Il pluripremiato regista Ferzan Ozpetek presenta in conferenza stampa uno dei suoi progetti più ambiziosi, “Diamanti”, in uscita in tutte le sale il 19 Dicembre
“Era latente il desiderio di fare un film sulla potenza e la complicità delle donne, con un cast tutto al femminile. Così ho arruolato i miei diamanti di tanti anni di carriera e ho creato quest’opera, che sarà uno spartiacque tra i miei lavori passati e futuri.”
Ferzan Ozpetek
Diamanti di Ferzan Ozpetek vanta un cast a maggioranza femminile con ben diciotto attrici italiane, tra cui le due protagoniste, le sorelle Canova Luisa Ranieri e Jasmine Trinca, affiancate da Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino e Kasia Smutniak.
Il piano del regista di dare vita ad un progetto dove la donna è posta al centro risulta molto diverso rispetto alle sue opere precedenti.

La trama
Ferzan Ozpetek dirige se stesso, nel ruolo di un regista che accoglie nella sua casa durante un pranzo tutte le attrici con cui ha lavorato maggiormente e che ha amato. Osservandole nella loro naturalezza e spontaneità mentre creano connessioni tra loro, il suo immaginario li proietta in un’altra epoca, dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne. Dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali ed il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume.
Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano. Così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.
Ferzan, il mondo femminile è sempre stato molto presente nei tuoi film, ma questa volta l’hai voluto rendere protagonista. Da cosa nasce questo desiderio?
Ferzan Ozpetek: “Ho trovato l’ispirazione per Diamanti parlando con le mie sceneggiatrici di un ricordo passato: quando mi recavo alla Sartoria Tirelli come aiuto regista, dove incontravo i grandi costumisti e naturalmente registi importanti, attrici ed attori. Mi ha sempre affascinato questo ambiente sicuro, dove avevano un’enorme importanza il dettaglio, la luce, le manie nelle cose. Così l’ho unito al mondo femminile – per antonomasia colonna portante della vita – e ho trovato l’idea.”

Il titolo è stato sin dal principio “Diamanti”?
Ferzan Ozpetek: “No, il film inizialmente doveva chiamarsi Mezze Verità e, grazie all’influenza di Mina, ho esplorato più nel profondo cosa significassero per me queste donne così presenti nella mia vita professionale. Per me sono diamanti, pietre preziose che resistono a tutto, proprio come loro.”
La persona che interpreta il regista nel film doveva essere Stefano Accorsi
Ferzan Ozpetek: “Nell’idea originaria non ero io il regista all’interno del film, ma Stefano Accorsi. Il quale invitava tutte le attrici (che non interpretavano ruoli ma erano loro stesse) a casa sua ed insieme leggevano il copione e mangiavano in un meraviglioso momento di convivialità. Giustamente abbiamo poi riflettuto sul fatto che se ogni attrice rivestiva effettivamente il ruolo di se stessa, allora ero io che dovevo interpretare me stesso come regista. Ciò che mi ha reso molto tranquillo è stato il fatto che non mi sia reso conto di star recitando una parte nel film.”
Una domanda per Luisa Ranieri: che incontro è stato quello con una delle due protagoniste, Alberta? Com’è cresciuto il tuo rapporto con Ferzan?
Luisa Ranieri: “Con Ferzan abbiamo costruito un rapporto di fiducia reciproca negli anni, ci siamo sempre divertiti molto, abbiamo usato spesso la tecnica dell’improvvisazione per preparare i personaggi e ne abbiamo tirati fuori alcuni molto carini. Quando mi disse che avrebbe voluto realizzare un nuovo film tutto al femminile stavamo girando Nuovo Olimpo e io scherzando gli chiesi di farmi fare un ruolo importante.
Quando ho iniziato a preparare Alberta per Diamanti ho affrontato il film pensando che non avremmo improvvisato come sempre, perché era necessaria una struttura per impersonare una donna di successo con una determinata personalità e con le sue fragilità. Ho invece scoperto che l’improvvisazione – il qui e ora – anche in questo caso è un modo per tirare fuori inconsciamente lati che non scopriresti, se rimanessi ancorata al tuo paracadute emotivo.”
Jasmine, sappiamo che Ferzan non ha paura di niente, nemmeno di mettere in scena anche in maniera sfacciata i sentimenti e le emozioni. Com’è stato il viaggio nei panni di Gabriella, una persona che fa emergere il suo lato emotivo in maniera forte?
Jasmine Trinca: “Mi interessava moltissimo provare a raccontare una donna che è presente ma è assente, ma anche il fatto che Ferzan volesse posare lo sguardo su persone che abbiamo sempre accanto a noi e che non sappiamo cosa attraversano. Molto spesso sono individui che non riescono a tirare fuori il proprio dolore o elaborarlo, e penso sia valsa la pena di dare voce a un personaggio così.
Questo ragionamento si estende anche alle altre storie di donne raccontate nel film, tutte estremamente importanti e di rilevanza, soprattutto in un periodo storico come questo.
In questo percorso lavorativo ci siamo trovate come sorelle, in una fiaba sul lavoro dove sono tutte felici di lavorare. Il che rappresenta un po’ l’aspetto fiabesco, mentre quello reale è questa profonda solidarietà, che corrisponde a uno sguardo rivolto all’altra e non solo verso se stessa.

Un personaggio accogliente e meraviglioso è quello interpretato da Mara Venier, ma come è stata la sua esperienza?
Ferzan Ozpetek: “Mara inizialmente non voleva fare il film: aveva paura, ci scambiavamo parecchi messaggi e durante le nostre cene venivano fuori tutte le sue incertezze e i dubbi. Così io le dissi: «Mara, anche io ho paura. Per questo motivo devi fare il film e farlo con me.» Il suo personaggio è cucito ad hoc su di lei, la sua personalità fuoriesce molto.”
Perchè la storia in “Diamanti” è ambientata proprio negli anni ’70?
Ferzan Ozpetek: “Ho ambientato la storia negli anni ’70 perché sono quelli gli anni a me cari, dove ho frequentato le sartorie di cinema e teatro tra cui Tirelli e ho incontrato i grandi costumisti e gli addetti ai lavori. Sono sempre stati luoghi che mi affascinavano. Sentivo l’incanto di quei santuari laici del bello, nei quali la creatività si declinava con ingegno, forte laboriosità e dedizione. Ho voluto dare ai miei Diamanti un luogo sacro, dove il cinema è raccontato e “vestito” attraverso le storie di chi quei costumi li inventa, li disegna , ne testa i tessuti e palpa le stoffe, ricerca ostinatamente i punti di colore perfetti, le decorazioni e la mania per i dettagli, che contribuiscono all’armonia della confezione finale, a volte di veri capolavori.
È anche un omaggio alla ricca tradizione dello stile, dell’eleganza raffinata e confortevole allo stesso tempo, alla grande artigianalità. Nell’evocare tutto questo ho voluto mostrare tra gli altri anche i costumi originali di Claudia Cardinale ne Il Gattopardo e di Romy Schneider in Ludwig, entrambi film di Visconti.”
Il film di Ferzan Ozpetek è un’opera diversa dalle altre, che comunica empatia, solidarietà e coraggio attraverso i volti e gli occhi delle magistrali attrici del cast.
Diamanti è una produzione Greenboo Production, Faros Film e Vision Distribution in collaborazione con Sky, in uscita in tutte le sale il 19 dicembre.
a cura di
Michela Besacchi
foto di
Stefania Casellato
Seguici anche su Instagram!