“Anime insaziabili”, Hosein e lo straordinario romanzo dell’anche

“Anime insaziabili”, Hosein e lo straordinario romanzo dell’anche
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Anime insaziabili è l’esordio nella narrativa per adulti di Kevin Jared Hosein, pubblicato da NNE e con la traduzione di Antonio Matera.

Necessario, per il lettore, è sapere che in questo romanzo troverà tante possibili situazioni dolorose. Morte neonatale, abbandono, maltrattamento e violenza. Ma anche fame di vita, amicizia e legami che sembrano indissolubili.

Per gli antenati e tutto ciò che hanno coltivato“, questa è la dedica di apertura, una frase che richiama il vissuto dell’autore e forse, fra i nostri ricordi, anche i frutti che abbiamo scelto – o che ci sono stati imposti – di raccogliere.

Anime insaziabili, di Kevin Jared Hosein, edito NNE

Avevo paura di queste 400 pagine, una storia così densa che ha bisogno di un elenco di personaggi da tenere a mente. Serve una mappa per orientarsi e rispondere alla domanda: chi siamo noi? Il nostro raccolto di oggi è così perché gli antenati hanno lavorato la stessa terra? Li abbiamo divorati nel loro essere, fanno parte di noi?

Ricordò il commesso che schiaffeggiava la mano del padre per allontanarla dal barattolo. Come se non le avesse mai lavate. Come se fosse un lebbroso in fuga. Poi pensò a suo padre in ginocchio davanti al preside. Trattato come un vagabondo là fuori, e ora anche qui, in mezzo alla sua famiglia. Krishna si fece carico della colpa che sua madre non voleva accettare.

Domande senza senso

Quello che faccio di solito è perdermi. Letteralmente, vago fra le pagine e le parole: torno indietro, metto un appunto, faccio una piega per ricordare. Ci rifletto, smembro il libro come fosse un corpo donato alla scienza. Mi perdo nelle copertine, in questo caso in quella di un’opera botanica di Marianne North. Una copertina che è un groviglio di piante fiori e bacche e foglie, un dettaglio claustrofobico. Il mio lavoro è questo, una costante ricerca di significato attraverso il significante.

Anime insaziabili mi ha completamente spiazzata invece. Non ho sentito il bisogno di dover lavorare con le parole e sulle parole perché era tutto così chiaro, lineare e semplice. Le storie che si intrecciano lo fanno ai Caraibi, a Trinidad, negli anni ‘40 del 1900. Una città divisa tra ricchi e poveri, tra le baracche, i cani dimenticati dal tempo e le domus in decomposizione a causa delle piogge, della mancanza di personale, la mancanza di arresa alla fine di un’era. Due fratelli gemelli che portano sulle spalle le colpe del padre, due cugini che vivono insieme come fratelli e un patto di sangue sono gli elementi che aprono la storia; non ci si entra neanche in punta di piedi o provando a smantellarne lo scheletro come un cavallo di Troia, non c’è modo di sentirsi a casa per le prime pagine. Poi accade il miracolo.

Anime insaziabili, di Kevin Jared Hosein, edito NNE
Intrecci

Il miracolo lo fa Antonio Matera, traduttore di questa splendida storia, che permette a lettore di assaporare una cultura induista senza escludere, utilizzando il più possibile la lingua italiana per tradurre fin dove possibile ma cercando di non tradire troppo, lasciando alcune cose invariate. Dal sito della casa editrice si legge la sinossi:

Trinidad, Caraibi, anni Quaranta. Dalton e Marlee Changoor vivono nel lusso nella loro villa in collina, mentre in una baracca fatiscente e isolata abitano Hans, sua moglie Shweta e il figlio Krishna, insieme ad altre famiglie. Shweta e le donne passano le giornate a cucinare e a prendersi cura dei figli, affidandoli alle divinità induiste per proteggerli dagli spiriti. Krishna e gli altri ragazzini vivono avventure nei campi, si scontrano con i ragazzi della città e sognano un futuro migliore. Quando Dalton scompare nel nulla, la bella Marlee si sente minacciata e offre un lauto compenso a Hans per assumerlo come guardiano notturno. Hans accetta, convinto che quei soldi cambieranno le sorti della sua famiglia. Ma tra lui e Marlee nasce un amore che sconvolge le loro vite. Shweta e Krishna reagiscono con grande dignità, ma il destino incombe come un fantasma tornato a tormentarli dall’aldilà. Intenso e travolgente, Anime insaziabili è un romanzo d’avventura che parla d’amore e destino in un tempo e in un luogo dove la vita sembra dominata da vendetta e crudeltà. Come in una tragedia classica, Hosein racconta i conflitti tra leggi umane e religiose, tra sentimenti e doveri, ma soprattutto la ricerca della felicità, quel confine labile tra oscurità e luce, verso cui spiegare le ali. Questo libro è per chi ama l’odore speziato del curry, per chi in una vecchia canzone ritrova i polverosi residui della sua vita precedente, per chi spesso confonde sogni e realtà, e per chi cerca la verità nel proprio sangue, quel marchio di onniscienza sepolta capace di contenere il passato, il presente e il futuro.

Nonostante non ami il curry e tutto ciò che segue, ho adorato follemente questo romanzo al punto da averlo sempre dietro, di chiedere “mi porti il libro in libreria, l’ho scordato sul comodino”.

L’ho amato perché Hosein sceglie di raccontare di adulti che sopravvivono e si mordono a vicenda come le iene per un pezzo di carne e poi, qualche capitolo dopo, permette loro di essere compresi e accettati: se sono così oggi forse hanno piantato il raccolto in un terreno che gli antenati hanno lasciato marcire.

Persino l’uomo che sembra aver scelto una strada diversa, alla fine, riporta qualcosa della sua famiglia d’origine.

Hans guardò il figlio, contuso e livido, traboccante di rabbia silenziosa. Nel figlio, vide l’anima di suo padre. Non un protettore, ma un pugile. Sapeva che suo padre era un lottatore che era stato messo al tappeto più volte di quante potesse contarne, e per questo motivo aveva trasformato la sua famiglia nel suo avversario. Perché almeno quella era una lotta che poteva vincere.

Ma l’ho amato anche perché il peso e la pressione sul petto sono state in grado di alleviare il senso di oppressione. Una lettura che incastra, lega, sviscera e allevia.

Lingue

C’è un grande rispetto della lingua che rende questo romanzo un autentico piacere. C’è rispetto per i personaggi che vivono vite lontane da noi perché nonostante le crudeltà incontrate non c’è mai una vittima e un carnefice; il dato di fatto, la possibilità di scegliere da che parte stare, leggendo, ma anche la possibilità di estraniarsi e di accettare queste vite per quello che sono.

Questo modo che Hosein ha di scrivere – e Matera di tradurre – ci obbliga a tener presente una possibilità diversa da quella che pensiamo. Serve sapere che l’abito di lino bianco potrebbe essere anche stato ricavato da un sacco contenente riso e che un cane morto ha vissuto una vita amando ed essendo amato, che non è solo un animale in un sacco.

Anime insaziabili non dà nulla per scontato, ognuno ha la sua storia, compreso il fiume, compreso il cane. Le descrizioni dei luoghi che vivono un tempo per noi lontano, sembrano raccontare una città di confine, dove se nasci dalla parte giusta hai accesso a cavalli e auto e invece, dall’altra parte, solo caimani da superare e chilometri da divorare. La strada rigetta umido e spine, corpi che riemergono e carcasse macellate. Il fiume porta non solo cibo dopo una piena ma anche risse e speranza di ritrovare la strada di casa.

Si chiedeva se Krishna si rendesse conto, a distanza di due anni, di aver superato i caimani. Stava crescendo e diventava più forte. Aveva fatto pochissimo sforzo per oltrepassare quelle creature. Era così che doveva andare, pensò Hans. Un giorno, una prova. Il giorno dopo, un’abitudine.

Anime insaziabili, di Kevin Jared Hosein, edito NNE
La colpa delle donne

In queste pagine ogni uomo, giovane o vecchio che sia, ha alle spalle storie di violenza che fa parte di un credo, un qualcosa che si sceglie di non abbandonare neanche per amore dei figli. Nonostante per molte delle donne si sappia la stessa cosa, restano ancorate alla passività del dovere e cercano di sopravvivere ai matrimoni di convenienza, al ratto delle Sabine caraibiche.

Le mogli devono rimanere coi mariti. I figli devono sempre amare i padri. Ogni altra cosa è un affronto alla natura.

Se di colpa si può ancora parlare, ogni donna porta sulle spalle il peso del proprio futuro e della propria libertà. Si imparano i mestieri subito, così da trovare un marito e tenerselo stretto. Solo che qui c’è un’altra donna che, pur mettendo in atto lo stesso meccanismo, diventa una dea da bruciare. Marlee, la moglie del ricco scomparso, si innamora di Hans, il padre di famiglia che non è in grado di scegliere perché confonde tragicamente il volere con il dovere. Lei ha osato portare via l’uomo dai suoi doveri, ha osato circuire quest’uomo integerrimo che non è in grado di dire no a niente e nessuno. Nessuno crede possibile voler fuggire dal proprio mondo come si può, con quel che si ha.

Non lasciarti ingannare dai sogni. È questo il tuo posto nel mondo. E non esiste nessun altro mondo oltre a questo. Non esiste nessun altro corpo oltre a quello che gli dèi ti hanno assegnato. E non esiste nessun’altra vita oltre a quella a cui sei destinato.

Nonostante tutto, il romanzo dell’anche

Anime insaziabili è il romanzo dell’anche, di quella congiunzione che esprime possibilità.

Tutti loro hanno una possibilità alternativa, hanno una possibile soluzione, un finale diverso che è difficile da tenere in considerazione. Divergenze di qualsiasi tipo, le differenze culturali di chi vive un luogo e il luogo stesso, contribuiscono ad accentuare la sensazione di non esistere, di non essere nessuno.

Nonostante tutto questo, Anime insaziabili è un rischio – da lettori – che va corso.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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