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Donna Louise Tartt, nata nel dicembre del 1963, è una scrittrice statunitense. Ha esordito nel 1992 con Dio di illusioni, riscuotendo fin da subito un enorme successo. Nel 2002 pubblicherà Il piccolo amico e nel 2013 Il cardellino, che le è valso il premio Pulitzer. Nel 2019 è uscito l’adattamento cinematografico di diretto da John Crowley. È stata inclusa nella lista delle “100 Most Influential People” del 2014 dal Time.

foto di Beowulf Sheehan
Donna Tartt e TikTok

Io l’ho scoperta anni fa con Il Cardellino, me l’aveva consigliato una di quelle amiche che azzecca sempre il libro giusto. Non mi ha delusa e, una volta finito il romanzo, il mio unico pensiero è stato: devo leggere tutto quello che ha scritto. Sono rimasta a bocca asciutta perché Donna Tartt è tante, tantissime cose, ma non una scrittrice prolifica. Negli ultimi trentatré anni ha infatti pubblicato solo tre libri. Quando le è stato chiesto quanto ha impiegato a scriverli ha risposto:

Trenta, perché ho iniziato prima. Mi sento un’astronauta: scrivere è come un lungo viaggio nello spazio, o per mare. Sto lontana per anni e poi ritorno a terra. Dopo otto mesi che lavoravo a Il cardellino ho capito che non era la direzione giusta. Sono ripartita da zero. Mi ci vogliono dieci anni per un romanzo: non di scrittura, ma di vita. Ho provato a essere più rapida, ma non riesco: non mi divertirei e neppure i lettori proverebbero piacere. Non voglio che leggere i miei libri sia come andare sulle giostre.

Il primo di questi è Dio di illusioni, che Donna Tartt ha detto essere ispirato ai suoi amici del college. Il romanzo, che negli anni ’90 ha superato le 5 milioni di copie vendute nel mondo ed è stato tradotto in 24 lingue, negli ultimi anni ha visto la sua popolarità risalire vertiginosamente. Il motivo di questo picco di notorietà sembrerebbe essere proprio TikTok. Ma perché? Cosa lo rende così ancora ipnotizzante?

Dio di illusioni

Un professore di greco antico, cinque ragazzini viziati ed un college nel Vermont. Un mondo fittizio dove idealizzare i miti del passato, da celebrare fra eccessi: un’illusione sottile alimentata da alcol e droghe. Dio di illusioni ci racconta un limbo adolescenziale, ma lo fa in maniera violenta. Fin dalle prime righe – di uno dei prologhi più belli della letteratura – Richard Papen ci svela di aver preso parte ad un omicidio prima ancora di dirci il suo nome. Questo ci porta, pagina dopo pagina, a non essere curiosi o sorpresi, ma in costante apprensione.

La neve sulle montagne si stava sciogliendo e Bunny era già morto da molte settimane prima che arrivassimo a comprendere la gravità della nostra situazione.

Gli eventi avvengono poi non solo in un’ambientazione dark accademia, tra il romantico e il gotico, ma anche attraverso la voce narrante di un ragazzo ossessionato dalla bellezza. Non manca poi il fascino per il classicismo – Richard cita costantemente scrittori e poeti – come anche per il dionisiaco e l’esoterismo. Non è quindi difficile capire cosa incuriosisca il mondo di TikTok, tra le pagine di Dio di illusioni ritroviamo infatti il bisogno di ricercare ed esporre un’estetica, così come sui social. (Per non parlare del fatto che è letteralmente una Dramione ante litteram.)

Le illusioni

La scrittrice ci trascina tra i corridoi attraverso un protagonista solitario e solo, che spera di riscattarsi una volta arrivato al college ma finisce solo per corrompersi. Prima di essere una “tragedia canonica” è una tragedia dell’essere umano. Dell’uomo eternamente in tensione verso l’omologazione, a discapito di tutto, pur di non dover subire l’emarginazione.

E questo è uno dei motivi per cui empatizziamo con lui. Riesce, nonostante la sua inaffidabilità, a portarci dalla sua parte. Donna Tartt con la sua penna inesorabile, come lo è il destino all’interno del suo romanzo, condivide con noi un segreto e ci cattura, ci seduce totalmente. Siamo partecipi di qualcosa di unico.

E chi non vorrebbe amici come  Henry WinterFrancis Abernathy, i gemelli Charles e Camilla Macaulay e Edmund Corcoran? Chi non vorrebbe entrare nel circolo dell’affascinante professore di greco antico Julian Morrow?

E dopo averti fatto desiderare questa dolcissima esclusività la scrittrice riesce ad infrangere l’ultima e la più grande delle illusioni: essere giovani non significa essere invincibili.

a cura di
Andrea Romeo

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