“Tribù urbana” di Ermal Meta: un puzzle di vita
Un disco fatto di anima, sperimentazione e tanta voglia di tornare live
Uscirà il prossimo 12 marzo “Tribù urbana” (Mescal / Sony Music), il quarto album di inediti di Ermal Meta, a tre anni di distanza da “Non abbiamo armi”. Il cantautore torna a Sanremo proprio tre anni dopo la vittoria di “Non mi avete fatto niente” in coppia con Fabrizio Moro. Questa volta con uno spirito diverso: “tornare finalmente a cantare su un palco“.
Lo fa con “Un milione di cose da dirti” non un brano “impegnato” come i precedenti brani sanremesi, ma una ballad. “Una canzone d’amore verticale che come una semiretta si sa da dove parte ma non dove va a finire”. Sospesa come il finale di un libro o di un film.
Una semplicissima canzone d’amore: “mi interessa solo che chi mi ascolterà si emozioni con me”. Semplicissima ma non “a presa rapida”, avverte il cantautore. È stata scritta tre anni fa, in un momento di “assestamento”, dopo l’eperienza con “La Fame di Camilla”. Era da poco cominciata la carriera solista: “Avevo un blocco emotivo interiore e un sacco di cose da dire. L’unico modo per esternarle era attraverso una canzone”.
Tribù urbana: 11 canzoni da cantare a squarciagola ad un concerto
In “Tribù urbana” Meta racconta sentimenti universali e storie di vita che “avvicinano” in un momento in cui siamo costretti alla distanza. Una sofferenza per gli esseri umani che da sempre cercano la vicinanza degli altri, dapprima in tribù, poi in villaggi e città.
Un album in equilibrio tra sound internazionale e cantautorato italiano, con la giusta dose di sperimentazione per 11 canzoni da cantare a squarciagola ad un concerto. “Di solito scrivo immaginandomi sul palco, stavolta mi sono immaginato parte del pubblico“.
Questi i titoli dei brani: “Uno”, “Stelle cadenti”, “Un milione di cose da dirti”, “Il destino universale”, “Nina e Sara”, “No Satisfaction”, “Non bastano le mani”, “Un altro sole”, “Gli invisibili”, “Vita da fenomeni”, “Un po’ di pace”. In questo percorso umano il cantautore tocca anche temi mai affrontati prima.
Gli invisibili salveranno il mondo
È il caso di “Gli invisibili“, a cui pochi dedicano una canzone, ma che sono gli eroi che con atti di pura gentilezza salveranno il mondo. Questa canzone nasce dal racconto di vita di un homeless, che il cantautore ha incontrato durante un viaggio negli Stati Uniti. “Era una bella storia che nessuno avrebbe ascoltato. Una volta mi dissero cerca di restare invisibile perchè poi riesci a volare”.
Ognuno di noi lo è stato. Ermal si è sentito invisibile quando da autore non poteva spiegare come fosse nata una sua canzone perché lo si chiede sempre all’interprete. Da allora ha deciso che avrebbe cantato le sue canzoni.
Nina e Sara: “la felicità non te la posso garantire, ma la tristezza te la posso risparmiare”
Altra tematica importante è quella cantata in “Nina e Sara“, ancora oggi, nonostante siamo arrivati su Marte, la libertà individuale è una chimera. Non bastano anni di lotte, convegni, comizi, marce, petizioni, per molti l’omosessualità è un peccato mortale. “C’è da lavorare sull’educazione e la strada da percorrere è ancora lunga”, afferma Meta.
Cover di Caruso. “Ho scelto la canzone che tutti mi sconsigliavano”
Da sempre controcorrente, “preferisco misurarmi con i miei limiti, toccando l’intoccabile con i guanti di velluto“. È stato il M° Diego Calvetti che dirigerà l’orchestra a proporgli la Napoli Mandolin Orchestra, che l’accompagnerà nell’interpretazione del grande capolavoro del 1986 di Lucio Dalla.
“Volevo ci fosse il suono dei mandolini, simbolo della napoletanità” ha dichiarato Ermal Meta, che ha per la città di Napoli una predilezione particolare: “Ogni volta che ci vado mi sento a casa“. Per il cantautore la città partenopea è una rappresentazione dell’Italia intera: “Chi non capisce Napoli, non potrà capire l’Italia”.
Tra serata cover e serata con ospite, preferisce le cover che permettono al pubblico, che conosce già la canzone, di concentrarsi solo sull’interpretazione. In caso di serata con ospite: “Mi sarebbe piaciuto duettare con Federico Zampaglione o Samuele Bersani“.
Curiosità
A proposito di videoclip: è stato molto apprezzato quello di “No satisfaction“, singolo attualmente in rotazione radiofonica e che ha anticipato “Tribù urbana”. Il vero e proprio cortometraggio girato da Andrea Folino, mette a nudo sia il protagonista che le persone che lui incrocia nel suo cammino che si riempie di dubbi ad ogni passo.
Anche il video di “Un milione di cose da dirti” piacerà molto, come assicura Ermal Meta, che lascia trapelare la possibilità di un duetto, al di fuori dell’album.
a cura di
Mariangela Cuscito