“Non ho mai avuto un piano B, volevo fare la cantante” – Intervista a Enula

“Non ho mai avuto un piano B, volevo fare la cantante” – Intervista a Enula
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Enula ha sempre avuto le idee chiare su cosa avrebbe voluto fare da grande. I suoi progetti passati e futuri nella nostra intervista

Enula ha iniziato a coltivare la passione per la musica e a studiarla sin da bambina. Non ha mai avuto dubbi su cosa avrebbe voluto fare da grande. Nel 2020 ha partecipato ad Amici di Maria De Filippi e l’anno successivo ha pubblicato il suo primo album, “Con(torta)“.

Nel 2023 è arrivata la collaborazione con i Tiromancino con “Due rose”, per poi avere condiviso il tour con la band di Federico Zampaglione durante l’estate.

Ha da poco pubblicato il suo ultimo singolo, “Big bang”. Un brano che parla di nostalgia, ma che prende una direzione diversa rispetto alla dimensione più spirituale dei suoi singoli precedenti, virando sull’elettronica.

Una sperimentazione di cui ci parla, oltre ai suoi progetti passati e futuri, nella nostra intervista.

Tu hai iniziato a studiare musica e a cantare da bambina. Quando hai capito che questa sarebbe stata la tua strada e che sarebbe diventato un lavoro?

L’ho capito un po’ subito. Nel senso che lo sentivo dentro di me che questa sarebbe stata la mia strada. Non volevo avere altre scelte. L’avevo proprio scelta la musica. Poi ho capito che è diventato un lavoro quando appunto lo è diventato, 3 anni fa. Io non ho mai avuto nessuna paura di non farcela, anzi. È stato quando poi è diventato un lavoro che ho avuto paura, perché sai, il mondo musicale non è stato come me lo aspettavo.

Sono una grande sognatrice e idealizzatrice, quindi da bambina ho idealizzato tanto la musica e il suo mondo, poi ovviamente il mondo reale è un altro e quindi ho avuto anche delle paure a riguardo, a volte di non farcela. Però alla fine sono sempre qui, succedono cose belle, sto lavorando, in questo periodo sto facendo vari tour, quindi sono molto contenta di quello che sta succedendo ed è normale che ci siano alti e bassi nella vita di un’artista. Infatti bisogna trovare un po’ un equilibrio, anche psicologico, perché non è facile.

Quindi non c’è mai stato di fatto un piano B…

No, un piano B no. Pensa che io scrivo da quando ho 6 anni e scrissi anche una canzone che diceva “mamma non ho un piano B”, perché mia mamma mi diceva “cercati sempre un piano B”. Non ce l’ho il piano B, non ce l’ho.

Mi hai detto che è diventato un lavoro a tutti gli effetti 3 anni fa, che più o meno combacia alla tua partecipazione ad Amici, nel 2020. Quindi questa partecipazione ha dato un valore aggiunto alla tua carriera e si può considerare praticamente una svolta?

Sì, è stato proprio l’inizio diciamo della parte lavorativa. Amici è stato proprio una bella spinta, no? Anche se non immaginavo di fare un programma televisivo. Non faceva parte della mia idealizzazione da bambina. Però poi è successo, l’ho fatto, ed è stata un’esperienza molto intensa, di cui sono molto molto grata, in realtà. Solo che, appunto, dal momento in cui esci sei catapultato in un mondo un po’ irriconoscibile all’inizio. Io non mi aspettavo niente, poi sono successe un sacco di cose.

C’è qualche persona che è stata un punto di riferimento per l’inizio della tua carriera? Perché mi hai detto che hai avuto paura quando è diventato un lavoro. C’è stato qualcuno che ti ha aiutato?

Devo dire che il mio manager, Andrea Dulio, è stato un grande punto di riferimento per me. Anche se poi quando sono uscita ho avuto un team che mi ha seguito, lui era comunque il mio riferimento. Poi facendo passare il tempo ho imparato anche un po’ a muovermi in questo mondo, a capire funziona e a capire il mio team, quindi ormai siamo tutti una grande famiglia ed è una cosa bellissima perché mi trovo veramente bene.

L’anno scoro è arrivata la collaborazione con Federico Zampaglione, per “Due rose”, e poi sei andata in tour con i Tiromancino. Come è nata questa collaborazione e come è stata l’esperienza di dividere il palco con loro?

In realtà questa collaborazione è nata veramente in modo inaspettato. Un giorno Federico mi ha chiamata che ero in macchina. Era lui e non ci credevo. Da lì abbiamo iniziato a vederci e a scrivere questo pezzo. A finire di scriverlo, più che altro. Ci siamo trovati subito umanamente e artisticamente. Poi per me è importantissimo anche il contatto umano. Quando faccio delle collaborazioni artistiche non basta soltanto l’arte ma serva anche quella parte umana. Devi riuscire a coesistere insieme all’altro.

Poi abbiamo iniziato a portare il pezzo dappertutto e abbiamo fatto il tour insieme. Lui mi ha veramente trasmesso delle cose importanti, soprattutto nei live. Quanto è importante il contatto con il pubblico, gli strumenti dal vivo e quanto sono importanti i live. Lui è veramente, come si dice adesso, un pro. È proprio un pro dei live. Sembra che abbia 18 anni nel corpo di un adulto. È veramente un artista incredibile.

Volevo parlare del tuo ultimo brano, “Big bang”. C’è una frase che mi piace tanto: “tutti vogliono il paradiso ma nessuno vuole morire”. Come si fa a costruirsi il proprio paradiso per viverlo senza morire, appunto?

Beh, se io sapessi questa cosa avrei già svoltato nella vita (ride, ndr).

Il fatto è che il paradiso più che una costruzione credo che sia il contrario, una distruzione. Perché noi per costruire il paradiso dobbiamo liberarci da tutto ciò che è fuori da noi. Che è dentro di noi ma è fuori di noi. Nel senso, se noi togliessimo tutto ciò che non ci serve, che non è essenziale, tutto ciò che è condizionato, lì secondo me possiamo trovare il paradiso. Non costruendo ma andando a togliere.

Crediamo sempre di voler tante cose, di avere bisogno di tante cose, ma in realtà credo che la cosa inversa sia la cosa più giusta.

È una canzone che parla di nostalgia, però ho notato una variazione di sound. Se le tue canzoni precedenti avevano un suono che magari si adattava meglio a questo tema, con questa canzone hai scelto un suono più elettronico. Come mai questa scelta?

Sì, è follia. Perché questa canzone è nata ispirata da Battiato, poi è diventata un’altra cosa. Era nata con una embrica molto etera, poi sono andata in studio e si è ribaltato tutto. È diventato un pezzo dance, che era comunque qualcosa che avrei voluto sperimentare, ti dico la verità. Anche se è nato in un altro modo, sono stata contenta in ogni caso di sperimentarlo, perché a me piace molto mettermi in gioco. Alla fine è diventata un po’ una ballata, ma non ballad, proprio da ballare sopra queste domande esistenziali che mi faccio in “Big bang”.

Guardando il tuo profilo Instagram e anche alcuni dei tuoi videoclip, la natura è un elemento che è molto presente. Che rapporto hai con lei?

Diciamo che la mia prima mamma è la natura, e anche il mio primo papà. È un rapporto proprio di connessione. Ho proprio bisogno io della natura. Ho bisogno dei miei alberi, dell’erba, del cielo. Ho bisogno di sentire l’aria. Veramente sono molto contrastata come persona, quindi a volte ho bisogno anche della città, del caos, della follia. Però ho sempre bisogno della natura e non mi stancherò mai di averne perché fa parte di me, è dentro di me.

Ci sono delle volte che mi emoziono proprio davanti alla natura, mi metto a piangere perché allo stesso tempo mi da un po’ malinconia e mi fa molto paura che ce ne sarà molto di meno. Però in realtà io non sono decadentista, sono abbastanza positiva e speranzosa che potrà sempre vivere questo mondo.

Può essere considerata fonte di ispirazione per le tue canzoni?

Guarda, è difficile. La natura è talmente tanto alienante che a volte riesco a scrivere meglio nella città perché mi da degli stimoli diversi. La natura è talmente tanto rilassante che a volte faccio fatica a fare qualsiasi cosa, quindi dipende.

Oltre alla collaborazione con Federico Zampaglione hai collaborato anche con artisti come Dardust, Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, Mr. Rain… In futuro quali collaborazioni ti piacerebbe portare avanti?

Lo sai che non ci ho pensato ancora a questa cosa? Io di solito non cerco collaborazioni. Quelle che ho fatto mi sono sempre state proposte. Io scrivo, mi piace anche fare sessioni di scrittura con altri autori, però non vado a cercarmi artisti con cui collaborare. Mi è capitato anche di collaborazioni che mi sono state proposte e che non ho voluto fare perché non mi sentivo in linea artisticamente con quell’artista. Se io accetto una cosa è perché comunque è funzionale a quello che faccio.

Oltre alla musica, hai recitato una parte in “Addio al nubilato 2” di Francesco Apolloni. Questa esperienza come attrice come è stata?

È stato super inaspettato. Mi hanno presa all’ultimo, ormai avevano quasi già iniziato il film. Però è stato veramente bello. Mi è piaciuto vedere come un film si crea dietro le quinte, mi è piaciuto come Francesco mi ha seguita durante il film. Ne sono molto grata. La troupe e il cast mi hanno accolta. È stata un’esperienza forte, mi piacerebbe rifarla, mi piacerebbe muovermi anche in questo mondo.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ho i festival quest’estate, quindi mi muoverò tra date in giro per tutta Italia con le radio. Quest’anno non farò tour anche perché sto aspettando di fare un album, quindi non vedo l’ora di poterlo fare, dove potrò inserire anche dei pezzi un po’ più ricercati, un po’ più sperimentali. Vorrei che si sentissero anche queste parti di me. Poi farò uscire un singolo a settembre, già programmato.

Per adesso questo, poi io non è che faccia tanti piani nella mia vita. Almeno il minimo sul lavoro perché mi obbligano lo devo fare. Sono completamente disorganizzata. Però questo per ora è quello che abbiamo organizzato. Poi magari domani mi saltano fuori altre cose perché è sempre un po’ così con la musica.

a cura di
Mirko Fava

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Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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