Duilio Scalici – Eclettico tuttofare della scena indie

Duilio Scalici – Eclettico tuttofare della scena indie
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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Duilio Scalici, voce de I Giocattoli, autore di testi, musicista, ma anche videomaker (ha persino girato un videoclip per Francesco Renga), pittore, in passato ha avuto una band post-rock, ha fondato un’etichetta che per un periodo è stata un bel punto di riferimento nel sud d’Italia e non solo, e oggi è una sorta di figura jolly della scena indie.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, ed ecco cosa ci ha raccontato.

Cerchiamo Duilio Scalici su Google e troviamo che sei anche un pittore.

Beh diciamo che la mia prima passione è stata la pittura. Quando ero proprio piccolissimo per farmi addormentare volevo che mia madre mi leggesse libri biografici di Picasso e non le fiabe!

Andiamo avanti, e troviamo che hai firmato anche video di matrimoni…

Sì nel mio passato ho fatto anche questo e ad essere sincero è stata una fortuna. I matrimoni, secondo me, sono una scuola perfetta per video e foto, ovviamente se fatti con gusto! Ti mettono in situazioni in cui senza un vero set devi fare: ritratti, still-life, street-photography, panoramiche, gestione dei tempi e della gente che hai attorno ecc. Molte cose le ho imparate grazie ad essi!

Ci ha incuriosito molto la tua collaborazione con Sem&Stènn. Ci fai sapere com’è andata? In cosa siete simili?

Con Sem&Stènn siamo molto amici ormai. Avevo scritto questo brano “Abramović” e volevo da subito un feat stiloso ed un po’ weird al tempo stesso. Mi son subito venuti in mente loro e quando gli ho proposto il progetto si son visti entusiasti di collaborare.

A livello stilistico sopratutto abbiamo molto in comunque. Infatti, oltre al brano, quando abbiamo dovuto girare il video (curato sia da me che da Sem) sembrava come se l’avessimo pensato assieme sin dall’origine. Poi vorrei aggiungere che oltre al piano professionale sono delle persone squisite.

Se il mondo dellamusica e dell’arte fosse pieno di persone cosi sarebbe di sicuro un ambiente migliore. Sono davvero felice di essere loro amico e di aver collaborato insieme.

La tua particolarità sembra quella di sapersi muovere tra l’indie e il mainstream con estrema disinvoltura. Com’è possibile? Ci fai qualche esempio di un estremo all’altro del tuo lavoro?

L’arte di adattarsi è una caratteristica molto presente in noi del “sud”. Sarà per questo! A parte gli scherzi, non escludo mai nulla, ogni lavoro per me è una sfida e non c’è niente di più bello che arrivare alla consegna e vedere un cliente soddisfatto!

Un esempio di un estremo all’altro potrebbe essere il video di “Tutto è sempre uguale” de I Giocattoli girato in un unico giorno con budget zero ed il video “Normale” di Francesco Renga ed Ermal Meta o “Per essere felici” di Marina Rei, questi ultimi nomi forse parlano un po’ da soli.

Come si finisce ad essere videomaker?

Si deve lavorare duramente e si deve avere passione. Io sogno e faccio di tutto per essere un videomaker da quando ho 14 anni e bisogna essere costanti e non demordere mai. Vi saluto lasciandovi una frase che mi ha sempre detto mio padre e che ho sempre a cuore: “Bisogna avere fame”.

a cura di
Conza Press

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