“C’è un cadavere in biblioteca”: leggere Agatha Christie per la prima volta

Agatha Christie
Condividi su

Tutti hanno sentito parlare dei più iconici libri di Agatha Christie, da Dieci piccoli indiani passando per Assassinio sull’Orient Express arrivando a Assassinio sul Nilo. Ma come sarebbe per una persona nuova ad Agatha Christie confrontarsi per la prima volta con un breve giallo della serie di Miss Marple?

Per approcciarmi alla lettura di C’è un cadavere in biblioteca sono partita da una domanda iniziale: come sarebbe, per una persona che non si è mai confrontata con un giallo, leggere per la prima volta questa piccola gemma di Agatha Christie

Il libro appartiene alla serie di Miss Marple, dove vengono raccontate le avventure investigative di un’anziana zitella inglese. Quest’ultima, con l’aiuto di diversi personaggi spesso ricorrenti nelle varie opere, riesce sempre a risolvere i più complicati delitti. Nel mentre però tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina del libro. 

Le opinioni sui romanzi della Christie spesso precedono il libro stesso: intriganti, scioccanti, a tratti divertenti e satirici. La frase che ho sempre sentito pronunciare di più è stata: “non riuscirai a staccarti dal libro“. 

È stato così anche per una persona completamente ignorante in materia gialli? La domanda richiede una risposta articolata. 

Fonte: Pinterest

Il libro è breve e ha un ritmo incalzante, a volte pare di star leggendo una scena teatrale data la velocità di botta e risposta che i personaggi si danno tra loro. Il mistero è quello del cadavere di una giovane ballerina ritrovata nella biblioteca di una ricca coppia, portando con sé per per tutta la narrazione un’aura di domesticità che rende la lettura ancora più scorrevole.  

Jane Marple è un personaggio accattivante e capace di sorprendere. Trovo geniale il connubio tra la sua perspicacia e la rappresentazione di un’anziana signora sempre gentile e affabile con chiunque le si approcci. Affibbiare a un personaggio all’apparenza tanto indifeso il ruolo di pettine che attira i nodi a sé ha, a mio parere, un effetto incredibilmente riuscito. 

Ma sicuramente la parte migliore del libro è stato quello che mi piace definire il gioco: leggere C’è un cadavere in biblioteca è come una lunga partita a Cluedo. Cerchi in tutti i modi di afferrare il più piccolo dettaglio e immagazzinarlo nella memoria per poterlo usare più tardi. 

I personaggi sono amabilmente fastidiosi a volte, tipicamente paesani e pieni di contraddizioni. A un certo punto paiono essere tutti uno contro l’altro. Ti confondono e costringono a tornare indietro a controllare che non stiano cambiando versione dei fatti, e quanto è divertente scoprire che ti stanno mentendo! 

Superata la parte iniziale, a mio parere l’unica frazione di libro definibile lenta, diventa una corsa contro il libro stesso per capire chi è il colpevole. Ti porta a sentirti in competizione con i vari personaggi. Alla fine, arriva lei, Miss Marple, e spazza via con poche parole ogni possibile supposizione con rivelazioni finali che lasciano a bocca aperta. E di nuovo salta alla mente la seconda frase che ho sentito dire più spesso sui libri di Agatha Christie: “puoi provarci, ma non ci arriverai mai al colpevole”. 

Ammetto che entrambe le frasi si sono rivelate veritiere: da metà libro in poi appoggiare il volume è stato difficile. Il bisogno di arrivare in fondo a questo piccolo mistero è più forte che mai, e no, il colpevole non era chi sospettavo. Per sta volta, Miss Marple mi ha battuta sul tempo. 

In conclusione, ritengo di poter consigliare come prima lettura della Christie questo libro per vari motivi: la mancanza di pregiudizi e possibili spoiler di cui i romanzi più famosi della scrittrice risentono, la velocità e brevità del romanzo, la semplicità della storia stessa. L’umanità dei personaggi, così divertenti, a tratti ingenui e a tratti quasi patetici, è probabilmente la cosa che ho apprezzato maggiormente. 

Il libro in generale pare prendere il lettore per le spalle e metterlo seduto su una poltroncina di un piccolo teatro di periferia, bisbigliandogli all’orecchio “divertiti“. Si alza poi il sipario su una sciagurata commedia. Sicuramente non il più grande spettacolo mai visto, ma ne è valso il prezzo del biglietto e si è tornati a casa felici. 

a cura di
Ludovica Marinelli

Seguici anche su Instagram!

LEGGI ANCHE – “Anastasia – Il Musical” – Mandela Forum, Firenze – 11 maggio
LEGGI ANCHE – Al via la V Edizione di ReA! Art Fair
Condividi su

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *