Le icone indie The Wombats non mostrano segni di cedimento e lanciano il loro sesto album “Oh! The Ocean!”
Come gruppo, i The Wombats non hanno bisogno di presentazioni. La loro incredibile longevità e la qualità costante della loro musica la dicono lunga, con cinque dischi all attivo. Oltre alla loro formidabile discografia, si sono anche guadagnati una buona reputazione come gruppo dal vivo. I loro anni di tour incessanti li hanno portati a questo punto, diventati innegabilmente uno dei gruppi preferiti dell’ambiente indie.
La notizia di un sesto album, così come un tour nelle arene, è stata una gioia per i fan. È fantastico vedere i The Wombats andare avanti a tutto gas, e crediamo che “Oh! The Ocean”, possa vantare alcuni dei migliori lavori della band fino ad oggi.
Le prime tre tracce sono i singoli che il gruppo ha pubblicato prima dell’album stesso. “Sorry I’m Late, I Didn’t Want To Come” è l’apri pista. Si tratta di una traccia attentamente ritmata, dominata da una sezione ritmica groovy, per gentile concessione del bassista Tord Overland Knusden e del batterista Dan Haggis. Il momento clou della canzone è il ritornello, in cui il cantante Murph mostra le sua qualità.

Dentro l album
Subito dopo l’opener ci sono due pezzi molto più ritmati. “Can’t Say No” e “Blood On The Hospital Floor”, entrambi pieni di quel classico ronzio dei Wombats che abbiamo imparato a conoscere e ad amare nel corso degli anni.
Quest’ultimo è stato esibito in alcuni dei più grandi festival del Regno Unito la scorsa estate, con il pubblico di Reading, in particolare, che ne è rimasto entusiasta. Il brano è pieno di energia, con il trio che si unisce per creare suspense nei versi, prima di esplodere in frenesia durante i ritornelli. Questo è un brano tipico dei Wombats: uno di quelli per cui la folla può impazzire.
Il nuovo disco arriva due anni dopo l’ultima uscita in studio dei The Wombats, l’album che ha debuttato al numero uno nel Regno Unito “Fix Yourself Not the World”. Non sarebbe una sorpresa se il nuovo album ottenesse un successo simile, poiché è pieno di qualità.
Uno dei brani più carichi di “Oh! The Ocean” è “I Love America And She Hates Me”. Inizia con una linea di basso tonante che ricorda il materiale trovato nell’album del 2018 “Beautiful People Will Ruin Your Life”. La sezione ritmica autorevole è completata dalla voce stratosferica di Murph. La sua voce solitaria riecheggia in ogni centimetro della traccia mentre si sviluppa verso un enorme eco nei suoi ritornelli.

In conclusione
Quando i The Wombats arrivano ai ritornelli dei loro pezzi, si uniscono per creare un suono che è a dir poco trionfante. In un istante, passiamo dalla suspense alla supremazia totale. Murph canta a squarciagola le parole: “Tutto ciò che mi piace diventa un’ossessione finché non distruggo. Devo dirlo ad alta voce, sono troppo giovane e troppo vecchio per capirlo.” La sua brutale onestà è meravigliosa ed è perfetta se abbinata alla grande musica.
I The Wombats chiudono il disco con stile, con “Lobster”: una traccia che trasuda figaggine. Ha una vera spavalderia, guidata da una strumentazione funky e da una performance vocale che non rispetta nessuna regola. Murph mostra cosa sa fare mentre lui e il resto della band vedono uscire un disco fantastico.
“Oh! The Ocean” ci ha regalato alcuni dei migliori pezzi che abbiamo mai sentito dai The Wombats. È davvero bello vedere un gruppo continuare a produrre musica di massima qualità, anche dopo molti anni passati sulla scena, a testimonianza del valore della band.
a cura di
Mattia Mancini
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