Cuorenero ci insegna l’importanza del dolore

Cuorenero ci insegna l’importanza del dolore
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E’ veramente necessario attarversare il dolore per essere felici? Cuorenero è un giovane autore che ci insegna ad avere cura anche dei momenti bui, dilanianti, ma che servono a capire il senso di ogni cosa.

Nulla avrebbe importanza se non sapessimo come si sta senza averla. L’invito è quello di non avere paura, di rischiare e magari anche di bruciarsi, lasciando il cuore da qualche parte, ma di non fermarsi mai. La paura paralizza ciò che solo l’amore può alleviare. Il suo romanzo, Dentro i miei occhi, è la testimonianza che la sofferenza può essere vista come un’occasione di rinascita, come l’inizio di una nuova vita.

Ciao Cuorenero! Come mai hai scelto di firmarti con questo nome?

Ciao! Iniziare con questa domanda mi renderà al quanto antipatico perché è uno dei quesiti a cui non rispondo. Non rispondo perché il motivo per cui ho scelto di chiamarmi così è spiegato all’ultima pagina del libro. Quindi chi è incuriosito da ciò, sa dove andare a cercare.

Parlaci di te, come si arrivato fin qui?

Mi chiamo Precious Ghartey, ho 25 anni e sono prossimo ai 26, vivo a Messina e ho origini ghanesi. Un tempo giocavo a calcio poi ho smesso per problemi di salute, ho fatto diversi lavoretti e adesso lavoro come magazziniere. Ho conosciuto la scrittura 6 anni fa, prima erano semplici stati su Facebook, poi sono diventati post su Instagram e infine un romanzo. Sgomitando tra i tanti scrittori oggi sono qui.

Il quarto di copertina del tuo libro riporta questa frase: “delle volte il dolore si catapulta nelle nostre vite, paralizzandone i momenti felici”. È da questo dolore che è nata la tua prima opera?

Sì decisamente, ho messo a nudo la mia vita e le mie emozioni. Staccandomi il cuore dal petto e incastrandolo in queste 120 pagine. 

A chi consiglieresti la lettura del tuo libro? Quale messaggio vuoi mandare?

Il mio libro è adatto a chiunque creda nella vita. Ai ragazzi, alle madri, ai padri. A tutte le età. Soprattutto a chi abbia bisogno di una spalla su cui sorreggersi.

La tua scrittura ci spinge a superare le paure, da te definite “cattive alleate”. Tu di cosa hai paura? Ne hai avuta durante il lockdown?

Io ho avuto, ho e avrò sempre paura. Ma come mi son detto è l’atteggiamento che si ha dinanzi a essa a fare la differenza. La paura va affrontata e non subita. Altrimenti saremo sempre succubi e facili bersagli del dolore. È un mondo che giorno dopo giorno terrorizza, impaurisce. La gente è sbizzarrita e viene sempre più a mancare l’umanità. Che fine faremo? Che futuro avranno un giorno i nostri figli? Per non parlare dei loro. Loro pagheranno tanto per tutto questo male commesso dell’essere umano oggi, come noi d’altronde stiamo già pagando e continueremo a fare. La natura è vita, la nostra vita. E l’uomo la sta uccidendo. Ma un domani essa sarà mutata, mentre di noi non resterà più niente.

Come vedi Cuorenero tra 10 anni?

Non so come vedo Cuorenero tra 10 anni. Ma posso augurarmi di vederlo felice.

a cura di
Ilaria Iannuzzi

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