Una serata con Joyce Carol Oates – Noir In Festival, 5 Dicembre 2024

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Ieri, giovedì 5 dicembre, si è svolta la consegna del premio “Raymond Chandler Award” a Joyce Carol Oates, con la presentazione del libro “Macellaio”

Il 5 dicembre 2024 si è tenuta nella sala grande del Teatro Franco Parenti di Milano la consegna del Raymond Chandler Award a Joyce Carol Oates. Una giornata estremamente attesa all’interno del programma del Noir in Festival!

Il premio

Il Raymond Chandler Award è il Premio che riconosce una carriera «noir» ed è la perfetta riproduzione in argento del famoso doblone Brasher, dal nome dell’incisore.
Una rara e preziosa moneta d’oro coniata nel 1787 e rubata alla vedova del collezionista Murdock, il cui recupero venne affidato a Philip Marlowe nella sua terza avventura, La finestra sul vuoto (The High Window, 1942).

L’evento

La cerimonia è stata introdotta da Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, i direttori del Noir In Festival e il premio consegnato da Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura della città di Milano, con l’intervento speciale di Andrée Ruth Shammah (direttrice artistica del Teatro Franco Parenti) ed Elisabetta Sgarbi (direttrice della Milanesiana).
La motivazione del premio è la seguente: “Joyce Carol Oates è una sublime ingannatrice del tempo. È per noi l’artista più efficace per raccontare il nodo oscuro che lega i personaggi.”

«È un grande onore ricevere un riconoscimento il cui primo vincitore è stato Graham Greene, un maestro del genere letterario che combina il mistero con un forte nucleo morale, le energie propulsive della suspense con i poteri permanenti del mito e il brivido della narrazione che è la nostra eredità più antica. Il thriller è il veicolo, il noir è il paesaggio, una visione della vita che è, per molti, il più accurato degli specchi in cui si riflette la vita

Joyce Carol Oates

Chi è Joyce Carol Oates

Joyce Carol Oates è probabilmente la più grande scrittrice americana vivente, ogni anno nella rosa dei candidati del Nobel e più volte finalista al Premio Pulitzer per le sue oltre settecento storie tra romanzi, racconti, memoir, opere teatrali, narrativa per ragazzi, saggi e poesie, che hanno ricevuto numerosi importanti riconoscimenti.

Dopo aver vissuto tra Stati Uniti e Canada, dal 1978 l’artista vive nel New Jersey.
Ha insegnato scrittura creativa alla Princeton University dal 1978 al 2014 ed è professore alla University of California di Berkeley, dove insegna short fiction.

Dal 1963 ha scritto più di un centinaio di romanzi e saggi, cimentandosi con i generi più diversi, curando il suo stile unico, toccando temi diversi come la famiglia, le origini, la violenza sulle donne, l’innocenza e la sua violazione, l’amore come un’esperienza sconvolgente, denunciando la corruzione, il razzismo e il sessismo insiti nella cultura americana e confermandosi una scrittrice fondamentale, spietata e meravigliosa.
Al centro della sua narrativa c’è il male: talmente naturale da diventare il motore di molte sue storie e la materia stessa dei suoi personaggi.

Il nuovo libro

Dopo la premiazione, c’è stato un dialogo tra la scrittrice e Antonio Monda per presentare il nuovo romanzo della Oates, Macellaio, uscito il 26 Novembre per La Nave di Teseo.
Il racconto è un viaggio da incubo attraverso le regioni più oscure della psiche umana che, con un romanticismo inaspettato, narra i disturbanti esperimenti condotti da Silas Aloysius Weir (già accusato nel 1836 di un terribile infanticidio) all’interno dell’Istituto del New Jersey per donne malate di mente.
Qui per decenni il dottore ha avuto la possibilità di utilizzare queste ultime (tutte povere ed in difficoltà, trascurate dallo Stato e dalla sanità) come cavie umane, sottoponendole ad esperimenti e privazioni grottesche.
Nonostante ciò, Weir viene celebrato come il “padre della Gino-Psichiatria”, un pioniere della medicina chirurgica.

Un romanzo è tratto da una storia vera e miscela finzione e realtà. Narrato dal figlio maggiore del dottor Weir, che ha ripudiato la brutale eredità del padre.
Macellaio presenta l’energia febbrile, la spinta narrativa e l’ampiezza descrittiva di gran parte delle opere precedenti di Oates.
Alla fine, però, la portata del romanzo è più ampia di quanto si possa pensare, diventando un commento empatico e perspicace sui diritti delle donne, sugli abusi del patriarcato e sulla servitù dei poveri e degli emarginati. Com’è sua abitudine, la scrittrice riesce a creare un mondo che è diverso dal nostro ma allo stesso tempo familiare, rendendo impossibile ignorare le sue osservazioni sulla natura contorta del genere umano e sulla violenza ad esso a volte associata.

La figura della donna, tra noir e realtà


Durante la conversazione Joyce ci rivela quanto ami Raymond Chandler per il suo stile privo di stereotipi e pieno di black humor.
Nella letteratura noir c’è un atteggiamento morale che non privilegia mai le persone di alto rango, ma che piuttosto va incontro a quelle meno abbienti.
Secondo Joyce, Los Angeles è la città che rappresenta maggiormente questo genere, sia per il suo romanticismo, sia per quella sua parte decadente.
Nell’immaginario noir la donna viene vista come Femme Fatale, talmente tanto seduttrice che spesso viene demonizzata. Nella vita reale invece è sempre una vittima: lo vediamo nella storia passata, come in quella attuale.

Come ciò che sta succedendo ora in America, con l’ascesa al potere di Trump.
Gli Stati Uniti sono un misto di misoginia e sessismo e la scrittrice non si capacita di come ciò possa essere possibile e di come il Paese ora faccia passi indietro con la nuova forza politica al comando, che criminalizza ancora di più la donna.

a cura di
Emanuela Giurano

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