Si scrive “pacca”, si legge Banana Joe: il post-grunge rinasce a Genova (VIDEO)

Si scrive “pacca”, si legge Banana Joe: il post-grunge rinasce a Genova (VIDEO)
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Ci sono tanti modi di definire lo stile Banana Joe, ma quello che ormai li caratterizza di più sta, senza ombra di dubbio, in quattro precise lettere: P-A-C-C-A.

Per capire che cosa sia la pacca firmata BJ non è sufficiente ascoltare qualche loro brano in cuffia: bisogna gustarseli sotto il palco, accanto ad una cassa vibrante, nel bel mezzo del pogo. Ecco che la pacca si manifesta in tutto il suo splendore, sferrandoti il suo schiaffo migliore e lasciando che le tue viscere si schiantino sopra quel muro del suono dal rumore pesante.

I Banana Joe non hanno quasi bisogno di presentazioni: noi di Vez ci siamo affezionati e tra non molto lo sarete anche voi. In momento storico in cui la discografia sembra perdersi nei meandri dell’Indie e della Trap, c’è finalmente qualcuno che non perde occasione per infuocare le chitarre, rendendo giustizia ad un suono ormai distante dalle radio e dall’immaginario collettivo.

Tre, ma come se fossero 10: Andrea Gnisci (voce e basso), Fulvio Masini (chitarra) ed Emanuele Benenti (batteria), suonano insieme da diversi anni ormai portando in giro il loro stile che oscilla tra sonorità post-grunge e la musica psichedelica degli anni ‘60-’70.
Genovesi, giovani, gasati: le band che piacciono perché sanno come farsi piacere.

Lo scorso ottobre hanno lanciato il loro primo album Supervintage che hanno fatto conoscere su diversi palchi del Nord-Italia, un concentrato di pura energia rock che lascia ben sperare per i nuovi lavori in arrivo. Perché, sì, sono in arrivo nuovi brani: ora ne abbiamo la conferma.

Noi li abbiamo incontrati, intervistati e anche un po’ umiliati.

Qui l’intervista a cura di Giovanna Vittoria Ghiglione.

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Giovanna Vittoria Ghiglione

Giovanna, classe 1992, è un’instancabile penna incallita. Per lei, le cose importanti passano tra inchiostro e carta: tutto il resto è noia. Impulsiva come Malgioglio davanti a un negozio di pashmine floreali, ha sempre trovato nella scrittura il rimedio più efficace contro gli errori della vita: scrivere significa pensare e pensare – purtroppo – non è da tutti. La musica ha sempre giocato un ruolo primario nella sua vita e scriverne è diventato presto un obiettivo da raggiungere. E se è vero che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, a lei non piace proprio tutto: è passata, negli anni, da grandi classici della scena Pop dell’adolescenza, al Rock degli anni ‘90, fino all’Hip Hop – che sin da bambina ha amato grazie alla danza. Autentica sostenitrice della morte dell’Indie, oggi non ha un genere preferito nonostante le statistiche di Spotify evidenzino una grande tendenza Pop.

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