Calcutta – Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo – 25 luglio 2024

Calcutta – Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo – 25 luglio 2024
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Calcutta ottiene l’ennesimo sold out del suo “Relax Tour” ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo dove un’orda di giovani figli dell’”indie” italiano lo ha accolto cantando a squarciagola ogni singola parola di ogni suo testo.

Calcutta ha smorzato il caldo di un tipico luglio siculo con il gelo dei suoi pezzi, come sempre, lapidari e in grado di differenziarsi dai canoni del cantautorato nazionalpopolare, nonostante ormai siano totalmente immersi nei circuiti musicali più mainstream. Negli ultimi anni, durante i concerti dell’artista, è inevitabile distrarsi nell’osservare un pubblico spaccato a metà.

Da un lato, troviamo aspiranti dispensatori di critiche che non possono fare altro che ammettere che i grandi numeri e la popolarità non necessariamente debbano abbassare la qualità di un live. Da un’altra parte, più precisamente incollati alla transenna, ci sono i partecipanti preoccupati di mostrare al mondo esterno di aver partecipato ad una delle serie di eventi più gettonati attualmente in Italia.

Foto dall’archivio

Al di là della figura “di ponte tra mondi musicali” di Calcutta, lo spettacolo di ieri ha regalato emozioni sincere. Ha mostrato il frutto di un processo creativo in grado di inquadrare, senza troppi fronzoli, varie sensazioni collettive. “Relax” ha raccontato l’amore, la depressione, il lutto negli ’20 del 2000 senza eccessivi e forzati richiami ad epoche precedenti, modellandosi alla perfezione all’animo di chi lo ascolta. Di conseguenza, i feedback di questi ultimi non possono che essere positivi.

La struttura del live

La scaletta, serrata e incalzate, ha alternato i brani dell’ultimo album ai grandi successi del resto della discografia dell’artista accostando atmosfere simili tra loro. A livello sonoro, la serata è apparsa divisa in tre atti scanditi da brevissime pause: quelli in apertura e chiusura si sono mostrati molto più vivaci rispetto a quello centrale che, più intimo e d’impatto, ha visto Calcutta seduto alla tastiera. Dinamismo e coerenza si sono stretti la mano per un’ora e mezza circa in un’esibizione senza alcun tempo morto o momenti “più bassi” rispetto ad altri.

Un altro grande protagonista della serata è stato lo spettacolo visivo. Uno schermo centrale ha dato risalto all’intrinseca, che “c’è ma non si vede”, percepibile ma non mostrabile, ilarità dei concerti di Edoardo. Non sono solo i suoi piccoli interventi senza pretese tra un pezzo e l’altro a dare questa sensazione, ma è proprio un’attitudine identitaria che si porta dietro e che ne rivela la spontaneità artistica.

Anche questo tratto ha contribuito a dare un’impronta complessivamente genuina e “artigianale” al live che, seppur nelle sue grandi dimensioni, è riuscito a mantenere una certa intimità per tutta la sua durata.

a cura di
Lucia Tamburello

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