Robot Festival, day 2 – DumBo, Bologna – 12 ottobre 2024

Robot Festival, day 2 – DumBo, Bologna – 12 ottobre 2024
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Arriva alla quindicesima edizione il Robot Festival, uno degli eventi di musica elettronica tra i più celebri di tutto il paese. In un DumBo gremito per l’occasione, si esibiscono gli ospiti internazionali della terza serata: Mabe Fratti, Daniela Pes, KOKOKO!, Max Cooper e Modeselktor.

Transition

Transizione è la parola chiave della quindicesima edizione del Robot, come ampiamente chiarito dal suo manifesto ideologico. È una parola, questa, che sempre più spesso rientra nei dibattiti di attualità, utilizzata nelle accezioni più disparate. C’è la transizione green, ovviamente, ma anche quella di genere e tecnologica al centro del ricchissimo programma del pionieristico festival bolognese. C’è la musica elettronica di livello globale, ci sono le arti digitali espresse in tutte le loro forme, in location da mozzafiato del capoluogo Emiliano. Ci sono gli spettatori, tanti, per un evento che, nel corso di questi quindici anni, ha saputo consacrarsi come festival di cartello della musica elettronica.

Attese

DumBo gremito, si diceva pocanzi, fatto questo decisamente non scontato per uno spazio di dimensioni importanti. In città l’attesa per la terza giornata del festival si comincia a percepire già diverse settimane prima, quando accaparrarsi gli ultimi biglietti per la serata del sabato, assumeva le dimensioni di una chimera. La curiosità per gli artisti in scaletta è tanta e, tra il pubblico presente, si percepisce quel clima di trepida attesa tipico dei grandi eventi. Non nego un discreto hype per l’esibizione della nostrana Daniela Pes, sia da parte di chi vi scrive, sia da parte, sia da parte delle persone che mi circondano tra le quali il suo nome, rimbomba forte a più riprese.

Una Dea al binario centrale

Una Dea; questo ho pensato fin dalle prime battute dell’esibizione di Daniela Pes. L’artista sarda ci mette ben poco a trasportare i presenti in una sorta di dimensione onirica ed ancestrale, fatta di ritmi festosi o armonie che tendono all’inquietudine, aspirazione all’infinito e ricerca di elementi pragmatici cui aggrapparsi. Daniela Pes catalizza totalmente l’attenzione del pubblico che reagisce con un silenzio religioso in cui è lecito esprimere la propria autenticità, la propria essenza nuda e cruda: la propria libertà. Le sublimi composizioni dell’album “Spira” trovano terreno fertile in un festival come il Robot e non potrebbe essere altrimenti.

In un’altalena emotivamente impattante che unisce idealmente Bologna all’universo, c’è spazio per elementi della tradizione sarda – terra di provenienza dell’artista – che contaminano la sua visione musicale; nella lingua utilizzata per i testi, ad esempio, nel metro delle diverse linee melodiche, in litanie che rimandano ad una dimensione bucolica. La bellezza mi circonda in tutte le sue accezioni e sento di poter confermare quanto pensavo dai semplici ascolti Spotify; Daniela Pes è una delle artiste più interessanti del panorama nazionale e non.

KOKOKO!

Tempo di una boccata d’aria e, per i più coraggiosi, di un paio di sigarette che è già il momento di rientrare al binario centrale, dove comincia l’esibizione dei KOKOKO!, più che una band, un collettivo di musica sperimentale originario della Repubblica Democratica del Congo.
Il loro sound è pazzesco ed è ancora più affascinante se si pensa che gran parte dei suoni derivi da strumenti assolutamente non convenzionali, ricavati da rottami vari. Anche loro sposano completamente il manifesto ideologico di cui sopra, portando a Bologna canzoni che affrontano temi di attualità del loro paese d’origine.

Max Cooper

È poi il turno di Max Cooper, produttore techno britannico tra i più noti di tutto l’ambiente.
L’esibizione è totale, impreziosita dalla presenza di due enormi schermi (uno posto davanti all’artista), su cui vengono proiettati futuristici video legati da un minimo comune multiplo; l’alienazione dell’essere umano nella società contemporanea.

Una serata dalle emozioni forti quella del DumBo; torno a casa con i piedi doloranti, ma con il sorriso e la consapevolezza di chi ha vissuto una grande giornata di musica nell’accezione più contemporanea del termine.
Lunga vita al Robot.

a cura di
Donato Carmine Gioiosa

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