“Transformers One” – la recensione in anteprima

“Transformers One” – la recensione in anteprima
Condividi su

Dopo qualche periodo di appannamento, i transformers tornano al cinema più forti che mai per rilanciare un brand con 40 anni di storia che ha conosciuto il suo massimo splendore a cavallo del 2010. Con questo nuovo capitolo Paramout Pictures sarà riuscita a raddrizzare una strada che sembrava persa per sempre?

Transformers è senza dubbio uno dei franchise più conosciuti in tutto il mondo, forse secondo solo all’epopea dei Power Rangers. Una storia iniziata nel 1984 (anno ricordato per alcuni dei cult più famosi ai giorni nostri) con una semplice linea di giocattoli, trasformatasi poi in una serie animata per arrivare infine alla saga cinematografica che ha accompagnato tutti noi negli ultimi 17 anni.

Sembra ieri quando sugli schermi apparivano per la prima volta Shia Labeouf e una Camaro gialla con le strisce nere, rivelatasi poi Bumblebee: uno dei robot più amati dai fan di lunga data, ma anche dai più piccini che si avvicinavano per la prima volta al brand.

Questa saga cinematografica si è sviluppata negli anni e ha portato sul grande schermo 5 film della linea principale, 2 prequel (più uno in produzione) e un lungometraggio animato: Transformers One, in uscita nelle sale il 26 settembre ed in anteprima in sale selezionate il 21 settembre.

Invitati all’anteprima, non me lo son fatto ripetere due volte, aspettando con ansia il giorno per poter vedere e giudicare il film da me tanto atteso, in quanto gran fan degli autobot. Armato del mio cappellino a tema, mi sono presentato al cinema con la speranza di godermi un’araba fenice risorta dalle sue ceneri.

C’era una volta Cybertron

La storia inizia su Cybertron, paese natale dei robot degli autobot e dei decepticon. Dobbiamo andare indietro nel tempo di 3 miliardi di anni, quando i protagonisti di questa storia sono Orion Pax e D-16 (due minatori che non hanno il dono di trasformarsi) che hanno il sogno di diventare qualcosa di diverso da quello che sono.

I Prime, gli antichi protettori dei Transformers; sono ormai periti e a governare su Cybertron ci pensa Sentinel Prime che, alla ricerca dell’energon perduto, passa molto del suo tempo in superficie, mente l’unica fonte di energia è scavare il sottosuolo.

Orion Pax sente dentro di sé che può diventare un robot che conta e per dimostrarlo partecipa alla grande corsa che coinvolge tutti coloro che possono trasformarsi, arrivando quasi a vincerla.

Ciò costituisce l’inizio di una serie di peripezie che coinvolgeranno lui, D-16 e altri due minatori, Elita-1 e B-127. E che li porteranno a scoprire la verità sui Prime, sulla guerra con i Quintessenziani e sul vero essere di ogni robot.

Rivelazioni che porteranno due amici per la pelle a diventare i due più grandi nemici della saga: Optimus Prime (Orion Pax) e Megatron (D-16).

Da Bay a Cooley

Sono lontani i tempi del primo Michael Bay e delle sue esplosioni pirotecniche, ma questo non deve ingannarci poiché il lavoro fatto da Josh Cooley in questo Transformers One e di un livello altissimo. Passare da un vero e proprio live action a un film completamente in computer grafica può sembrare infatti un azzardo, ma nell’ottica di un prequel/reboot della serie è un’ottima scelta come punto di rottura dalle sciagure passate.

Dopo i successi di Bumblebee, la scelta di Industrial Light & Magic per la grafica 3D ha avuto certamente un impatto positivo sulla produzione della pellicola: le animazioni risultano godibili e ottimamente realizzate, mentre sono lontani i tempi dove ci si stupiva di una lampada saltare su una lettera! La mancanza della componente umana al film non risulta deficitaria, anzi, esalta i protagonisti mostrandoci la loro vera natura.

Punto di forza (ma solo per il pubblico americano) è sicuramente il cast di doppiatori: Chris Hemsworth, Brian Tyree Henry, Scarlett Johansson, Steve Buscemi e Laurence Fishburne, che alzano indubbiamente l’asticella di questo film.

Pur avendo dei momenti di impasse, la storia non soffre di problemi di trama come molti dei film della saga che abbiamo imparato a conoscere, risultando anzi il vero punto forte della pellicola. E dando una risposta a quello che molto fan hanno sempre voluto sapere: “Com’è nata la rivalità tra Optimus Prime e Megatron?”

L’unico dubbio che rimane è come continuerà quest’epopea, avendo 3 miliardi di anni a disposizione ed infiniti modi per esaltarne la storia o ributtarla nell’oblio per l’ennesima volta. E non sarà il crossover di prossima uscita Transformers/GiJoe a darci una risposta.

Una rinascita fragorosa

La paura che questo film potesse affossare per sempre il franchise era tanta. Io per primo ero parecchio scettico perché scottato precedentemente, nonostante la serie di trailer mi avesse esaltato.

Quello che mi son trovato davanti, tuttavia, mi ha lasciato inizialmente un po’ spaesato, poiché lontano anni luce dal mio ricordo, frutto di anni di adorazione. Poi mi sono immerso sempre più nella storia, che ha creato in me domande che man mano hanno trovato risposta. Una risposta che mi ha fatto sorridere di gioia.

La decisione di fornire la soluzione (che molti dei fan della serie cinematografica hanno avuto fin dal primo film) è stata la vera chicca, che consente al pubblico di poter affermare aver visto un film che forse riesce a superare l’originale. Senza le esplosioni che ci hanno fatto innamorare, ma con una storia che rimane e che porta a chiederci come non ci siano arrivati prima a sviluppare contenuti del genere!

Transformers One è sicuramente un film da vedere per tutti gli appassionati degli autobot e decepticon, ma anche per i bambini che si avvicinano per la prima volta al brand. Oltre che per tutti coloro che non hanno mai visto nulla dei Transformers, ma vogliono avere un primo approccio con la saga.

E, mi raccomando, non alzatevi dalla poltrona a fine film: non rimarrete delusi!

Buona visione!

a cura di
Andrea Munaretto

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – “Il Magico Mondo di Harold” – la recensione in anteprima
LEGGI ANCHE – “Love Lies Bleeding”: l’upside down tutto al femminile
Condividi su

Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *