“Figli di ieri”: crescere nella Milano degli anni ’70

“Figli di ieri”: crescere nella Milano degli anni ’70
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Elisabetta Sala torna sugli scaffali con un nuovo romanzo, Figli di ieri. L’anglista e insegnante di liceo nasce come saggista, pubblicando per Ares L’ira del Re è morteElisabetta la SanguinariaL’enigma di Shakespeare, e il profilo letterario Lev Tolstòj. Il fuoco interiore, ma approda alla narrativa nel 2017 con il suo primo romanzo L’esecuzione della giustizia. Parlando di questo cambio di forma, in un’intervista ha dichiarato:

Solitamente, i libri di storia ci raccontano gli eventi dal solo punto di vista che sia stato preservato: quello dei vincitori. Mentre studiavo per scrivere i saggi, mi sono interessata della parte dei vinti; da qui ai personaggi minori che non vengono nemmeno menzionati il passo è breve. Per esempio, il mio primo romanzo L’esecuzione della giustizia parte da un episodio ben conosciuto della storia inglese ma ancora “oscuro”, la cui vicenda ancora non è stata ancora ricostruita totalmente – la congiura delle polveri – e mi piaceva l’idea di narrare quell’episodio da una prospettiva che ancora non era stata vagliata. Ecco, mi sembrava giusto ricostruire la storia di chi non ha avuto voce. E poi, da lettrice accanita quale sono, scrivere storie è stato sempre un sogno nel cassetto.

Ed è un po’ quello che accade in Figli di ieri. Racconta una parentesi della storia italiana attraverso la voce di Costantino, detto Tino, che appare nelle prime pagine come un bambino di dieci anni che ha un solo desiderio: diventare un supereroe, come quelli che si trovano nei fumetti, e salvare il mondo.

La sua vita viene completamente stravolta quando la famiglia si trova costretta a trasferirsi a Milano. Deve quindi lasciare Monno, con le sue montagne, il profumo dei boschi e gli amici di una vita. Il mostro grigio e lontano inizia però a fargli meno paura, grazie alle amicizie che riesce a costruire tra il cortile di casa e i banchi di scuola. Cresce e inizia ad affacciarsi all’adolescenza, iniziando a sentirsi anfibio. La sua persona appartiene ai sentieri della Val Camonica, così come alla strade da percorrere in bici della città.

L’inizio del Liceo, il classico perché Tino continua ad essere un bravo studente, coincide con le prime manifestazioni nelle piazze e nelle scuole. Ed è così che il ragazzo entra in contatto con i collettivi studenteschi, dove spera di trovare i mezzi per diventare l’eroe che ha sempre sognato di essere. Tra le assemblee, i cortei e i pomeriggi di studio si affaccia nella sua vita Sara, due trecce e un’espressione troppo seria per la sua età.

Manifestanti arrampicati sulla statua di Vittorio Emanuele II, fonte: la Repubblica

Figli di ieri è un romanzo di formazione, che ha come sfondo una tumultuosa Milano degli anni ’70. Racconta un passato sempre più lontano e storico, riportandocelo attraverso gli occhi di chi l’ha vissuto ma senza risultare biografica. Ci descrive poi la nostalgia pressante del passato, della vita che è stata e che potrebbe essere che ancora intravediamo negli scorci di montagna.

Le vere protagoniste del libro sono le pieghe dei personaggi. Il modo in cui crescono, cambiando e adattandosi all’ambiente e alle richieste che il futuro presenta. Vediamo quindi crescere Costantino, i suoi rapporti vecchi e nuovi. Lo vediamo compiere scelte e prendere parte alla Storia, propria e plurale.

Sul treno che lo riportava in città. si sorprese a pensare che in fondo, però, molto in fondo, anche Milano aveva la sua bellezza […]. Guarda guarda che sto diventando una specie di anfibio: oramai, casa mia è mica soltanto Monno.

Il punto di forza del romanzo è che non rende difficile immedesimarsi nel protagonista e nel suo vissuto, anche se – almeno per questa lettrice – quel passato risulta un tempo remoto. Rende eventi ormai quasi mistici più comprensibili e capaci da toccare con mano. Ci da modo quindi di diventare un po’ anfibi, come Tino, e respirare tra le piazze del passato e del presente.

a cura di
Andrea Romeo

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