizzonti.
Alla base c’è sempre la voglia di condividere il nostro modo di stare bene, ci viene naturale incarnare l’energia tipica dei vent’anni.
Le vostre influenze musicali sono eterogenee e, in nome del sacrosanto crossover, riuscite ad unirle in modo naturale per creare qualcosa di nuovo: ci raccontate il vostro processo creativo?
MATTEO: Il nostro processo creativo è molto spontaneo e tutto parte da un’idea, molto spesso un giro con qualche bozza di testo proposto o da me o da Paolo. Suonandolo assieme “scopriamo” il resto della canzone: diventa una vera e propria jam in cui sperimentiamo melodie, altri giri per le varie parti della canzone, ritmiche ecc…
Altre volte il pezzo viene già presentato con giro e testo completo e manca solo la “traduzione” con la band. Per fortuna abbiamo praticamente gli stessi gusti in ambito musicale, riusciamo a capirci e a intenderci facilmente durante la scrittura. Da un paio di anni a questa parte ci produciamo delle demo per ogni brano scritto. Questo ci permette di avere una visione sul sound che avrà il pezzo registrato.
Siete reduci da un anno pieno di soddisfazioni: tre singoli, l’ingresso in Zeskel Music, l’apertura di Frah Quintale a Como e ancora il _ResetFestival di Torino. E adesso?
TOMMASO: Ci stiamo finalmente dedicando alla scrittura e stesura dei nuovi pezzi. A volte le prove per i live ci portano via tanto tempo e abbiamo poco per sperimentare sulle demo. Per il 2022 puntiamo sicuramente ad un disco o un EP, ma non sveliamo ancora nulla!
Finiamo in leggerezza, con un po’ di spirito natalizio: cosa chiedete a Babbo Natale?
TUTTI: UN ANNO INTERO DI CONCERTI! (Ti prego Babbo, siamo stati buonissimi)
Grazie mille a tutti, è stato un piacere fare due chiacchiere con voi!
Grazie mille a voi, ci sentiamo prestissimo!
A cura di
Eléonore Mancini
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