La vittoria di Alysia Montaño è un “record” che regala libertà
L’atleta americana Alysia Montaño ha corso nei campionati nazionali di atletica statunitensi incinta di 5 mesi, battendo il suo record di tempo precedente. Ho letto vari articoli inerenti a questo evento e, come al solito, le parti più “interessanti” di una notizia ormai risiedono tra i commenti.
Bisogna chiedere il permesso per vincere?
Commenti che si alternano tra “difensori e accusatori” di questa giovane venere, che nel silenzio, e senza chiedere il permesso a nessuno, ha deciso di correre una gara: la sua gara. Oltre tutto Alysia Montaño ha battuto il suo precedente record, la “sé stessa” di qualche anno prima e lo ha fatto con una vita in grembo.
Ora il mio ragionamento è il seguente: come mai nessuno si è mai indignato sul fatto che mia madre andasse a fare la spesa incinta e con numerose scale per arrivare fino a casa?
Come mai nessuno si è mai messo nei panni di una donna “maltrattata” prima che il caso diventasse una vera e propria notizia?
Siamo davvero schiavi solo delle emozioni che uno schermo luminoso riesce a regalarci?
Dovremmo smettere di indossare mantelli da supereroi della giustizia mediatica. È arrivata l’ora di cominciare a “guardare” le persone senza il bisogno sfrenato di giudicare o di regalare lezioni gratuite, non siamo un “open-day” in cui si prova una disciplina prima di pagare.
In fondo la verità si trova sempre dall’altra parte del fiume, e pochi di noi hanno una barca per arrivarci. Anzi, spesso la cosa che molti di noi “possiedono” sono insicurezze e foto sulle barche degli altri. Complimenti ad Alysia Montaño e al suo coraggio, questo è un record che regala libertà.
a cura di
Alessandro Di Domizio
2 pensieri su “La vittoria di Alysia Montaño è un “record” che regala libertà”