“Nel tempo degli dèi: il calzolaio di Ulisse” di Marco Paolini – Teatro Colosseo – 17 gennaio 2020

“Nel tempo degli dèi: il calzolaio di Ulisse” di Marco Paolini – Teatro Colosseo – 17 gennaio 2020
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“Nel tempo degli dèi: il calzolaio di Ulisse”, lo spettacolo di Marco Paolini in scena con due date consecutive al Teatro Colosseo di Torino.

Un intenso racconto teatrale capace di smuovere interrogativi inaspettati e di mettere in discussione i punti fermi dell’immaginario mitologico di Ulisse a cui tutti attingiamo, dai tempi della scuola.

Marco Paolini (Ulisse)

Prima fra tutte, una domanda semplice: e se Ulisse non fosse l’eroe che tutti conosciamo? Se fosse un assassino, un codardo, debole al punto tale da nascondersi sotto le mentite spoglie del suo calzolaio?

L’Ulisse raccontato da Paolini, con la regia di Gabriele Vacis è, prima di tutto, un uomo

Un uomo che piange, si interroga, si dispera. Sopporta il peso di un remo che trascina con sé nel suo viaggio, accompagnato dal figlio Telemaco (Elia Tapognani), nella sua ricerca incessante di una meta e di una redenzione.

Ciò che Ulisse trova nel suo percorso è, tuttavia, lo scherno degli altri, che lo evitano o lo interrogano. Persone accecate dalla morbosa curiosità umana, insolente e meschina, così lontana dall’Olimpo degli dèi

Elia Tapognani (Telemaco) e Marco Paolini (Ulisse)

Saranno proprio le domande di un pastore (il bravo Vittorio Cerroni), incontrato per caso, a restituire a Ulisse la possibilità di raccontare la sua vicenda e di espiare le sue colpe.

Marco Paolini (Ulisse)

Nella rilettura moderna dell’Ulisse, Paolini (affiancato da Francesco Niccolini come co-autore dell’opera) inserisce nel mito originale la denuncia sociale che deriva dai fatti di cronaca e dai mali della nostra epoca.

Il mostro dell’Ilva di Taranto, la tragedia della Greenfell Tower di Londra, le morti dei migranti nel Mediterraneo.

Paolini svela le lacerazioni dei nostri giorni, e il linguaggio – inevitabilmente – si fa diretto: Ulisse è un uomo vecchio e disincantato, ferito nell’anima e nella parola. 

Marco Paolini (Ulisse)

Ruolo fondamentale e prezioso nello spettacolo è quello della componente musicale, che diventa parte integrante dell’opera: Ulisse dialoga con il coro e con i musicisti presenti sulla scena; sono loro a consigliarlo, a guidarlo talvolta, ad accompagnarlo nel viaggio.

La voce incredibile di Saba Anglana (che interpreta tutti i ruoli femminili dello spettacolo), le musiche e la chitarra di Lorenzo Monguzzi (il vecchio aedo Femio), il violino e il basso di Elisabetta Bosio (la “dark” Atena) regalano alla pièce teatrale l’intensità e il ritmo necessari per restituire tutta la forza di un racconto straordinariamente contemporaneo.

La storia di un eroe che si perde, che sbaglia, che cade e si rialza, è – in fondo – la storia di ognuno di noi.

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A cura di
Emanuela Ranucci

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Emanuela Ranucci

Nata a Torino, laureata in Comunicazione multimediale con una tesi specialistica in Letteratura italiana contemporanea, nel 2001 inizia a lavorare in RAI come redattrice e assistente di produzione per la realizzazione dei programmi televisivi educativi di Raitre (Melevisione, Screensaver). Nel dietro le quinte della tv si innamora della fotografia, realizzando le sue prime foto di scena. Da quel momento non abbandona più la macchina fotografica, dedicandosi a reportage, backstage, eventi, concerti e still life. Attualmente si divide tra i progetti da fotoreporter&videomaker e la sua agenzia di comunicazione (Loom Collective) che ha fondato a Torino.Nel tempo che rimane, ama: viaggiare, sorseggiare il barbera, nuotare al mare (anche d’inverno), cantare (stonando) in sala prove.

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