Vivere e suonare a Berlino: l’avventura di Kris Sinister

Vivere e suonare a Berlino: l’avventura di Kris Sinister
Condividi su

Nel 1981 Garbo propose un brano che ebbe successo: A Berlino che giorno è, una sorta di omaggio a una città che negli ultimi cinquant’anni ha dimostrato di essere una delle più attive culturalmente in Europa.
Kris Sinister aka Christian Fiore è un musicista italiano che ha scelto di trasferirsi a Berlino otto anni fa, dopo aver partecipato alla terza edizione di X Factor con i Porno Stuntmen.

Una scelta coraggiosa e determinata che coinvolge molti musicisti italiani e non solo, per farsi le ossa in una nuova realtà dove crescere e mettersi alla prova.

Dietro l’apparenza da rocker dannato c’è la determinazione tutta romagnola di realizzare i suoi progetti; Kris è un ragazzo responsabile che si è adattato alla realtà in cui vive. Ho voluto intervistarlo per sentire dalla sua viva voce com’è cambiato il suo percorso artistico e le difficoltà riscontrate da chi adotta questa scelta di vita e di arte.

Kris Fiore suona principalmente basso ma anche chitarra, ha sempre suonato rock, prevalentemente rockabilly e psychobilly, ma dichiara di amare anche il rock’n’roll classico, il metal e l’hard rock. Ci conosciamo da tanti anni e devo dire che una sua particolarità, rispetto a tanti altri è che Kris è rock’n’roll nel look, nel suo modo di essere, ne ha sposato l’attitudine. Recentemente il giornalista Michele Monina ha scritto del suo progetto Kris & Lou sul sito Optima Magazine.

Da quanto tempo vivi a Berlino?

Sono otto anni e quattro mesi. Mi era capitato di venire a Berlino in tour con formazioni rockabilly. In Italia, mi era quasi passata la voglia fra progetti che non crescevano e collaborazioni poco fruttuose, così ho deciso di stabilirmi a Berlino sostenuto e aiutato da amici residenti. In realtà oltre a suonare mi sono adattato anche a trovare un lavoro part time per pagarmi le spese.

Che differenze sostanziali hai notato rispetto all’Italia?

Ovviamente la prima cosa che ti manca è il cibo e il clima italiano. A conti fatti comunque la considero un esperienza gratificante ma dura. I primi tempi, appena arrivato, sentivo di avere il mondo in tasca grazie alle mie riminiscenze di spagnolo e inglese. Ma quando entri in un ufficio postale, allo sportello ti dicono di non conoscere altre lingue oppure per strada ti prendono in giro ascoltando il tuo tedesco stentato. Ora insegno musica in tedesco ma credo non mi ci abituerò mai.

Consiglieresti a un musicisita di trasferirsi a Berlino?

Io lo consiglierei valutando quello a cui si va incontro. Non c’è un’età finchè si ha voglia di sognare e di mettersi in gioco. La particolartà di Berlino è la sua identità multietnica; se sei aperto a diverse influenze hai continuamente degli stimoli che possono arricchire il tuo stile.

Che approccio musicale c’è a Berlino? Hai notato dei cambiamenti negli anni?

Credo che i punti di forza musicali di Berlino, ma della Germania in generale siano fondamentalmente la techno e le varie diramazioni minimal, electro oltre all’industrial di formazioni come gli Oomph o i Rammstein Esistono diversi club storici in città, specializzati nel genere techno, come lo storico Berghain, il Tresòr, il Sisyphos. Io suono rock’n’roll, un genere che non se la sta passando benissimo forse a causa di un cambio generazionale, ma esistono ancora locali che ne fanno il punto di forza come il Wild at Heart di cui conosco personalmente il proprietario fonico Poncho Rocker con cui spesso suoniamo insieme.

Come sta vivendo il lockdown una città come Berlino e come cerca di uscire dalla crisi la scena musicale?

Diciamo che, con il lockdown, i club, che dettano la scena musicale e le tendenze, rischiano di scomparire. Riguardo al Wild at Heart di cui parlavo prima è riuscito a organizzare un crowdfunding ricevendo soldi da tutto il mondo e si spera in una riapertura verso luglio mentre altri locali hanno avuto la mazzata finale. Bisogna anche dire che qui in Germania sono stati stanziati molti soldi per la ripartenza.

Quali sono le potenzialità degli italiani all’estero nell’arte e non solo? Sono rispettati?

In Italia abbiamo avuto tante influenze dovute alle diverse dominazioni. La particolarità dell’italiano in genere è la capacità di adattamento oltre al cosidetto problem solving molto spiccato. Un’altra cosa che ci differenzia è l’espansività e la cortesia. Per farti un esempio in Italia, quando ti invitano a cena, è buona educazione presentarsi almeno con una bottiglia di vino. Il tedesco no, probabilmente porta da bere per sè. Sono inizalmente freddi e scostanti ma una volta entrati nelle loro simpatie non ti mollano più.

Parlaci dei tuoi progetti musicali in corso.

Uno dei progetti principali è Kris & Lou. Ispirato alle sonorità dei Cramps principalmente ma anche dei Gun Club, Hives, Cult; è un connubio musicale che unisce le mie passioni e quelle di Lou on the Rocks. Suono il basso anche nella band australiana dei Mammoth Mammoth con sonorità stoner e hard rock. Porto avanti anche il mio progetto personale come Kris Sinister dove cerco di abbracciare il rock’n’roll in tutta la sua completezza.

a cura di
Beppe Ardito

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – Incubus, Trust Fall (Side B). Cinque anni dopo…
LEGGI ANCHE –
Mombao – racconto sulla realtà virtuale di Rust, argilla e il calore degli umani
Condividi su

Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

Un pensiero su “Vivere e suonare a Berlino: l’avventura di Kris Sinister

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *