Dal 6 febbraio uscirà nelle sale italiane We Live In Time, il nuovo film di John Crowley con Andrew Garfield e Florence Pugh.
Di film romantici nella storia del cinema ce ne sono a bizzeffe, forse fin troppi, e molto spesso non facciamo altro che guardare copie carbone di storie già raccontate. Per questo il compito di John Crowley era quello di riuscire, con We Live In Time, a darci qualcosa di nuovo, per quanto possibile.
Ma come si fa a essere innovativi quando sembra che quasi tutte le storie siano già state narrate?
Una soluzione, per esempio, potrebbe essere quella di cambiare il modo in cui raccontare quella storia.
Crowley prova a farlo, senza seguire una linea temporale dritta, anzi, la stravolge andando a pescare tra gli eventi e i ricordi della meravigliosa storia romantica tra i due protagonisti.
A primo impatto potrebbe sembrare una scelta narrativa già vista e un po’ confusionaria, ma già dal trailer è chiaro che il film non parli solo di amore, ma anche di malattia, con il fantasma della morte che sembra aleggiare prepotentemente. Si dice che quando si muore (o si rischia di morire), ci passa tutta la vita davanti, ed è forse proprio per questo che il regista ha scelto questo tipo di montaggio, per farci provare quella sensazione attraverso gli occhi di qualcun altro.

I punti di forza del film
La storia d’amore tra Tobias Durand (Andrew Garfield) e Almut Bruhl (Florence Pugh) in We Live In Time non è solo narrata bene attraverso il montaggio, ma anche grazie alle inquadrature, alla fotografia e, soprattutto, alla recitazione. Questi sono gli altri ingredienti che possono fare la differenza tra un film già visto e uno interessante.
Chi segue il cinema ha conosciuto Andrew Garfield e Florence Pugh in numerose pellicole. Il primo ha dato più volte prova del suo enorme talento in film come The Social Network, La Battaglia di Hacksaw Ridge – che gli è valsa la nomination come miglior attore protagonista – e nel musical “Tick Tick…Boom!”, anch’esso seguito dalla nomination agli oscar. Anche la stella di Florence Pugh ha brillato in più di un’occasione, grazie a performance magnetiche ed emozionanti, da Midsommar a Piccole Donne. Proprio il suo ruolo nel film di Greta Gerwig gli è valsa la candidatura all’Oscar come miglior attrice non protagonista.
In questo film non fanno che confermare la loro bravura e, soprattutto la loro capacità di risultare autentici in ogni ruolo che fanno. Ciò che traspare maggiormente, infatti, è proprio la credibilità dei due attori e la loro chimica, che li porta a creare qualcosa di unico ed toccante.
Un contraltare di livello
Quello che si evince ad un certo punto della pellicola è che il personaggio di Tobias sembra fare un po’ da contraltare a quello di Almut. Mi spiego meglio: non intendo dire che i minuti su schermo di Garfield siano inferiori o che il suo personaggio venga trattato marginalmente, ma semplicemente che alla fine del film si conoscono molte più cose di Almut rispetto a quelle che sappiamo di Tobias.
Questo non toglie niente alla magistrale interpretazione di Garfield, ma avrei preferito sapere qualcosa in più sulla sua storia. Guardando il film, però, è anche comprensibile che ci si soffermi maggiormente su Almut, considerando che è lei a dover portare il peso della malattia.
Conclusioni
We Live In Time è, dunque, una pellicola ricca di emozioni e di autenticità, una storia capace di catturarti dall’inizio alla fine e, spesso, anche di coccolarti. Non si esime dal raccontare gli eventi senza censure, per mantenere credibilità e, nonostante il tema molto forte, riesce a strapparti qualche sorriso.
Non è certo il primo film che vuole mandare il messaggio del “vivere la vita appieno e sfruttare al meglio il tempo che abbiamo”, ma siamo sicuri di non averne più bisogno? Se ci guardiamo dentro, guardiamo alle nostre vite, probabilmente la maggior parte di noi si accorgerà di non vivere la propria vita al massimo e, spesso, di trascurare i propri cari. We Live In Time, perciò, si rivela un film necessario per provare a trasmettere questo messaggio così importante ma, purtroppo, così difficile da comprendere.
Domani, quindi, correte al cinema armati di fazzoletti e ponete particolare attenzione al finale che, a primo impatto potrebbe sembrare strano ma, in realtà, è la ciliegina sulla torta di questo film.
a cura di
Edoardo Iannantuoni
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